Gazzetta Ufficiale N. 26 del 31 Gennaio 2002

Sommario

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA

DIRETTIVA 13 dicembre 2001
Formazione e valorizzazione del personale delle pubbliche amministrazioni.

A tutti i Ministeri
Uffici di Gabinetto
Uffici del personale,
dell'organizzazione e della formazione
Alle aziende ed amministrazioni
autonome dello Stato
A tutti gli enti pubblici non economici
Al Consiglio di Stato - Segretariato
generale
Alla Corte dei conti - Segretariato
generale
All'Avvocatura generale dello Stato -
Segretariato generale
Agli organismi di valutazione di cui al
decreto legislativo n. 286/1999
Agli uffici centrali del bilancio
A tutte le regioni
A tutte le province
A tutti i comuni
Alla Scuola superiore della pubblica
amministrazione
Al Formez
All'A.I.P.A.
All'A.R.A.N.
e, per conoscenza:
Alla Presidenza della Repubblica -
Segretariato generale
Alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri - Segretariato generale
All'A.N.C.I.
All'U.P.I.
All'U.N.C.E.M.
Alla Conferenza dei rettori delle
universita' italiane
Il Dipartimento della funzione pubblica, per fornire indirizzi
sulle politiche di formazione del personale, migliorare la qualita'
dei processi formativi e responsabilizzare i dirigenti delle
amministrazioni pubbliche sulla necessita' di valorizzare le risorse
umane e le risorse finanziarie destinate alla formazione, emana la
seguente direttiva.
1. Premessa.
La formazione e' una dimensione costante e fondamentale del lavoro
e uno strumento essenziale nella gestione delle risorse umane.
Tutte le organizzazioni, per gestire il cambiamento e garantire
un'elevata qualita' dei servizi, devono fondarsi sulla conoscenza e
sulle competenze. Devono, pertanto, assicurare il diritto alla
formazione permanente, attraverso una pianificazione e una
programmazione delle attivita' formative che tengano conto anche
delle esigenze e delle inclinazioni degli individui.
I processi di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, la
riforma dei Ministeri, il decentramento e il rafforzamento dei
livelli locali di governo, l'attuazione del principio di
sussidiarieta' e il conseguente nuovo orizzonte delle missioni delle
amministrazioni possono realizzarsi solo attraverso il pieno
coinvolgimento del personale e la sua riqualificazione.
L'attivazione di diversi piani strategici, tra cui quello
finalizzato alla realizzazione dell'e-government, sara' possibile
soltanto grazie alla formazione delle risorse umane.
Si apre, dunque, una fase di attuazione e gestione delle riforme
normative e di attenzione allo sviluppo delle organizzazioni, che
passa attraverso la crescita e la valorizzazione della
professionalita' e l'utilizzo ottimale dei fondi comunitari, quelli
ordinari nazionali e regionali, quelli derivanti dai risparmi di
spesa e dai processi di esternalizzazione.
Negli ultimi anni vi e' stata, da un lato, una limitata crescita
sia della spesa per la formazione sia del numero delle strutture
formative, dall'altro una rilevante evoluzione del sistema e della
domanda. Lo confermano i rapporti annuali sulla formazione, fino ad
oggi elaborati dal Dipartimento della funzione pubblica in
collaborazione con la Scuola superiore della pubblica amministrazione
e con le altre strutture di formazione. Tale mutamento richiede un
continuo e adeguato indirizzo, coordinamento e monitoraggio delle
attivita' formative.
Questa direttiva, pertanto, richiama e impegna la responsabilita'
dei dirigenti nella gestione del personale e delle risorse
finanziarie ad essa connesse, l'attenzione degli operatori alla
qualita' della formazione, all'efficienza e all'efficacia dei
processi formativi.
