Made in Italy nella "Grande Mela". Stampate a Roma 25mila bandiere arcobaleno
 
 
Durante la marcia contro Bush, erano migliaia le bandiere arcobaleno su Madison Square Garden. Ducentocinquantamila venivano dall'Italia, prodotte artigianalmente da Michele Quatela, un imprenditore nostrano. A raccontarcelo sono i membri del collettivo statunitense "Artisti contro la guerra" che oltre ad averle commissionate, le hanno distribuite un po' in ogni angolo della Grande mela, tappezzata di slogan iridescenti che l'hanno trasformata in un immenso manifesto contro Bush. Dalle finestre, dai tetti, e giù fino alle strade, le bandiere pacifiste provenienti dall'Italia hanno invitato i newyorkesi a «sconfiggere la distruttiva amministrazione Bush alle elezioni di Novembre». Stesso obiettivo del collettivo che, racconta Joyce Kozloff, una dei membri, «è nato ancor prima della invasione americana dell'Iraq» ma che «due mesi fa ha scelto di scendere in piazza invadendola con le bandiere arcobaleno». In previsione della Convention repubblicana, in effetti, si sono decisi a «bloccare pacificamente le strade», forti del valore simbolico della bandiera della pace e pronti a incidervi sopra un messaggio: «Gli americani dicono no a Bush».

A creare gli stendardi colorati è stato però un giovane artigiano romano, che ha portato a termine il lavoro nell'arco di un mese, scelto tra decine di imprenditori che si erano resi disponibili in ogni parte del mondo. Lunga e tortuosa la strada della spedizione che, pur di eludere gli aspri controlli doganali, ha dovuto affrontare una serie di peripezie. «Il motivo - racconta Quatela - è che se fossero state inviate come materiale per la protesta sarebbero state immediatamente bloccate». A suffragare la tesi, il fatto che gli artisti newyorkesi «abbiano preferito commissionare la produzione all'estero piuttosto che nella democratica America», commenta con sarcasmo l'imprenditore.

Ma dopo tanti escamotages, le bandiere sono arrivate a destinazione. Persino il regista Michael Moor, ormai simbolo della contestazione anti-Bush, ne impugnava una sfilando in testa al corteo.

«Per noi - ricordano quelli del Collettivo newyorkese - sventolare una bandiera della pace prodotta in Italia ha un importante valore simbolico. E' lì che è stata creata e quando nel marzo 2003 il vostro Paese ci ha tappezzato le finestre, per noi è stato uno spettacolo straordinario». «Crediamo - aggiungono - che portarle negli Usa sia un modo per dare continuità a un movimento trasversale che ormai travalica le fontiere nazionali. Vedere a New York le finestre incerottate di colori è come tessere ancora la trama di un tappeto di pace disteso a più riprese oltre oceano».

Gia. Va.