Pende su Tony Blair il rischio di impeachment. Undici membri del parlamento britannico sono pronti a dichi
 
 
Pende su Tony Blair il rischio di impeachment. Undici membri del parlamento britannico sono pronti a dichiarargli guerra per aver trascinato il Regno Unito nel conflitto iracheno. L'accusa più grave: «alti crimini e violazione delle leggi» per cui dovrà rispondere davanti al parlamento. Un'imputazione che, sottolinea la stampa britannica, torna a essere evocata dopo 150 anni. L'ultimo caso, quando l'allora ministro dell'Interno, Lord Palmerstone, venne processato per aver siglato accordi segreti con la Russia. E anche oggi si parla di accordi segreti. Solo che le relazioni a finire nel mirino sono quelle tra Bush e Blair, giudicate «incostituzionali e lesive della legge».

«Il nostro compito primario - dicono i membri della commissione d'accusa - è restaurare la lealtà verso l'elettorato. Tradito e preso in giro da Blair». Ma a Londra, restano forti i dubbi sul far esplodere una simile bomba. «Siamo consapevoli - assicurano i deputati - che Blair sapesse tutto dell'assenza delle armi chimche. E che, protetto dai privilegi parlamentari, non abbia detto la verità. Ha distorto, soppresso e manipolato l'informazione per fini politici. E lo ha fatto in varie occasioni». A guidare i deputati contro il prime minister, il volitivo Adam Price, un nazionalista gallese che sta facendo il possibile per portare il premier britannico davanti ai Comuni: «Lo facciamo - assicura il parlamentare - con rammarico ma anche con estrema convinzione, perché ci teniamo veramente a preservare le basi della democrazia».

Di fronte a tali incriminazioni, sottolinea The Guardian: «Le parole che Blair pronunciò dieci anni fa durante una conferenza del partito laburista sembrano quasi un'autoparodia: «Una nuova politica significa essere aperti. Significa dire le cose per come stanno. Siamo onesti. Diretti. Tutti quelli alla ricerca di speranze, si meritano la verità».

Gia. Va.