Ex manicomio di Roma:«Acquisizione comunale? Se ne può discutere»
S. Maria  della Pietà, aperto il confronto
 
 
Il dibattito sul Santa Maria della Pietà è arrivato a un punto cruciale. Nonostante penda sull'ex manicomio di provincia lo spettro inquietante della risanitarizzazione, a Roma «si è compiuto un passo che si preannuncia decisivo». Dopo mesi di mobilitazioni e 9mila firme raccolte, ieri in Comune si è tenuto un incontro cui hanno partecipato consiglieri e i promotori della Delibera di iniziativa popolare che vorrebbe restituire il comprensorio all'utilizzo pubblico, sociale e culturale.  Il tutto tramite l'acquisizione comunale degli spazi. Sottraendoli di fatto all'uso privatistico che ne sta facendo la Asl Rme, cui la Regione - che ne è proprietaria - ha affidato la gestione.

Alla presenza di Marroni (presidente commissione patrimonio), Sentinelli (capogruppo Prc al comune), Galeota (Ds), Cirinnà (Verdi) e Lovari (Fi) si è discusso dei nodi della questione: «La proprietà del complesso in funzione del suo utilizzo» e la riconversione di alcuni padiglioni che erano stati destinati a ostello e che oggi - per scelta della Asl e in barba ai vincoli legali che ne vietano il cambiamento di utilizzo - si stanno trasformando in presidi sanitari. A fronte di ciò tutti sembrano convergere sull'importanza di quel luogo della memoria e Patrizia Sentinelli afferma: «Sono per la graduale acquisizione del comprensorio. Bisogna porre la questione all'ordine del giorno per accelerare i tempi e aprire un tavolo di confronto con la regione». Galeota è d'accordo: «Facciamo un sopralluogo per verificare l'utilizzo dei padiglioni». Dal canto suo Lovari si dice «favorevole a un percorso che apra il confronto». Monica Cirinnà sostiene che «la graduale acquisizione è la strada da seguire, tanto più che la Asl si ritiene già padrona». E Marroni dice che «l'acquisizione è un'idea su cui si può lavorare».

Giada Valdannini