Ad integrazione della circolare n. 14 del 24 aprile 1995, emanata
dal Ministro per la funzione pubblica in materia di formazione del
personale delle pubbliche amministrazioni, le cui linee di fondo
risultano ancora attuali e confermate nella loro portata innovativa,
si emanano i seguenti indirizzi, concertati con il Dipartimento per
l'innovazione e le tecnologie per le parti di sua competenza e, in
particolare, per le attivita' legate al piano di e-government.
2. Obiettivi.
L'obiettivo primario di questa direttiva e' quello di promuovere in
tutte le amministrazioni la realizzazione di un'efficace analisi dei
fabbisogni formativi e la programmazione delle attivita' formative,
per assicurare il diritto individuale alla formazione permanente in
coerenza con gli obiettivi istituzionali delle singole
amministrazioni.
La formazione deve coinvolgere tutti i dipendenti delle pubbliche
amministrazioni superando i livelli percentuali attuali di
investimento sul monte retributivo e garantendo un numero minimo di
ore di formazione per addetto e nel quadro del sistema delle
relazioni sindacali previsto dai contratti collettivi. Le attivita'
formative dovranno rispondere a standard minimi di qualita' e
assicurare il controllo del raggiungimento degli obiettivi di
crescita professionale dei partecipanti e di miglioramento dei
servizi resi dalle pubbliche amministrazioni ai cittadini.
La formazione, infatti, dovra' essere sviluppata attraverso un
sistema di governo, di monitoraggio e controllo che consenta di
valutarne l'efficacia e la qualita'.
3. La formazione per le pubbliche amministrazioni.
I cambiamenti in atto nelle pubbliche amministrazioni richiedono la
presenza di personale qualificato e aggiornato; da un lato per
garantire l'effettivita' delle riforme normative, dall'altro per
intervenire su eventuali meccanismi di esclusione e demotivazione che
possono derivare dai processi di innovazione.
Per questo e' necessario istituire, se assenti, strutture dedicate
alla formazione e alla valorizzazione delle risorse umane, che
assicurino la pianificazione e la programmazione delle attivita'
formative: non solo per aumentare il rapporto percentuale tra spesa
per la formazione e monte retributivo, ma anche il numero di
destinatari e le ore di didattica. Da questo punto di vista,
l'impiego delle metodologie di formazione a distanza potra'
consentire di ampliare il numero dei destinatari e realizzare una
formazione continua che garantisca livelli minimi comuni di
conoscenze.
Poiche' la formazione costituisce un processo complesso, che ha
come fine la valorizzazione del personale e il miglioramento dei
servizi pubblici, l'impegno delle amministrazioni nella gestione
della formazione dovra' essere particolarmente attento alla qualita'
e all'efficacia.
La formazione ha di fronte tre sfide importanti:
I. la domanda di nuove competenze, che scaturisce dalla
modernizzazione delle pubbliche amministrazioni e dalle esigenze
provenienti dalle imprese e dai cittadini, e la necessita' di meglio
qualificare i profili attualmente esistenti. Un'analisi aggiornata
dei profili professionali mancanti dovra' costituire la base dei
programmi di formazione e di riqualificazione del personale delle
singole amministrazioni;
II. l'informatizzazione nella pubblica amministrazione e la
conseguente riorganizzazione delle amministrazioni, nell'ottica di
una maggiore trasparenza e di una migliore organizzazione del lavoro;
III. il processo di riforma della dirigenza, accompagnato da un
sistema dinamico e pluralista di offerta di alta formazione continua,
affinche' si possa realizzare una integrazione con il modello
manageriale degli altri settori della societa' e con la dirigenza
degli altri Paesi europei.
La riqualificazione del personale, prevista dai contratti
collettivi dei diversi comparti, deve essere condotta alla luce degli
obiettivi di questa direttiva e, quindi, all'insegna dell'efficienza
e dell'efficacia, con la consapevolezza che la formazione deve essere
considerata come un vero e proprio investimento di risorse e come
tale gestita con attenzione e responsabilita' in tutte le sue fasi.
