GUIDA
ERGONOMICA
AL PERSONAL
COMPUTER
Il contenuto e le informazioni della presente pagina sono integralmente derivate dal sito Ergoshop.it
I contenuti ergonomici del sito Ergoshop.it sono stati redatti a cura della Dott.ssa Daniela Colombini, Medico del Lavoro, Ergonomo Europeo Certificato, operante presso il CEMOC (Centro Medicina Occupazionale) degli ICP (Istituti Clinici di Perfezionamento) di Milano.
Disturbi
muscolo-scheletrici -
Disturbi oculo-visivi
L'ambiente -
L'illuminazione
- Il tavolo -
Il sedile -
Il monitor -
La tastiera -
Gli accessori
REGOLAZIONE DELLA POSTAZIONE DI LAVORO
Illuminazione -
Sedile - Tavolo
tastiera e mouse -
Monitor
GUIDA AL PROTOCOLLO DI VISITA OCULISTICA PER LA CORRETTA VALUTAZIONE DEL
VIDEOTERMINALISTA
DECRETO LEGGE 626
(testo originale e
requisiti del luogo di lavoro)
Le note seguenti sono state messe a punto tenendo anche conto delle Linee Guida d'uso dei Videoterminali, pubblicate con decreto 2 ottobre 2000 ( G.U. 18.10.2000 N° 244).
Alcuni
disturbi ai tessuti corporei quali muscoli, tendini e nervi delle mani e delle
braccia, come tendiniti, tenosinoviti e Sindrome da Tunnel Carpale, anche noti
come RSI (Repetitive Strain Injuries) o CTD (Cumulative Trauma Disorders),
affliggono in particolare persone come imballatori, addetti a catene di
montaggio, musicisti, tennisti ecc... che sforzano a lungo sempre gli stessi
muscoli.
Oggi, con l'uso sempre più diffuso ed intenso del computer per lavorare, apprendere, comunicare e giocare, questi disturbi, assieme a quelli oculo-visivi ed a dolori a collo, spalle e schiena, si stanno diffondendo velocemente anche tra gli utenti di computer.
I principali fattori di rischio vanno ricercati in :
Per prevenire i D.F.C., in sintesi :
Quali sono i D.F.C. più frequenti?:
I disturbi fisici da computer più diffusi non sono quelli muscolo-scheletrici. Secondo il NIOSH (Istituto Nazionale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro) la principale causa di elevati livelli di stanchezza, di errori nel lavoro e di giorni di lavoro perduti è l'affaticamento visivo. Gli studi del NIOSH rilevano che se lavori al computer più di 3 ore al giorno, tu puoi essere tra l'88 percento di coloro che soffrono di disturbi visivi.
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI |
Il problema
Il nostro corpo è costruito per avere periodi di attività alternati a periodi di riposo. Lavorare a lungo al computer sottopone alcuni muscoli ed articolazioni a posture fisse mentre i muscoli delle mani e delle braccia si muovono incessantemente.
Queste tensioni muscolari impediscono il normale afflusso di sangue ai tessuti biologici (muscoli, tendini, nervi, dischi intervertebrali). Le cellule non ricevono ossigeno e nutrimento a sufficienza e non riescono a smaltire le sostanze di rifiuto: nel tempo tutto ciò può causare prima delle micro-lesioni, poi lesioni maggiori con dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei nervi ed in alcuni casi lunghi periodi di invalidità.
Alcune disfunzioni fisiche - diabete, peso eccessivo, artrite, ipertensione, fumo e gravidanza - ed attività extra-lavorative ed hobbies, aumentano il rischio di questi disturbi - tendiniti, tenosinoviti (infiammazione delle guaine dei nervi) e Sindrome da Tunnel Carpale. Abitudini di lavoro corrette ed una pratica regolare di esercizi fisici sono la migliore forma di prevenzione.
Se
i dolori sono persistenti, consultare uno specialista, fisioterapista o medico
fisiatra.
