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Roma, 10 febbraio 2006 - Da un'idea della
romanologa Giada Valdannini, in collaborazione con l'etnomusicologo
Guido Gaito, nei giorni 10 e 11 febbraio nasce a Roma un'iniziativa
importante sostenuta e promossa dalle associazioni Them Romano e Arci: "la
due-giorni romanì".
La kermesse, con il patrocinio della Consigliera Delegata del sindaco alle
politiche della Multietnicità, Franca Eckert Coen, rientra nel più
ampio progetto di una decade dal titolo "Roma Reale, Roma Plurale: tutela
e garanzia delle diversità". L'iniziativa nasce per creare una convivenza
pacifica in una società laica, plurale e pluralista e una città condivisa;
in particolare stamane nella cornice dell'auditorium della Discoteca di
Stato, l'idea è stata quella di mostrare la cultura romanì al di fuori
dello stereotipo, mettendo in luce gli aspetti più particolari e
interessanti di una tradizione millenaria. L'incontro è stata
un'occasione per conoscere più da vicino la storia, i vissuti, le
esperienze della popolazione rom e di quanti si interessano in vari modi a
loro, ascoltando le loro testimonianze.
Il senatore Luigi Togni, personalmente interessato alla tematica
date le sue discendenze rom, ha proposto una notifica alla legge del
2000 sulla Giornata della memoria, che non include la popolazione in
questione: "L'olocausto ha colpito duramente anche la popolazione rom
anche se nessuno ne è a conoscenza, neanche loro stessi; hanno infatti una
cultura molto forte, ma l'analfabetismo supera il 95%. Il fatto di non
saper scrivere, di non avere documenti, nè residenza, nè lavoro li fa
stare fuori dalla legge: è proprio la legislatura invece che
dovrebbe sentirsi in dovere di occuparsi di loro."
Molto incisivo è stato il contributo di Santino Spinelli, rom
abruzzese polistrumentista e docente di Lingua e cultura romanì
all'Università di Trieste. "Sono tanti i pregiudizi che bisogna superare.
In particolare sono tre i concetti più sbagliati che la cultura
occidentale ci attribuisce: zingaro, nomadi e campo nomadi. Il primo
termine è infatti un termine dispregiativo, che ci è stato imposto. La
mobilità non è una scelta di vita, ma è una conseguenza delle politiche
razziali, mentre il campo nomadi viene identificato come una pattumiera
sociale." Spinelli è inoltre il promotore di un importante concorso
culturale per dare visibilità alla cultura romanì, "Amico Rom", che è
patrocinato dal Presidente della Repubblica; arrivato alla dodicesima
edizione, esso non è assolutamente ghettizzante ma è aperto a tutti coloro
che vogliono offrire la propria esperienza e il proprio contributo sulla
cultura dei rom. "In palio c'è il premio Pralipè: questa parola sta
a significare fratellanza, amicizia, pace, tutti concetti fondamentali per
noi."
Durante l'incontro sono stati mostrati dei filmati sulla vita, sulle
attività e sui sogni di tanti rom; ma a dare colore e calore alla
mattinata sono stati i lautari rumeni, abili musicisti che hanno
deliziato i presenti con le loro particolari sonorità.
La giornata di sabato 11 febbraio sarà invece dedicata all'arte romanì con
l'esposizione di manufatti, come abiti, collane e accessori, presso l'ex
lavanderia a piazza Santa Maria della Pietà; ci saranno inoltre
mostre con gli scatti dei fotografi Stefano Montesi e Stèphanie Gengotti,
e la proiezione di filmati.
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