4. Responsabilita' della gestione.
Tutti i dirigenti sono responsabili della gestione del personale, e
quindi della formazione delle risorse umane. Ai titolari degli uffici
del personale, dell'organizzazione e della formazione spetta il
compito di svolgere le azioni tecniche che caratterizzano l'intero
processo formativo, con particolare riguardo alle fasi di
programmazione e di valutazione dell'impatto della formazione sulle
competenze del personale e sulle prestazioni rese.
I responsabili delle funzioni di valutazione previste dal decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 286, debbono tenere conto
dell'applicazione della presente direttiva in relazione ai controlli
sulla gestione e sulle prestazioni del personale dirigenziale,
nonche' sui comportamenti relativi allo sviluppo delle risorse
professionali e umane ad esso assegnate.
Gli obiettivi di questa direttiva potranno essere raggiunti solo
attraverso un coinvolgimento di tutti i soggetti e, in particolar
modo, dei dirigenti responsabili delle risorse umane e delle
attivita' di formazione.
5. Principi guida per la qualita'.
La formazione costituisce un processo articolato, costituito da
piu' fasi, che richiede il supporto e il monitoraggio delle
amministrazioni committenti per tutta la sua durata.
Si invitano, pertanto, le amministrazioni a prendere in
considerazione, anche attraverso l'eventuale supporto di strutture
esterne pubbliche e private, le fasi in cui si articola il processo e
i principi e le indicazioni in esse contenuti:
a) individuazione dei destinatari della formazione e delle loro
esigenze - La responsabilita' delle amministrazioni nella formazione
del personale emerge in modo chiaro gia' nella fase
dell'individuazione dei destinatari dei programmi di formazione.
Tale attivita' richiede:
una banca dati del personale contenente informazioni sui titoli
di studio, le esperienze lavorative interne ed esterne e i precedenti
percorsi formativi;
il quadro aggiornato delle risorse umane con le previsioni dei
flussi del turn-over, in base alla "programmazione delle assunzioni";
il quadro delle missioni e dei compiti gia' attribuiti e in via
di attribuzione ai vari uffici;
la conoscenza del proprio personale, delle relative esigenze ed
aspettative di carriera, anche attraverso l'utilizzo delle tecniche
del "bilancio delle competenze";
la considerazione delle esigenze familiari o personali, al fine
di garantire le pari opportunita', individuando i percorsi e le
metodologie formative piu' appropriate.
L'insieme di tali informazioni va raccolto e organizzato in
apposite banche dati, anche per evitare di destinare ad attivita'
formative personale non interessato, non impiegabile a copertura dei
nuovi compiti degli uffici e non dotato di professionalita' adeguata
per livello o settore. Un primo impiego ottimale delle risorse
finanziarie e umane richiede un'attenta individuazione dei
destinatari della formazione, tenendo conto che quando calcoliamo il
costo per la formazione dobbiamo considerare anche il costo per la
eventuale mancata prestazione presso la propria amministrazione.
La qualita' della formazione, intesa anche come adeguatezza ai
bisogni dei singoli oltre che delle amministrazioni, e' importante
soprattutto per gli effetti rilevanti che puo' avere sulla
motivazione del personale.
b) individuazione del fabbisogno formativo - Una corretta analisi
serve a definire gli obiettivi della formazione. L'analisi deve
essere condotta partendo dai fabbisogni individuali e dai ruoli e dai
bisogni organizzativi, alla luce delle norme che attribuiscono nuovi
compiti, e tenendo conto dell'attivita' di programmazione delle
assunzioni e di quanto previsto dai contratti e dagii accordi
sindacali.
In questa fase, inoltre, va considerata la Direttiva generale per
l'attivita' amministrativa e per la gestione, in relazione agli
aspetti riguardanti gli obiettivi delle singole strutture e degli
uffici ed alla copertura formativa necessaria per il loro
raggiungimento.
