De Gennaro Lettera aperta a Haidi Giuliani | |
Cara Haidi, innanzitutto vorrei manifestarti la mia
solidarietà umana e politica per l'amarezza che ho colto nelle tue
dichiarazioni di fronte agli ultimi avvicendamenti ai vertici della
Polizia di Stato. Dai tragici fatti di Genova, abbiamo assistito (e
alcuni/e di noi stigmatizzato) le promozioni (e la difesa di corpo) dei
dirigenti che a vario titolo "erano" a Genova. Fare i nomi è inutile, sono
noti. Con l'ultima recentissima nomina abbiamo raggiunto il grottesco: il
capo della Polizia di Stato è indagato per induzione e falsa
testimonianza, non viene riconfermato perché ha concluso il suo mandato,
si sparge la voce - tra le proteste della destra - che avrà incarichi
totalmente fuori dalla sicurezza e dall'ordine pubblico. La maggioranza
tutta, noi compresi, dà il via libera alla nomina del suo vice a Capo
della Polizia, per non segnare con una rottura una sorta di censura nei
confronti della Polizia (come se i poliziotti si dovessero identificare
con il Corpo e il Capo) e poi a sorpresa l'ormai ex Capo non va ad
occuparsi di calcio o di cavalli, ma nientemeno diventa il braccio destro
del ministro degli Interni, cioè del "suo" ministro. Anche all'interno
della Politica serpeggiano disagio e indignazione, per non parlare del
comunicato dei legali di parte civile del processo e di quello che resta
del movimento e di quei giorni. Ho espresso le mie perplessità in tutte le
sedi in cui ho potuto. Si tratta anche di un problema culturale: ho paura
che questi superprofessionali specialisti della lotta alla mafia e al
terrorismo scambino per mafia e terrorismo dissensi e proteste che si
esprimono nelle piazze delle città del mondo. A questo punto, va benissimo
chiedere con insistenza la commissione di inchiesta per Genova (cioè nulla
più che il rispetto del programma su cui abbiamo vinto le elezioni), ma
non è ormai tutto chiaro? Di che altro abbiamo bisogno? Ma, cara Haidi,
non dimetterti, non lasciarci. Abbiamo bisogno di te anche nelle
istituzioni. Con affetto |