Parma, mobilitazione antirazzista all'indomani del pestaggio della polizia
Dopo la brutale carica, grave un pacifista
 
 
Grave il bilancio all'indomani della carica delle forze dell'ordine, venerdì sera a Parma, ai danni dei pacifisti: un ragazzo in gravi condizioni, ricoverato in ospedale per trauma cranico, con prognosi riservata di 72 ore, numerosi feriti e tre fermi di cui un minorenne.

Teatro del brutale e gratuito pestaggio, le strade della città emiliana dove un centinaio di antirazzisti, attivisti di centri sociali, Ya Basta, Prc e Ciak, era sceso in piazza contro la fiaccolata, razzista, indetta dalla Lega Nord (presente anche Bossi) con l'intento di sostenere il "no" al voto ai migranti e l'inasprimento della repressione. In risposta al grave pestaggio, le associazioni pacifiste e antifasciste hanno organizzato ieri una nuova mobilitazione corale di condanna verso la violenza subita.

Le prime ore della mattinata sono state scandite da un presidio in cui gli antirazzisti hanno diffuso volantini di denuncia, mentre nel pomeriggio un cospicuo numero di antifascisti, pacifisti e gente comune si è riunito di fronte al palasport per fare il punto e pianificare iniziative a sostegno dei molti feriti, per dare un segnale forte alla società civile.

Racconta Emanuele Conte, segretario provinciale del Prc: «Stiamo decidendo come rispondere a questo violento atto intimidatorio e prevediamo nuove mobilitazioni pacifiche per i prossimi giorni, come volantinaggi e presidi».

Assurda la dinamica del pestaggio. Come ci raccontano i testimoni, i manifestanti sono stati letteralmente "sorpresi" dalla inaspettata pioggia di manganellate. «Non abbiamo mai reagito», ci dice uno di loro, «neanche quando siamo stati accerchiati e picchiati».

Nelle intenzioni degli organizzatori del corteo non c'era la minima intenzione di provocare la polizia e tanto meno le "camicie verdi", ma dimostrare apertamente il dissenso verso la fiaccolata leghista. Anche perché la decisione di scendere in piazza è stata presa appena pochi istanti prima della partenza del corteo leghista, con un semplice tam tam di telefonate. Ignota era anche la partecipazione dello stesso Bossi.

Invece, i pacifisti sono stati "accolti" a suon di botte, subendo ben sette cariche. Le schiere dei manifestanti sono arrivate quindi decimate di fronte alla camera di commercio dove era previsto il comizio dei figli del dio "Po". La fase peggiore degli scontri si è avuta proprio qui.

Non basta. Dopo il pesante intervento della polizia, è persino iniziata una spietata caccia all'uomo. A farne le spese maggiori appunto il ragazzo ricoverato in prognosi riservata.

Giada Valdannini