L'analisi dei bisogni formativi va effettuata costantemente, in
concomitanza con l'attivita' annuale di programmazione dell'attivita'
amministrativa.
c) progettazione della formazione - La fase della progettazione
della formazione richiede il possesso e l'utilizzo di tutte le
informazioni necessarie sul personale, sui mutamenti organizzativi e
normativi e sull'offerta presente sul mercato della formazione. La
raccolta dei dati rende necessaria la consultazione e il
coinvolgimento del personale e, quindi, la valutazione delle
esperienze formative precedenti e dei bisogni individuati.
La progettazione dovra' considerare diversi elementi, tra i quali:
gli obiettivi dell'azione formativa;
le caratteristiche dell'organizzazione;
le risorse finanziarie;
il numero e le aree professionali del personale coinvolto;
i programmi didattici;
le metodologie da adottare;
il piano di qualita';
i sistemi di verifica e valutazione individuale;
i sistemi di valutazione del programma (in itinere ed ex post).
Il progetto didattico dovra' essere concentrato sui fabbisogni
specifici delle amministrazioni e dovra' corrispondere alle esigenze
sia dell'organizzazione sia del personale.
In considerazione, poi, dei processi di mobilita' professionale che
investono tutte le pubbliche amministrazioni e che possono costituire
occasioni positive di scambi ed apporti di esperienze fra le
amministrazioni stesse, la progettazione dovra' proporsi la
trasparenza anche in funzione della trasferibilita' degli obiettivi
formativi perseguiti e raggiunti, oltre che della loro
capitalizzazione quale "credito" formativo individuale.
d) formulazione della domanda formativa - La corretta
formulazione della domanda richiede sia il rispetto della normativa
(tenendo conto delle norme generali per gli appalti di servizi, con
particolare riferimento alla normativa comunitaria) sia la conoscenza
del mercato e delle caratteristiche tecniche della formazione, con
particolare attenzione ai requisiti dei soggetti che operano nel
campo della formazione, alle dotazioni tecnologiche e alle
metodologie formative da impiegare.
La predisposizione dei bandi e dei capitolati tecnici va
effettuata, quindi, alla luce della normativa, ma anche delle
caratteristiche tecniche dell'offerta formativa, in continua e veloce
evoluzione;
e) la qualita' della formazione: i soggetti e i servizi - Tra i
fattori di qualita' dei soggetti erogatori vi e' l'esperienza
specifica sui servizi richiesti, coniugata con una forte capacita' di
proiezione innovativa di dimensione internazionale.
Nel merito, e' importante distinguere tra le attivita' di
formazione e quelle di consulenza e assistenza per meglio verificare
l'esperienza specifica del soggetto sulla formazione richiesta (per
metodologia, per destinatari, per settore o altro).
I fattori da tenere in considerazione sono: le competenze
interdisciplinari dei formatori, le metodologie impiegate (che
possono variare, anche integrandosi, tra aula, campo, stage,
laboratorio, studio di casi, formazione a distanza ed altro, comunque
idonei a porre in essere un coinvolgimento interattivo del
destinatario della formazione), i sistemi di qualita' adottati, le
attrezzature, la presenza sul territorio.
La qualita' delle attivita' formative riguarda i contenuti, il
grado di corrispondenza del progetto e delle azioni ai bisogni del
personale, infine gli aspetti operativi. Le capacita' operative e
gestionali delle attivita' vanno monitorate durante l'erogazione del
servizio secondo i principi dell'efficienza e dell'efficacia.
Rientrano in tale ambito, ad esempio, l'adeguatezza degli strumenti
di formazione alle attivita' offerte ed i sistemi di controllo della
qualita' durante i percorsi formativi.
Il monitoraggio del processo formativo richiede, innanzitutto,
l'individuazione di alcuni parametri che le amministrazioni devono
indicare in ogni programma. I parametri vanno individuati in base
alle caratteristiche e alle dimensioni delle attivita', utilizzando
anche quanto previsto dalle norme sull'accreditamento e dalla
normativa sul Fondo sociale europeo. Inoltre, i piani di formazione
dovranno prevedere sistemi di auditing e di verifica in grado di
aggiornare e modificare gli indicatori di valutazione.
f) gli utenti della formazione e la valutazione - L'attivita'
formativa deve risultare utile e, quindi, pertinente per le tre
categorie di utenti, diretti, indiretti e finali: i partecipanti ai
corsi, le amministrazioni e i cittadini.
