Quel maledetto «colpo della strega»
Si previene correggendo la postura ed evitando di restare seduti troppo a lungo
Il mal di schiena non va mai sottovalutato. Il parere di un fisioterapista può essere utile, ma non basta
IL MAL di schiena non è tanto una malattia quanto piuttosto un sintomo che segnala qualcosa che non va in qualche punto del corpo, anche se non è sempre facile individuare la causa del dolore. Prima o poi capita a tutti di lamentare il mal di schiena. Se è causato da uno sforzo, da una postura sbagliata, da un forte affaticamento o da un leggero danneggiamento (un colpo subito) generalmente scompare da solo nel giro di poco tempo. Va detto comunque che i problemi del nostro dorso sono in espansione.
Circa il 30/40% della popolazione soffre il mal di schiena e l'80/90% lo ha sperimentato almeno una volta nella vita. Colpisce entrambi i sessi in qualsiasi età, ma è più frequente nella mezza età. Secondo un'indagine compiuta dal Servizio Medici Aziendali (Sma) che verrà pubblicata sul portale di Wind, il mal di schiena è una delle cause più frequenti di assenza dal lavoro. Tra le professioni più a rischio quella degli operai edili e delle infermiere in quanto categorie costrette spesso a sollevare carichi pesanti, in posizioni disagevoli.
La maggior parte dei casi di questa patologia richiede pochi e modesti interventi quali: uso di semplici antidolorifici, riposo forzato a letto di almeno due giorni.
Anche un impacco freddo sulla schiena col ghiaccio può servire ad alleviare il dolore. Ma, quando il mal di schiena non si risolve in breve tempo non basta rivolgersi a un buon fisioterapista che sia in grado di affrontare il problema con massaggi ed esercizi. Diventano necessarie tutte le indagini per cercare di chiarirne le origini. Riassumendo il mal di schiena può derivare da
DISCHI SCHIACCIATI
Dopo uno sforzo della spina dorsale, come il chinarsi o sollevare in malo modo qualcosa, può accadere che il disco, ossia quel cuscinetto flessibile posto tra le vertebre, si spacchi o prolassi, provocando la fuoriuscita del nucleo polposo che si trova all'interno della vertebra con conseguente danneggiamento dei nervi circostanti. Di qui il forte dolore alla schiena che si può estendere alla gamba o al piede. Di solito i sintomi si attenuano nel tempo e, lentamente, scompaiono.
SCIATICA
È l'infiammazione del nervo sciatico che dalla zona lombare (la parte della spina dorsale più esposta agli sforzi) scende lungo la parte posteriore della gamba fino al piede.
LOMBAGGINE
Si tratta di quel dolore molto acuto che si estende dalla coscia alle natiche e spesso causa un irrigidimento dorsale, doloroso oltre che estremamente fastidioso. Può durare un giorno o un paio di settimane. I sintomi sono aggravati da posture scorrette o dal sollevamento peso.
SPONDILOSI
Si tratta della degenerazione della parte inferiore della schiena. È molto comune, dato che questa parte della colonna vertebrale sopporta l'intero peso corporeo, oltre a permettere ogni movimento di flessione e rotazione.
Questo disturbo comincia a manifestarsi già intorno ai venticinque anni, mentre quasi tutte le persone ne sono colpite verso la mezza età. Questo spiega perché gli atleti danno il meglio fino ai 25 anni. La spondilosi lombare colpisce sia i dischi invertebrali sia le faccette articolari, provocando perdite di materiale dal disco o dalla cartilagine che riveste le faccette.
COCCIGODINIA
Indica un dolore nel coccige, l'estremità caudale della spina dorsale. La causa di solito non è chiara ma si risolve spontaneamente in poco tempo. Per potersi sedere senza avvertire troppo dolore si può utilizzare un cuscino ad anello.
TORCICOLLO
È legato ad uno spasmo dei muscoli inferiori del collo. Rimane circoscritto nella zona senza estendersi alle braccia e alla gambe. Migliora se si usano farmaci antidolorifici o un collare anatomico.
