Guardia di finanza Un corpo di polizia civile con al vertice personale non militare

Caro direttore, ho sentito molte volte da parte di alcuni ufficiali superiori delle forze armate - nel corso delle numerose visite con i nostri parlamentari nelle caserme - dire che loro non fanno politica. Il caso dell'ex comandante della guardia di finanza è lì a dimostrare che questi alti dirigenti dello Stato, di un tipo particolare degli apparati dello Stato quali sono i militari, politica la fanno, eccome! Magari a modo loro... ma fanno politica - o meglio cercano di influenzare, senza andare a volte troppo per il sottile, la vita politica del Paese. Certamente alcuni ministri e vice-ministri in questo periodo hanno commesso dei gravi errori di metodo, ma anche politici. Il caso dell'ex comandante della guardia di finanza andava affrontato immediatamente, nelle prime settimane di insediamento del governo Prodi, con lo strumento dell'avvicendamento in alti incarichi. Un governo che ha come asse centrale la lotta all'evasione fiscale, in aperta contrapposizione con quello precedente che teorizzava l'evasione fiscale come "legittima difesa", aveva il dovere di cambiare subito il capo supremo delle forze preposte alla lotta alla evasione che fino a qualche mese prima non era stata adeguatamente contrastata. Si è visto immediatamente, con il cambio di governo, scendere il numero dei contribuenti che praticavano sistematicamente l'evasione e si è visto subito molti comandi provinciali della guardia di finanza annunciare importanti risultati nella lotta all'evasione fiscale. Poi ci fu il "trappolone" a Visco, e il governo fu costretto al ritiro della delega che il vice-ministro aveva per la guardia di finanza, ed infine l'errore di "metodo" individuato dal Tar nei confronti del ministro dell'economia quando (finalmente) decise di sostituire il comandante della guardia di finanza. Il Prc ha sempre lasciato alla magistratura il compito di valutare eventuali reati commessi sia da uomini politici che da dirigenti dello Stato e lo farà anche ora che vi sono pesanti indizi nei confronti dell'ex comandante della guardia di finanza. Ma un giudizio politico lo ha dato e continuerà a farlo in modo particolare verso chi ha giurato fedeltà alla Repubblica ed è al servizio dello Stato e del governo che lo rappresenta. E questo giudizio politico si condensa con due precisi atti dei gruppi parlamentari di Rifondazione comunista. Da una parte la presentazione di un Ddl alla Camera che propone la smilitarizzazione della guardia di finanza e la sua trasformazione in un corpo di polizia civile preposta alla lotta alla criminalità economica e finanziaria e che abbia ai suoi vertici personale non militare. Dall'altra parte la presentazione, insieme a Sinistra democratica, Comunisti Italiani e Verdi, di un Ddl al Senato per il riconoscimento del sindacato anche per i militari - unico settore degli apparati della Repubblica a non averne diritto, in aperto contrasto con la realtà degli altri Paesi dell'Unione Europea - e l'appoggio all'iniziativa della Cgil per una raccolta di firme a sostegno del Ddl stesso. Un modo questo per rispondere non solo nelle aule parlamentari ma anche nel Paese ai metodi con cui fanno politica quei settori dei dirigenti dello Stato, poco chiari, oscuri, a volte anche pericolosi.
Enzo Jorfida responsabile nazionale Ordine democratico e poteri costituzionali del Prc