Per misurare l'efficacia dei risultati dell'azione formativa
intrapresa, pertanto, occorre tenere ben presenti le valutazioni
espresse dai partecipanti alle attivita' formative, quelle dei
dirigenti delle amministrazioni e, infine, le valutazioni espresse
dai cittadini che usufruiscono dei servizi delle pubbliche
amministrazioni. Sono i cittadini che debbono poter riscontrare un
miglioramento continuo delle prestazioni ad essi rese.
In particolare, i dirigenti dovranno attivarsi, ove possibile con
il supporto dei propri uffici o rivolgendosi a soggetti esterni, per
valutare il "cambiamento" prodotto dalla formazione: in termini di
crescita professionale individuale, impatto organizzativo e
miglioramento della qualita' dei servizi; nell'attivita' di
valutazione possono fare riferimento agli indicatori previsti dalla
Direttiva generale per l'attivita' amministrativa e per la gestione.
La valutazione dei singoli partecipanti non deve basarsi soltanto
sul gradimento, ma sul grado di apprendimento, le capacita' e i
risultati dei singoli: l'obiettivo, infatti, e' la misurazione del
cambiamento apportato dalle attivita' formative. Le modalita' di
verifica non debbono esaurirsi nella attribuzione di un voto e di un
punteggio, ma possono rispondere anche ad una logica binaria di
certificazione di risultato positivo o negativo dell'attivita' di
formazione. I risultati della valutazione dovranno confluire in una
banca dati per essere rielaborati, e poter cosi' avviare un nuovo
ciclo di programmazione delle attivita' formative.
Il monitoraggio e la valutazione possono essere svolti da sistemi
di auditing interni. Qualora all'interno non siano disponibili
adeguate risorse, e nei casi in cui i piani di formazione interessino
numerose unita' di personale, monitoraggio e valutazione possono
essere affidate a societa' esterne selezionate per svolgere tale
attivita';
g) alcuni strumenti - Le informazioni sulla qualita' dei soggetti
e dei servizi di formazione da questi forniti possono essere raccolte
attraverso i seguenti strumenti di gestione e raccolta dati da
attivare in ogni amministrazione, anche nell'ambito dei sistemi
informativi del personale esistenti:
banca dati sulle esperienze formative della propria
amministrazione: primo strumento per verificare la qualita' dei
soggetti e delle attivita' proposte, utilizzando i dati sulla
qualita' e sulla soddisfazione dei precedenti rapporti;
short list, che comprenda le istituzioni di formazione
precedentemente selezionate, in base a criteri di qualita' definiti
dall'amministrazione, o accreditate. L'accreditamento e' la procedura
con cui ciascuna amministrazione pubblica riconosce ad un organismo
la possibilita' di proporre e realizzare interventi di
formazione-orientamento finanziati con risorse pubbliche. Esso
prevede l'istituzione di commissioni di valutazione che effettuano
una selezione in base a norme o a bandi. Gli accreditamenti si
distinguono per l'estensione territoriale di riferimento e per
tipologia di servizio. L'utilizzo di questo strumento e' previsto,
inoltre, nell'ambito della formazione continua, dal decreto del
Ministero del lavoro e della previdenza sociale del 25 maggio 2001,
n. 166;
certificazione di qualita': rilasciata da istituti di
certificazione in base alle normative di settore.
Riferimenti tecnici e operativi dedicati alle fasi del processo
dell'attivita' di formazione saranno indicati e contenuti in una
guida operativa, che verra' prossimamente emanata dal Dipartimento
della funzione pubblica.
