La sinistra laburista chiede l'impeachment di Blair per le bugie sull'Iraq
Dopo le opposizioni, anche i colleghi di partito accusano il premier
 
 
L'ala sinistra del partito laburista britannico è pronta a chiedere il conto all'inquilino di Downing street. A due settimane dal congresso annuale di Brighton, pende su Tony Blair il rischio di impeachment per la guerra in Iraq. Nel mirino della sinistra labour sono finite le «mutevoli giustificazioni» addotte dal premier per sostenere l'invasione, facendo leva «prima su inesistenti armi di sterminio di massa e poi sulla mendace necessità di restaurare la democrazia e i diritti umani».

Gli attivisti si sono resi indisponibili a sostenere il primo ministro nella corsa verso le elezioni del prossimo maggio, sottolineando addirittura che «un cambio nella leadership sia l'unica soluzione possibile». Naturamente la loro proposta si è immediatamente scontrata con i vertici del partito laburista, pronti a mettere a tacere ogni forma di dissenso. Cosa peraltro già avvenuta quando, il mese scorso, un gruppo di parlamentari nazionalisti scozzesi e gallesi ha provato a mettere sotto processo Tony Blair.

Con l'accusa di «alti crimini e violazione delle leggi» ha infatti tentato di inchiodare il premier alle proprie responsabilità, ottenendo però alcun risultato.

Sta di fatto che difficilmente la manovra di impeachment riuscirà a rimuovere Blair dal proprio incarico ma gli creerà, senza dubbio, non poco imbarazzo. E come se non bastasse, anche i manifestanti pro-caccia ci hanno messo il loro carico da undici. Mentre i deputati della House of Commons stavano discutendo e si preparavano a votare sulla legge che vieta la caccia con i cani in Inghilterra e Galles, una ventina di attivisti ha fatto irruzione in aula con indosso magliette bianche con i volti del premier e di sua moglie. Nonostante le proteste, la legge è stata approvata.

G. V.