Nessuna speculazione sull'ex manicomio
 
Prc, Verdi, associazioni ambientaliste e realtà territoriali insieme per salvare il Santa Maria della Pietà. «Trasformiamo quel luogo di esclusione in un luogo di inclusione»
Dopo la grande mobilitazione cittadina in favore del Santa Maria della Pietà, si avvicina la resa dei conti su quel comprensorio che fu, per quasi un secolo, il manicomio della provincia di Roma, oggi di proprietà della Regione ma affidato alla gestione della Asl rme.

Entro la fine di aprile, la Giunta capitolina dovrà discutere la proposta contenuta nella Delibera di Iniziativa Popolare - e sottoscritta da 9mila romani - di acquisizione comunale dell'ex ospedale psichiatrico, per trasformare "quel luogo di esclusione in luogo di inclusione sociale" e scongiurare il rischio che un nuovo polo ospedaliero venga collocato al suo interno, come è nelle intenzioni della Asl rme. Tutto ciò in una parte di Roma in cui esistono già numerosi complessi ospedalieri, pubblici e privati.

Il Santa Maria della Pietà è un luogo della memoria, un patrimonio storico collettivo e, oltre a racchiudere il vissuto di tanti malati "imprigionati" lì dentro per decenni, è anche testimonianza dell'importante percorso di liberazione che, attraverso la legge Basaglia, ha portato alla chiusura dei manicomi in tutto il territorio nazionale. Ancor più oggi che la proposta di legge Burani-Procaccini sulla salute mentale, tenta di privilegiare la difesa sociale e il controllo, rilanciando "l'inserimento coatto in strutture protette".

La storia dell'ex complesso manicomiale è storia di emarginazione. Quando nel 1913 fu posta la prima pietra, le istituzioni decisero di relegare i malati di mente in una zona di confine, laddove la città ancora non giungesse e il "decoro" capitolino non potesse essere intaccato. Ma oggi il Piano Regolatore definisce il Santa Maria della Pietà una "centralità urbana" e i sostenitori della Delibera chiedono che diventi il "Centro storico" del municipio in cui è collocato.

La diatriba in atto sulle sorti dell'ex manicomio va avanti da oltre un decennio ma è esplosa all'indomani della dismissione dell'ultimo dei suoi 35 padiglioni. Dall'estate del '96 associazioni, cooperative, forze politiche e cittadini si sono uniti per imporre un progetto di riutilizzo che tenesse conto del valore simbolico del complesso, guidati dall'idea che non dovesse essere "Mai più manicomio". In scontro aperto con coloro che invece ravvisavano nella struttura la possibilità di redditizie speculazioni economiche.

La grande adesione alla raccolta di firme ha stupito non poco i promotori e i sostenitori della Delibera. Patrizia Sentinelli (Capogruppo al Comune di Roma per il Prc) ha commentato: «E'importante la qualità dell'intervento partecipativo che questa delibera ha compiuto, perché trovare un gruppo di cittadine e cittadini così interessati allo sviluppo e alla riqualificazione del territorio non è cosa di poco conto». Intanto la mobilitazione indetta da associazioni ambientaliste, realtà territoriali, gruppi comunali di Verdi e Rifondazione comunista continua. Ieri pomeriggio c'è stata un'assemblea cittadina per discutere sul futuro del Santa Maria della Pietà.

Giada Valdannini