Per lo svolgimento delle funzioni e delle azioni indicate, le
amministrazioni dovranno costituire apposite strutture interne,
adeguando le competenze degli uffici del personale, o potranno
ricorrere, per le azioni tecniche, a soggetti esterni pubblici e
privati.
6. Le nuove metodologie.
I mutamenti organizzativi in atto, l'introduzione di nuove
tecnologie, l'esistenza di una rete nazionale e il diffondersi del
telelavoro debbono portare a ripensare i luoghi e le tecniche della
formazione. La progettazione delle attivita' formative, quindi,
dovra' considerare anche le diverse metodologie di formazione a
distanza (videoconferenza, e-learning) che permettono di assicurare
l'efficienza e l'efficacia della formazione. L'adozione di tali
tecnologie comporta notevoli investimenti iniziali e, al pari di
altri progetti di automazione, richiede un'attenta pianificazione,
soprattutto al fine di tenere conto degli obiettivi della formazione,
dei destinatari e dell'integrazione con le tradizionali metodologie
d'aula. I programmi di formazione a distanza, inoltre, dovranno
prevedere una organizzazione modulare e una gestione flessibile,
affinche' possano venire incontro alle esigenze formative
individuali.
In tale ambito, il Dipartimento della funzione pubblica fornira'
indirizzi e linee guida, di concerto con il Dipartimento per
l'innovazione e le tecnologie.
7. Ruolo del Dipartimento della funzione pubblica e delle strutture
di formazione delle amministrazioni.
Alla luce della presente direttiva, alle scuole della pubblica
amministrazione e' assegnato il compito di aggiornare i programmi dei
corsi di formazione rivolti al personale dirigenziale nell'ambito
della gestione delle risorse umane.
All'Osservatorio dei bisogni formativi, istituito presso la Scuola
superiore della pubblica amministrazione (decreto legislativo 30
luglio 1999, n. 287), e' assegnato il compito di monitorare bisogni,
qualita' ed efficacia dell'attivita' formativa; anche per fornire gli
indirizzi utili per predisporre i progetti e, quindi, supportare le
amministrazioni centrali dello Stato nell'attuazione di questa
direttiva.
L'ufficio per la formazione del personale delle pubbliche
amministrazioni, istituito presso il Dipartimento della funzione
pubblica, svolgera', in collaborazione con il Dipartimento per
l'innovazione e le tecnologie, limitatamente ai settori di competenza
di quest'ultimo, funzioni di indirizzo e coordinamento in
collaborazione con le scuole della pubblica amministrazione e
promuovera' anche iniziative di accompagnamento e formazione per
garantire l'attuazione di questa direttiva, in particolare attraverso
il coordinamento di "piani di formazione" per il personale degli
uffici competenti delle diverse amministrazioni.
8. Il ruolo degli uffici del personale, dell'organizzazione e della
formazione.
Le amministrazioni, nell'ambito della propria autonomia, dovranno
attivare sistemi interni di governo della formazione, prevedendo il
rafforzamento o, dove mancante, l'istituzione delle strutture
preposte alla programmazione e alla gestione delle attivita'
formative, dotate di personale adeguatamente preparato.
A queste strutture spetta il compito di realizzare i piani annuali
e pluriennali di formazione, in aderenza alla programmazione delle
assunzioni. Tale compito rientra nell'obbligo generale di
programmazione e gestione di tutte le risorse, alla luce delle
strategie di riforma e delle richieste provenienti da cittadini e
imprese. Per questo, la Direttiva generale per l'attivita'
amministrativa e per la gestione dovra' costituire il punto di
riferimento per l'identificazione degli obiettivi e la programmazione
delle attivita' formative.
La programmazione delle attivita' formative diventa, quindi, uno
dei compiti delle strutture interne delle amministrazioni e uno dei
principi guida per il coordinamento e la gestione della formazione.