COLPO DI FRUSTA
È causato comunemente da incidenti stradali durante i quali il collo viene spinto in avanti e quindi indietro all'improvviso, con stiramento dei legamenti. Se il dolore persiste più di sei settimane, vuol dire che il trauma è grave. In tal caso sono necessari esami più dettagliati che possono prevedere anche un trattamento chirurgico dopo gli accertamenti diagnostici.
COME PROTEGGERSI
Migliorare la postura è il primo passo per evitare quei fastidiosi dolori del dorso. Quindi schiena dritta e faccia rivolta in avanti quando si sta in piedi. Se si lavora a tavolino, assicurarsi che sia abbastanza alto per consentire una posizione corretta e che la sedia sia provvista di un sostegno all'altezza dei reni. Per camminare usare scarpe comode e dal tacco basso. I tacchi alti spingono la parte inferiore del corpo in avanti e per compensazione quella superiore si inarca all'indietro esercitando uno sforzo sulla schiena. Regolare bene in macchina l'angolazione del sedile e dello schienale. Mai chinarsi in avanti o voltarsi bruscamente di lato. Assicurarsi che il letto abbia un buon materasso, resistente e confortevole. Ottimi i cuscini bassi. Al cinema infatti fanno vedere i sovrani che muoiono su piramidi di cuscini.
Muoiono appunto. Anche l'abitudine di dormire su un fianco può essere dannosa. La posizione ideale è quella con la schiena distesa sul letto. Controllare il peso. Se è in eccesso la schiena deve sopportare uno sforzo supplementare che la obbliga ad una postura scorretta. L'aerobica, le flessioni e lo stretching giovano alla schiena, rafforzando la muscolatura della colonna vertebrale.
Mai restare troppo a lungo in piedi o seduti. Queste sono due delle principali cause di mal di schiena e rigidità. Una delle migliori medicine per la schiena è proprio il movimento. Da un inchiesta su 500 persone afflitte dal mal di schiena è risultato che il 98% di quelle che camminavano regolarmente, ha migliorato il suo problema. Quando si cammina l'ultimo pezzettino della colonna vertebrale fa uno sforzo minore di quando si sta seduti.
Dieci regole per la sana alimentazione
Il prezzemolo dà energia. Il sedano calma, il formaggio è anti-carie
Il manuale di consumatori e casalinghe rivela segreti e proprietà dei cibi
GLI ALIMENTI coinvolti nella trasmissione all'uomo di microrganismi sono molteplici, ma rivestono un ruolo di primaria importanza i prodotti ortofrutticoli che comunemente vengono consumati crudi, spesso dopo un lavaggio approssimativo. A questo scopo l'Unione Nazionale Consumatori in collaborazione col Movimento Italiano delle casalinghe presieduto da Tina Leonzi ha editato un "Decalogo sulla Sicurezza Alimentare" realizzato dal professor Alberto Fidanza, fisiologo dell'alimentazione dell'Università La Sapienza di Roma. Il manualetto è il frutto di uno studio sulle prove di abbattimento della contaminazione microbiologica dei prodotti ortofrutticoli. Sono stati scelti come matrice di indagine l'insalata, i pomodori e le fragole.
Ebbene l'insalata è il prodotto che evidenzia la maggiore predisposizione alla contaminazione con un abbattimento del 75/100 per il lavaggio con acqua e del 95/100 per il lavaggio con soluzione disinfettante. La fragola, nonostante si contamini in maniera inferiore all'insalata, presenta una maggior resistenza all'eliminazione coi lavaggi, soprattutto col semplice lavaggio in acqua. Il lavaggio pertanto dovrebbe essere più accurato. Il pomodoro subisce la minore contaminazione ed un'ottima risposta in entrambe le condizioni di lavaggio.
La maggior efficacia disinfettante è universalmente riconosciuta ai prodotti a base di cloro, idonei a corrispondere alle aspettative, abitudini ed esigenze di un consumatore sempre più attento ai problemi dell'igiene, dell'ambiente e alla qualità di vita. Tali prodotti dall'ampia azione battericida possono essere utilizzati sia in campo alimentare, non aggiungendo nessun sapore od odore ai cibi, sia sulle superfici con cui questi vengono a contatto (utensili da cucina in genere).
