Gli studenti rivendicano gli "spazi di democrazia" sottratti
"Giornata antiproibizionista", mobilitazione alla Sapienza
 
 
«Tutto fumo, niente arresto». Questo l'ironico messaggio che scandisce la "Giornata antiproibizionista" organizzata ieri nella facoltà di Scienze politiche della Sapienza, a Roma.

La mobilitazione, realizzata da gli/le studenti della facoltà e da militanti di "Action"(Agenzia comunitaria dei diritti) inizia alle 12.30 con una conferenza Stampa dal titolo esplicativo: "Nuove forme di controllo e di restrizione degli spazi di democrazia" cui partecipano Paolo Cento (Verdi), Carlo Leoni (Ds) e Graziella Mascia (Prc).

Gli studenti di Scienze politiche si sono visti sottrarre, alla fine dell'estate, un importante luogo di aggregazione e di dibattito che per anni è stato l'"aula XII". I successivi tentativi di riacquisizione di uno spazio democratico hanno visto l'intervento repressivo delle forze dell'ordine sollecitate dal preside e l'istallazione di telecamere di monitoraggio in tutta la facoltà.

La motivazione ufficiale sa di pretesto: «Creare un'aula multimediale». Il preside e il rettore si sono sbarazzati così di uno luogo liberato in cui presumevano circolassero "canne". «Ecco il vero obiettivo» racconta uno studente.

Con una interpellanza parlamentare Rifondazione ha chiesto chiarimenti al ministro degli Interni. «Vogliamo dimostrare la solidarietà parlamentare agli studenti e far sapere al preside e al rettore che il loro comportamento è ingiustificabile», spiega la vicepresidente del gruppo Prc a Montecitorio, Graziella Mascia.

Nel pomeriggio il seguito dell'iniziativa. Alle 16.00 l'aula professori si riempie di ragazzi che assistono all'assemblea su "I mille effetti del proibizionismo", cui intervengono il deputato del Prc Giuliano Pisapia (già presidente della commissione Giustizia della Camera), esponenti delle associazioni "Galassia Intervento Creativo", "Pazienti Impazienti Cannabis" e il reponsabile della Cgil per le tossicodipendenze, Bordone.

L'intento resta quello di sottolineare la gravità degli atti intimidatori, con l'obiettivo di inserire il dibattito in una più ampia riflessione sul disegno di legge Fini relativo all'uso delle droghe e sui reali effetti del consumo di sostanze stupefacenti.

Apre gli interventi uno studente, Guido, che fa luce sul collegamento fra la chiusura dell'aula degli studenti e la comunicazione ministeriale redatta l'11 settembre scorso dal capo della polizia, De Gennaro. «In essa - spiega Guido - si invitano i responsabili degli istituti scolastici a disporre servizi di vigilanza per evitare turbative, contrastare lo spaccio di droga e percepire fermenti tra la popolazione studentesca».

«Poco fumo e molti arresti», dice preoccupato Pisapia, che invita ad una mobilitazione preventiva, prima che la legge che rende reato il solo utilizzo di sostanze «si trasformi in una guerra contro i consumatori: è un testo inammissibile in uno stato di diritto».

Secco l'affondo del Ciga che definisce le comunità terapeutiche, rilanciate nella proposta Fini (a scapito dei Sert, statali), come «privatizzazioni italiane della pena». Allarmato anche Bordone: «Le comunità sono una via di mezzo tra carcere e manicomio. E' inammissibile una legge che umilia migliaia di operatori pubblici che lavorano sulle tossicodipendenze».

Giada Valdannini