9. Programmazione della formazione.
Il Dipartimento della funzione pubblica, sentite la Conferenza dei
presidenti delle regioni, le associazioni rappresentanti degli enti
locali e le organizzazioni sindacali, emanera' un atto di indirizzo
annuale sulla formazione. Il documento conterra' le linee di azione e
i programmi strategici nazionali necessari per garantire
l'innovazione e la coesione nel processo di riforma della pubblica
amministrazione e le eventuali forme di collaborazione e cooperazione
con altri soggetti pubblici e privati.
Le singole amministrazioni predisporranno, entro il 31 marzo di
ciascun anno, un piano di formazione del personale, tenendo conto:
dei fabbisogni rilevati, delle competenze necessarie in relazione
agli obiettivi e ai nuovi compiti, della programmazione delle
assunzioni e delle innovazioni normative e tecnologiche introdotte.
Il piano di formazione dovra' indicare gli obiettivi e le risorse
finanziarie necessarie; prevedere l'impiego delle risorse interne e
di quelle comunitarie; le metodologie formative da adottare in
riferimento ai diversi destinatari, prevedendo anche attivita' di
formazione interne, gestite in forma diretta, individuando quindi
dirigenti e funzionari da coinvolgere in tali attivita'.
Il piano di formazione delle amministrazioni centrali dello Stato
anche ad ordinamento autonomo dovra' essere inviato all'Osservatorio
(punto 7). L'elaborazione del piano annuale dovra' tenere conto di
quanto previsto dal documento di programmazione economico-finanziaria
e dalla Direttiva generale per l'attivita' amministrativa e per la
gestione.
Per assicurare un efficace gestione delle politiche della
formazione e stabilire standard minimi di qualita', verra' istituita,
presso il Dipartimento della funzione pubblica, entro il 31 gennaio
2002, una struttura di coordinamento. Ne faranno parte rappresentanti
delle scuole della pubblica amministrazione, delle regioni e degli
enti locali, delle universita', di centri di alta formazione pubblici
e privati, delle forze sociali e del Dipartimento per l'innovazione e
le tecnologie.
10. Indirizzi.
La formazione dovra' accompagnare la realizzazione delle riforme
dell'amministrazione e, in particolare, supportare i seguenti
processi e necessita':
il riordino dei Ministeri, anche alla luce del decentramento
delle funzioni delle amministrazioni centrali, del ridisegno dei
compiti istituzionali e dell'attuazione del principio di
sussidiarieta' orizzontale;
la semplificazione amministrativa e l'analisi di impatto della
regolamentazione;
il rafforzamento dei sistemi di controllo interni, di valutazione
del personale e il consolidamento dei principi della responsabilita';
le competenze necessarie per la gestione delle risorse umane in
termini manageriali e non solo giuridico-formali e contabili;
il rafforzamento della formazione statistica;
le nuove figure professionali necessarie nelle pubbliche
amministrazioni con particolare riferimento alla comunicazione
pubblica ed alle relazioni con i cittadini;
- la realizzazione di quanto previsto dal piano per l'e-government
e dai programmi sulla societa' dell'informazione;
lo sviluppo di una formazione a carattere europeo ed
internazionale;
i programmi regionali e nazionali cofinanziati da fondi
comunitari;
l'attuazione della normativa sulla comunicazione istituzionale.
I diversi livelli di governo potranno prevedere programmi e
indirizzi generali legati ai relativi processi di riordino.
11. Formazione internazionale.
L'integrazione delle economie dei diversi Paesi, il rafforzamento
della coesione europea e il rapporto costante tra le amministrazioni
europee e gli organismi internazionali richiedono una formazione
permanente sui temi internazionali, sulle istituzioni e sulle
politiche europee.
La rapida diffusione degli scambi di esperienze tra i Paesi
europei, la domanda di una piu' frequente mobilita' dei funzionari e
dei dirigenti tra le amministrazioni italiane e straniere, richiedono
che una sempre maggiore attenzione venga dedicata alla formazione
internazionale.
