«Sirchia dimettiti»
 
Coro di proteste sul caso del bambino talassemico. Ma il governo punta ancora a cambiare la legge sulla fecondazione
«Sirchia hai mentito: dimettiti». Così i radicali hanno chiesto al ministro della Salute di andarsene, accusandolo di essersi preso gli onori della guarigione del bambino di 5 anni salvato dalla talassemia grazie alle cellule staminali, ma non gli oneri connessi a un tale intervento, il primo al mondo con quelle caratteristiche. Daniele Capezzone, segretario dei radicali, ha infatti accusato Sirchia di aver «dimenticato di dire che se il bimbo si è salvato è grazie ad un procedimento che in Italia è illegale». Il piccolo Luca c'è l'ha fatta grazie alle cellule prelevate dal cordone ombelicale dei suoi fratellini. Questi erano nati sani grazie alla preselezione degli embrioni «che in Italia è illegale», sottolinenavano ieri le decine di manifestanti che si sono ritrovati in un sit-in davanti a Montecitorio.

Anche per Erminia Emprin, responsabile Welfare di Rifondazione, la guarigione del piccolo Luca è la «dimostrazione che volendo fare in Italia, per motivi ideologici, una legge repressiva non si può sviluppare la ricerca». «Anzi, come in questo caso, si rischia di generare un autentico turismo della fecondazione fatto di coppie costrette a migrare per ottenere cure adeguate». «Procedendo così - ha sintetizzato Emprin - sarà il Farwest».

Sullo sfondo della vicenda, il rapporto ambiguo coi medici della struttura di Pavia dove è avvenuto l'intervento, di cui il professor Sirchia, prima di diventare ministro, è stato il fondatore e direttore. Nel mirino il recente finanziamento che l'ospedale avrebbe ricevuto con un apposito decreto. Fondi destinati, paradossalmente, a effettuare ricerche sulle tecniche di conservazione dei gameti e degli embrioni. A denunciare la vicenda è Luana Zanella, deputata Verde che chiede a Sirchia di «riferire in Parlamento e chiarire se esiste o no un problema di conflitto d'interessi che lo riguarda». «Ha ingannato medici, malati e cittadini», ha rincarato la dose Capezzone. «E' ora che se ne vada e che sia chiamato a questo passo innanzitutto dalle persone ragionevoli e liberali del suo stesso schieramento».

Le divergenze nell'esecutivo non si sono fatte attendere. «Credo tocchi le coscienze di ognuno sapere che oggi, con la normativa vigente sulla fecondazione assistita, quei gemellini sani non sarebbero mai nati e il loro fratellino sarebbe stato condannato a morte», ha dichiarato Stefania Prestigiacomo, ministra per le Pari opportunità, che ha aggiunto: «Apportare delle modifiche alla legge sulla fecondazione mi sembra ormai necessario». «Giunti a questo punto - concludono invece i radicali - firmare i referendum significa non solo firmare per nuove politiche, ma anche firmare per un nuovo ministro della Salute».

Giada Valdannini