Angela Mauro
Partiamo dall'ultimo caso di cronaca, quello
dell'arresto di Piancone e dell'attacco di Amato contro i giudici che lo
hanno scarcerato. Perchè tanta veemenza?
Si parla per colpire l'opinione pubblica e non per risolvere i problemi. La
realtà è che bisogna considerare che ogni decisione giudiziaria può
comportare dei rischi. L'importante è che il beneficio sia stato concesso
sulla base di quanto previsto dalla legge. Così come è importante ricordare
che meno dello 0.8 per cento delle persone che hanno usufruito dei benefici
dell'ordinamento penitenziario non ha commesso ulteriori reati. Il che
significa che oltre 500mila persone che negli ultimi dieci anni hanno
usufruito di tali benefici si sono reinserite completamente nella società,
mentre se non ci fosse stata la legge Gozzini probabilmente sarebbero
tornate a delinquere. Non si possono accusare nè i giudici, nè la legge per
un singolo fatto che purtroppo è fisiologico ma che, qualora determinasse un
ulteriore inasprimento dell'ordinamento penitenziario, non determinerebbe la
diminuzione dei reati ma il loro aumento. Amato dimentica di essere al
governo da quasi due anni: anzichè sbraitare di fronte a fatti gravi ma
numericamente limitati, dovrebbe riflettere su quanto ha fatto il governo
per creare le condizioni affinchè fatti del genere non accadano. Mi
riferisco all'aumento degli organici degli educatori, assistenti sociali e
magistrati di sorveglianza. In questo senso il governo Prodi non ha fatto
nulla.
Ora sembra che voglia fare molto in materia di sicurezza, con tutto un
pacchetto che Amato presenterà in consiglio. Che ne pensi?
Si propongono nuovi strumenti di espulsione dimenticando che la legge
attualmente in vigore prevede l'espulsione da parte del giudice previa
condanna, l'espulsione per motivi di sicurezza, quella valida come sanzione
sostitutiva alla detenzione e quella amministrativa da parte del ministro
per chi abbia recato danno all'ordine pubblico dello Stato. Inoltre, la
legge prevede già l'espulsione amministrativa da parte del prefetto. Si
dimentica poi l'incapacità del ministro di provvedere alle espulsioni già
decise. Non basta: si dimentica la battaglia di tutto il centrosinistra,
nella scorsa legislatura, contro la Bossi-Fini e contro la scelta di
affidare al giudice di pace le espulsioni, sottraendole così alla competenza
della magistratura ordinaria.
Assegnare maggiori poteri ai prefetti è una scelta che definiresti fascista?
Presenta fondati profili di incostituzionalità. La logica che sottende il
pacchetto Amato va contro il buon senso e, non si può dimenticarlo, anche
contro il programma dell'Unione. Affidare ai prefetti il potere di espellere
chi nuoce alla sicurezza pubblica significa anche rischiare di mandare in
giro per il mondo un individuo potenzialmente pericoloso. Invece su di lui
andrebbero fatti accertamenti e, qualora risultasse appartenente a gruppi
vietati dalla legge oppure intento a organizzare un attentato, si dovrebbe
procedere con l'applicazione delle norme esistenti e con tutte le garanzie
giudiziarie. Oltretutto, lo stesso concetto di sicurezza pubblica è
generico, non ha precedenti giurisprudenziali, è un bene giuridico
indistinto. Il rischio è di dar luogo a provvedimenti arbitrari: un domani
un prefetto potrebbe anche espellere chi partecipa ad una manifestazione non
autorizzata.
Un centrosinistra che copia dalla destra, dunque. Quale può essere la
ricetta della sinistra?
Maggiore prevenzione e controllo del territorio, in consonanza con la
cittadinanza, per garantire il suo "senso" di sicurezza, e utilizzando le
20mila unità delle forze dell'ordine attualmente impiegate in ufficio. E
poi, anzichè proporre nuove norme, si pensi a modificare la Bossi-Fini nel
senso previsto dal programma dell'Unione, cioè garantendo un maggiore
inserimento, insieme alle politiche di prevenzione e repressione con una
certezza della pena non necessariamente detentiva. Invece si è scelto di
procedere per proclami. Si ragiona su temi così delicati non sulla base di
dati oggettivi, ma lanciando messaggi demagogici nel timore di essere
scavalcati dalla destra. Ho appena letto una delle ultime affermazioni di
Veltroni: "Essere buoni con i buoni e cattivi con i cattivi". Io direi:
buoni con i buoni e severi con i cattivi nel rispetto del principio di
uguaglianza per non essere forti con i deboli e deboli con i forti. Aggiungo
che è emblematico il caso di Treviso. Dopo l'omicidio dei due coniugi,
barbaramente uccisi nell'agosto scorso, il ministero degli Interni ha
inviato 50 investigatori in zona grazie ai quali si è riusciti a individuare
i colpevoli. Ma dopo cosa è successo? Anzichè valorizzare il successo
ottenuto contro la criminalità, lo stesso giorno è iniziata la caccia ai
lavavetri con tutte le giuste polemiche che sono seguite. E' iniziata a
Firenze ed è stata purtroppo sostenuta da molti sindaci di centrosinistra.
L'ha sostenuta anche Cofferati che ora accusa il questore di Bologna per non
aver impedito la street parade non autorizzata di sabato scorso e chiede
poteri di polizia per i sindaci. Siamo alla deriva totale?
Quando in fatto di sicurezza si pensa di cercare accordi con An, piuttosto
che con i propri alleati a sinistra, come fa Cofferati, non si tratta più di
deriva ma di un cambiamento genetico della cultura che dovrebbe essere di
sinistra. Oggi i sindaci hanno già a disposizione molti strumenti di
carattere amministrativo per garantire la vivibilità in città. Se gli si
danno anche poteri di polizia, si scivola pian piano verso uno stato di
polizia.
Cofferati sfiducia la polizia, Amato sfiducia i giudici. Stessa logica?
Io dico che la divisione dei poteri è fondamentale in democrazia: ad ognuno,
le proprie competenze e responsabilità. Un sindaco che non apprezzi il
questore che riesce ad evitare tensioni e scontri, che metterebbero a
rischio anche la sicurezza dei cittadini, segue una logica egocentrica e
pensa di essere l'unico capace di risolvere i problemi. Questo è molto
pericoloso. E' l'inizio di un abisso, spero non irreversibile.
03/10/2007 |