Formazione adeguata a diversi livelli di qualificazione, non solo
del personale specializzato nel settore internazionale, ma del
maggior numero di dipendenti attualmente in servizio, per poter
realizzare una piena e consapevole integrazione dei processi
decisionali e amministrativi comunitari.
La formazione internazionale assume maggiore rilevanza soprattutto
in un quadro amministrativo che preveda, in maniera crescente, la
mobilita' dei funzionari e dei dirigenti anche nell'ambito degli
organismi internazionali.
Le attivita' formative dovranno svolgersi in collaborazione con
istituti degli altri Paesi membri della Comunita' e con le altre
strutture formative internazionali. In vista del semestre di
presidenza italiana dell'Unione europea, le amministrazioni
individueranno il personale da coinvolgere nelle attivita' formative
necessarie, predisposte dalle scuole della pubblica amministrazione.
12. Dirigenza.
Il processo di riforma dello Stato deve essere sostenuto da una
dirigenza in grado di esprimere qualita' manageriali di eccellenza,
con una forte cultura del risultato e della responsabilita', capace
di organizzare mezzi e risorse per il raggiungimento degli obiettivi
istituzionali, fra tutti quello di offrire ai cittadini servizi di
elevato livello qualitativo. La formazione, dunque, dovra' diventare
una dimensione permanente della vita professionale dei dirigenti,
garantendo ad essi qualita', innovazione e flessibilita' nella scelta
dei soggetti e delle metodologie, attraverso il ricorso a strutture
di alta formazione.
Le strutture per la formazione continua dei dirigenti, pubbliche e
private, di livello nazionale ed internazionale, dovranno garantire
un elevato livello di prestazioni, utilizzando nuove metodologie,
quali la formazione a distanza e l'autoformazione. Le attivita'
formative fruite dai dirigenti delle amministrazioni centrali dello
Stato verranno inserite nella banca dati del ruolo unico, di cui
all'art. 23 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
13. Universita'.
Come indicato nel decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509,
verra' stabilita una collaborazione permanente con le universita' e
con istituti di alta formazione privati preventivamente selezionati,
al fine di monitorare i corsi attivati e destinati all'ingresso nelle
pubbliche amministrazioni. Questa collaborazione si esplichera' in
sede di tavoli di presentazione dei programmi, come previsto dal
citato decreto, e in modo permanente attraverso una conferenza per
l'analisi dei corsi, la collaborazione sulla ricerca e l'innovazione
e la predisposizione di stage.
14. Risorse.
I risparmi derivanti dai processi di riorganizzazione e di
esternalizzazione potranno essere utilizzati per riqualificare il
personale sui nuovi processi di lavoro. I fondi comunitari previsti
dalla programmazione 2000-2006, nel rispetto delle specificita'
indicate nei diversi documenti di programmazione comunitaria,
dovranno concorrere, con i fondi nazionali e regionali, ad assicurare
il raggiungimento degli obiettivi della presente direttiva.
15. Strumenti.
Per supportare l'attivita' di programmazione delle politiche per la
formazione, presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione
verra' costituita una banca dati, relativa alle esperienze formative
delle amministrazioni centrali dello Stato e tramite accordi delle
altre amministrazioni pubbliche, alla quale potranno fare riferimento
le strutture addette alla formazione del personale.
Ad una "Conferenza nazionale sulla formazione e la gestione delle
risorse umane", da realizzare prossimamente, in raccordo con le
regioni, gli enti locali e le organizzazioni sindacali e con la
partecipazione di strutture di alta formazione, verra' assegnato il
compito di affrontare le tematiche relative alle politiche sul
personale, verificando e confrontando i sistemi di programmazione e
di valutazione della formazione.
Si invitano i destinatari in indirizzo a dare massima diffusione
alla presente direttiva.
Roma, 13 dicembre 2001
Il Ministro: Frattini
Registrato alla Corte dei conti il 17 gennaio 2002
Ministeri istituzionali, registro n. 1 Presidenza del Consiglio dei
Ministri, foglio n. 112