A Roma il sit in contro l'espulsione dei profughi del cpt di Ponte Galeria: «Le espulsioni vanno bloccate. Pisanu ci riceva»
Cap Anamur, vietato ai naugfraghi l'incontro con i legali
 
 
Dopo l'odissea in mare, ora è nei centri di permanenza temporanea che si consuma il calvario dei profughi della Cap Anamur. Da Caltanissetta arriva l'eco dell' ultimo sopruso ai loro danni: gli viene impedito persino di parlare con i propri avvocati. «Questo è un comportamento che viola palesemente il diritto di difesa dei richiedenti asilo. Impedire a un assistito di consultare il proprio legale, paventando per altro motivazioni ridicole, è una pratica di una gravità assoluta che sospende di fatto lo stato di diritto e prefigura la nascita di "Guantanamo italiane"». A dirlo è l'Arci che stigmatizza pesantemente l'operato del governo, dicendo: «Ormai, in materia di asilo e di diritti, è in stato confusionale. Annaspa nella completa ignoranza dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali degli individui».

Non meno aspra è la valutazione del diessino Pietro Folena che condanna il comportamento delle autorità in quanto «viola il fondamentale diritto di difesa ed è ancor più grave visto che i naufraghi non sono accusati di alcun reato». Anzi, sottolinea: «Nei giorni scorsi il governo aveva assicurato loro l'accoglienza umanitaria, mentre oggi i 37 profughi vengono trattati peggio di qualsiasi delinquente, al quale nessuno si sognerebbe, come è giusto e ovvio, di negare il colloquio con un legale». E dalla Sicilia arriva unanime la richiesta di mobilitazione in favore dei giovani africani salvati dalla Cap Anamur. Si sta svolgendo in queste ore una staffetta di solidarietà tra amministratori di enti locali e parlamentari che tiene alta l'attenzione sulle sorti dei 37 profughi. I sindaci di Caltanissetta e di Delia, Salvatore Messana e Gioacchino di Maria hanno infatti sottoscritto un appello affinchè i migranti non siano lasciati soli. A firmarlo è stato anche il prosindaco di Venezia, Giuseppe Caccia seguito dal consigliere regionale Friuli Venezia Giulia, Alessandro Metz che chiede a gran voce che «si cessi immediatamente l'illegittimo trattenimento dei profughi, e venga rilasciato loro un permesso di soggiorno per motivi umanitari».

Ma la sorte peggiore è toccata senza dubbio ai 14 naufraghi che sono stati trasferiti in tutta fretta al Cpt di Ponte Galeria (Rm), praticamente col foglio di espulsione in mano. In loro sostegno si è tenuto ieri un sit in davanti a palazzo Chigi, per chiedere che venga immediatamente ritirato il decreto di espulsione nei loro riguardi. Ad appoggiare l'iniziativa promossa da Action sono stati numerosi parlamentari, tra i quali il verde Cento, Loredana De Petris, e Giovanni Russo Spena (Prc) che si sono ritrovati in piazza per chiedere al ministro Pisanu un incontro in tempi brevi. «E'inammissibile - spiega Giovanni Russo Spena - che su dei richiedenti asilo politico o protezione umanitaria venga agitato lo spettro dell'espulsione. In reatà siamo di fronte a un ricatto della Lega che sulla pelle dei naufraghi cerca di portare avanti la verifica di governo». Dello stesso parere, Salvatore Bonadonna (Prc) che dice: «Si tratta della più infima forma di speculazione sulla pelle dei più deboli. Mi pare che tutto si muova in condizioni di dubbia legalità perché non si sanno le reali motivazioni per cui ai naufraghi rinchiusi al cpt di Galeria non siano riconosciuti diritti e tutela umanitaria, come per i loro compagni tenuti in ostaggio a Caltanissetta».

Dal canto suo Giovanna Cavallo, portavoce dei Didobbedienti, sottolinea che «è solo la punta di un iceberg della permanente violazione dei diritti che i migranti subiscono ogni qual volta tentino di avvicinarsi all'Europa», e commenta: «L'atteggiamento del governo rispetto a questo episodio è l'ennesima dimostrazione dell'incapacità di affrontare la complessità del fenomeno immigrazione». Intanto per oggi si attende un pronunciamento del ministro degli Interni.

Giada Valdannini