Inoltre trovano impiego nella disinfezione di oggetti per il neonato e, non da ultimo, possono essere utilizzati per diminuire la presenza di batteri nell'acqua. Per una disinfezione efficace e completa di frutta e verdura, per esempio, è sufficiente sciogliere il prodotto (reperibile sul mercato sotto forma di compresse effervescenti) secondo le dosi riportate sulle confezioni, in un recipiente pieno d'acqua nel quale gli alimenti vengono lasciati per i tempi indicati, prima di procedere al risciacquo.
Il manualetto realizzato dal professor Fidanza contiene alcuni suggerimenti utili su come evitare l'insorgenza di malattie alimentari. Si raccomanda, infatti, di scegliere prodotti sfusi solo se adeguatamente protetti da contatti o manipolazioni del pubblico e di insetti; osservare la scrupolosa igiene delle superfici della cucina; controllare l'integrità dei prodotti in scatola che non devono presentare segni di deformazione, ammaccature, gonfiori e perforazioni, acquistare per ultimi gli alimenti refrigerati, congelati e surgelati trasportandoli in borse termiche, lavare accuratamente le proprie mani quando si preparano le pietanze oltre all'uso, naturalmente, dei disinfettanti (acquistabili in famacia) per il "lavaggio più sicuro" dei vegetali crudi.
LE COSE CHE SI DEVONO SAPERE
Il prezzemolo è quattro volte più ricco di Vitamina C dell'arancio e del cavolo. I gladiatori romani, infatti, mangiavano prezzemolo prima di ogni combattimento perché il prezzemolo dà energia e vitalità. E loro sì che ne avevano bisogno per affrontare nell'arena i leoni.
Il sedano, invece, è consigliabilissimo a quanti sono afflitti dal grasso superfluo. E' molto diuretico e sudorifero. Se lo si mangia crudo ha un effetto calmante. Diceva Ippocrate, il padre della medicina:" Se i vostri nervi sono sconvolti, il sedano sia il vostro cibo". Sì, distende. Nei casi di insufficienza epatica il succo di sedano va bevuto al mattino a digiuno.
Vogliamo fermarci un momento sull'aglio? E' un diuretico potente. Se a digiuno se ne ingoia uno spicchio è una mano santa per il funzionamento dei reni. Poi però non si può pretendere di abbracciare una bella ragazza.
Il formaggio al contatto della saliva produce degli enzimi che aiutano a prevenire la carie. Ecco perché bisognerebbe mangiare un pezzetto di formaggio alla fine di ogni pasto per salvare i denti. Cosa suggeriscono d'altronde i fotografi alle attrici per farle sorridere con tutto lo splendore della loro chiostra dentaria? Dite "Cheese".....ossia formaggio.
Danni per fumo passivo sul luogo di lavoro
Richiesta di risarcimento record ad una azienda milanese.
 
Si è aperta una nuova fase della vicenda giudiziaria che ha coinvolto un'agenzia bancaria milanese, i cui due dirigenti nel marzo scorso sono stati condannati in primo grado a 3 mesi con la condizionale per omicidio colposo, essendo stati riconosciuti colpevoli della morte di una dipendente, colpita da una crisi respiratoria favorita dalla prolungata esposizione al fumo passivo nell'ambiente di lavoro.

La donna era affetta da asma allergico cronico fin dall'infanzia, con frequenti riacutizzazioni che avevano portato al riconoscimento dell'invalidità civile nella misura del 45%.
Addetta al centralino, aveva segnalato in piu' occasioni il peggioramento delle sue condizioni a causa del fumo di sigaretta respirato nella sua postazione di lavoro, ed aveva chiesto di essere trasferita presso un diverso ufficio o che venisse rispettato il divieto di fumo nella reception.

I dirigenti sono stati condannati in primo grado per non avere adottato le misure preventive necessarie e per non aver preteso l'applicazione del divieto di fumo nelle zone comuni come quella dove la donna lavorava.

Ora gli avvocati dei familiari della bancaria hanno presentato l'istanza di risarcimento di un milione e mezzo di euro per i danni morali subiti dal marito e dal figlio, per il danno biologico alla donna per la sofferenza patita tra l'insorgere della crisi e la morte, e per danni patrimoniali.