Botta e risposta tra Bertinotti, Amato e Rutelli dalle pagine dei quotidiani

L'Ulivo, il programma e il neocentrismo

 

 

«La piattaforma neocentrista di Rutelli non è l'alternativa». Al ritmo di un serrato botta e risposta Fausto Bertinotti replica così alle parole del presidente della Margherita che dalle pagine del Corriere della Sera annuncia: «Se andremo al governo non cancelleremo le riforme del Polo». Un'affermazione che scatena molte reazioni negative all'interno dello stesso centrosinistra.

Così mentre a sinistra si apre il confronto su una possibile intesa programmatica, emergono già posizioni divergenti. Testimoni le pagine dei maggiori quotidiani nazionali che assistono al dibattito sulle condizioni necessarie all'intesa. La giornata di ieri si trasforma quindi un andirivieni di dichiarazioni. Con un articolo apparso su La Repubblica, Giuliano Amato utilizza toni concilianti per sottolineare la priorità di una convergenza: «C'è bisogno - dice - di un programma che trascini l'elettorato senza incantarlo. Dovremo far lava su una serie di punti imprescindibili. Il primo è quello della vivibilità del pianeta; il secondo riguarda quello che gli economisti chiamano il "capitale umano" e il terzo investe il rapporto fra pace e sicurezza». «Tre questioni - conclude Amato - per entrare nel futuro guardando al futuro e non a ciò che abbiamo alle spalle».

A distanza risponde il segretario del Prc, che tramite un'intervista su Il Manifesto, commenta il secco rimprovero rivolto da Guglielmo Epifani al centrosinistra. Per il leader della Cgil «sotto il profilo della condivisione programmatica il centrosinistra è ancora all'anno zero». Bertinotti segnala invece che «le opposizioni su alcuni punti come lavoro e ambiente sono andate avanti. Scansano e Melfi consentono di dire che non siamo all'anno zero». Il segretario del Prc aggiunge anche che per raggiungere un'intesa è prioritario il ripristino dell'imposta di successione per i grandi patrimoni, la revisione delle aliquote sulle rendite finanziarie e l'inserimento della tassa patrimoniale. Nodale la convergenza sulla questione della riforma della pensioni, della tutela dei lavoratori e dell'estensione del diritto di voto ai migranti.

Rutelli però non sembra proprio dello stesso avviso e dalle pagine del Corriere della Sera dichiara: «Non potremo scaraventare l'Italia in un terzo quinquennio di riforme, quindi proveremo la legge Biagi e Moretti». E rincara la dose: «L'opposizione dovrebbe verificare che Silvio Berlusconi porti a termine il mandato per dare poi un giudizio compiuto sulla sua azione di governo». Infine non lesina parole dure per il segretario del Prc: «Di sicuro non accetteremo condizionamenti da Bertinotti sul programma».

In merito all'idea di Rutelli di non metter mano alle riforme del Polo, Bertinotti sottolinea: «La sua piattaforma non ha alcuna capacità di mobilitazione del popolo delle opposizioni. L'idea stessa di sperimentare gli orrori sociali prodotti dal governo berlusconi contro i lavoratori e la scuola mette in luce il suo errore di fondo».

Giada Valdannini