TITOLO: Rifondazione Comunista con i Carabinieri.
AUTORE: Romeo Bellon*
Anche Rifondazione Comunista si sta interessando ai problemi delle Forze dell’Ordine, in modo particolare dei Carabinieri. Lo scorso dicembre due delegazioni hanno incontrato i vertici dell’Arma dell’Emilia Romagna e della Lombardia, il personale e la Rappresentanza Militare del Co.Ba.R. E’ la prima volta che Rifondazione Comunista entra nelle caserma per conoscere le problematiche dei Carabinieri. Il lungo colloquio intrattenuto con i delegati è sintomo di interesse alle loro rivendicazioni, sia sotto il profilo economico, ma soprattutto in quello normativo, dove la Rappresentanza Militare ha delle vistose limitazioni di operatività. Mentre a Bologna l’On. Burgio intratteneva i delegati assicurando loro l’interesse del partito alle loro legittime aspettative, a Milano l’On. Mascia, alle rivendicazioni, prospettato dai delegati presenti, di un trattamento pensionistico con formule di scivolo per il personale più anziano come già avviene per le Forze Armata, ammetteva che la situazione economica del paese non poteva prevedere situazioni più favorevoli per una determinata categoria, ma indipendentemente da ciò, avrebbe interessato le commissioni per una soluzione tecnica non penalizzante per le Forze dell’Ordine. Oltre al trattamento pensionistico, ritenuto dai delegati evento primario, è stato rappresentato le notevoli difficoltà del personale, in special modo di quello delle grandi città del Nord Italia, a reperire un’abitazione che sia alla portata economica del reddito famigliare, per molti monoreddito, ma che spesso in queste città e di difficile soluzione, tanto che alcuni di loro si trovano a doversi indebitare per far fronte all’esigenza. Anche il settore pubblico delle ALER (ex IACP) non da più soluzioni abitative, in Lombardia da anni non vengono assegnati alloggi alle Forze dell’Ordine, ed in alcune occasioni gli alloggi lasciati liberi dal personale non vengono riassegnati alle medesime Forze di Polizia. Da più parti è stato fatto l’esempio della Gendarmeria Francese, dove a TUTTO il personale l’Amministrazione mette a disposizione sia l’abitazione (a scelta) che le strutture scolastiche e materne per i figli. Un modello da molti delegati invidiato, che si vorrebbe attuato anche nel nostro paese, per tutti gli addetti alle Forze di Polizia. L’intervento della Dott.ssa Deborah Bruschi, che accompagnava la delegazione del PRC, conoscitrice attenta e puntuale delle problematiche delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, tanto da destare l’ammirazione di molti delegati, ha riconosciuto che il problema è un’esigenza primaria per l’appartenente alle Forze dell’Ordine come dei militari, che spesso sono soggetti a trasferimenti in tutto il paese condizionando la vita dei propri cari che non hanno una base di appoggio certa, da qui una serie di problematiche familiari non ultimo l’alto tasso di separazioni fra i militari.
Infine l’annoso problema dei limiti imposti alla Rappresentanza Militare dall'attuale normativa vigente, come nell’interrogazione parlamentare n.4-00925 del Senatore Nieddu (DS) ha rimarcato. Oramai tutte le componenti, militari e politiche, hanno ravvisato che la Rappresentanza è oramai matura per poter sedere al tavole delle trattative al pari dei sindacati di Polizia, non più per la concertazione ma bensì per la contrattazione, aggettivazioni diverse ma che hanno il loro peso politico all’interno delle diverse componenti dei COCER. E ben chiara nei delegati che il problema non si risolve da oggi a domani, ma va data priorità alla riforma della Rappresentanza, non necessariamente di tipo sindacale, magari affiancati ad associazioni interne di categoria, ma che abbia quelle formule e garanzie che già hanno le Organizzazioni Sindacali, come nella Polizia di Stato, e che a ben ragione i delegati oggi pretendono di avere per non essere sminuiti nella loro figura di rappresentanti.
Va ricordato che oggigiorno, la Rappresentanza Militare, viene chiamata sempre più spesso a risolvere le diatribe di tipo economi e normativo, anche nelle interpretazione autentiche delle normative che regola il contratto di lavoro (vedi straordinario o indennità esterna). Già con l’articolo 8 della legge 195/1995 la Rappresentanza Militare viene chiamata in causa nei raffreddamenti dei conflitti, questo è uno dei tanti casi in cui la Rappresentanza deve intervenire cercando di portare in luce gli interessi primari del personale. Condividendo le preoccupazioni dei delegati, l’On. Mascia si è fatta portavoce affinché il suo gruppo dia un segnale concreto alle aspettative del personale e dei delegati, ritenendo non più rinviabile “sine die” la conclusione dell’iter legislativo in commissione Difesa delle varie proposte di legge presentate sulla riforma, che per altro la vede coinvolta personalmente in quanto presentatrice di un disegno di legge in tal senso. L’incontro, che ha visto all’inizio qualche momento di tensione, è sicuramente stato proficuo e la promessa di un nuovo incontro, per definire le altre materie che sono state solo marginalmente sfiorate, ha dato l’occasione per fornire la disponibilità del suo gruppo per presentare delle interrogazioni parlamentari o per depositare dei disegni di legge che venissero proposti dal personale.
* Consigliere per la Circoscrizione 8 di Milano nella lista Di Pietro-IDV