I sintomi
Possibili cause collo, spalle e schiena |
Prevenzione |
![]() Postazione non ergonomica Errata disposizione e regolazione di arredi e computer Postura fissa e/o scorretta per lunghi periodi Capo e tronco protesi in avanti Spalle contratte nella digitazione o nelle pause Ricevitore del telefono tenuto a lungo tra testa e spalla Attività extra-lavorative, hobbies (sport pesanti, ecc...) |
![]() Scegliere attrezzature ergonomiche cioè adattabili alle proprie esigenze Adottare una postura rilassata: il tronco sullo schienale tra 90 e 110° Variare spesso la posizione del corpo Effettuare delle pause brevi ma frequenti Variare le attività nel corso della giornata Regolare con cura la posizione, l'altezza e la distanza del monitor |
Possibili cause braccia, polsi e mani |
Prevenzione |
Movimenti rapidi, ripetitivi e
prolungati su tastiera e mouse![]() Forza eccessiva nel digitare e nello stringere il mouse Polsi piegati verso l'alto e non allineati agli avambracci Polsi piegati verso l'esterno Avambracci e polsi poggiati su spigoli durante la digitazione e le pause Assenza di pause per allentare le tensioni muscolari |
Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati Avambracci paralleli al pavimento e bene appoggiati sul tavolo Mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione |
DISTURBI OCULO-VISIVI |
Il problema
Il lavoro al computer può sottoporre gli straordinari muscoli degli occhi ad uno sforzo notevole:
Consultare periodicamente un medico specialista, in particolare dopo i 45 anni.
I sintomi
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Possibili cause | Prevenzione |
![]() Abbagli diretti e riflessi Contrasti eccessivi di luminosità tra schermo e ambiente Prolungata fissità dello sguardo sullo schermo Scarsa leggibilità dello schermo Difetti visivi non corretti o mal corretti Aria troppo secca Aria inquinata da sostanze irritanti: toner, fumo, colle |
![]() Schermare e ridurre luci artificiali, usare lampada da tavolo Disporre il monitor perpendicolare alle fonti luminose Inclinare il monitor per eliminare eventuali riflessi Collocare monitor e documenti alla stessa distanza dagli occhi il più lontano possibile, purchè siano leggibili Regolare contrasto, luminosità e caratteri del monitor (sfondo chiaro e lettere scure) Ammiccare spesso e fissare oggetti o persone lontani Pulire periodicamente monitor e schermo antiriflessi se presente Rinnovare l'aria del locale di lavoro |
REQUISITI DEL LUOGO DI LAVORO
I REQUISITI STANDARD DEL D.LGS. 626/94
L'ambiente - L'illuminazione - Il tavolo - Il sedile - Il monitor - La tastiera - Gli accessori
L'AMBIENTE | |
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L'ILLUMINAZIONE | |
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IL TAVOLO | |
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IL SEDILE | |
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IL MONITOR | |
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LA TASTIERA | |
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GLI ACCESSORI | |
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B - POGGIAPIEDI
C - SUPPORTO PER MONITOR
D - LAMPADA DA TAVOLO
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REGOLAZIONE
DELLA POSTAZIONE
DI LAVORO
LA CORRETTA ILLUMINAZIONE | |
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IL SEDILE | |
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TAVOLO, TASTIERA E MOUSE | |
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MONITOR | |
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Questi consigli non intendono sostituire in alcun modo i pareri e le
prescrizioni di un medico.
"Un recente studio presso il NIOSH ha dimostrato l'efficacia di frequenti pause nel ridurre le tensioni psicologiche e muscolo-scheletriche, nell'aumentare la produttività tra gli addetti al lavoro al computer."
"Come alternativa al riposo passivo, l'attività fisica viene raccomandata come metodo efficace per contrastare questi stress...."
"Tutto ciò suggerisce che gli esercizi durante periodi di pausa possono stabilizzare le prestazioni nel corso della giornata di lavoro."
Naomi G. Swanson e Steven L. Sauter
" I risultati indicano che il comfort visivo migliora durante le pause e gli esercizi e che la produttività aumenta. I risultati ottenuti in condizioni reali dimostrano che frequenti pause dal lavoro al computer producono effetti benefici sul comfort e sulla produttività dell'operatore."
"Il tempo di lavoro perso durante le brevi pause è normalmente compensato da un aumento dell'efficienza nei successivi periodi di lavoro."
" Conclusioni - Il presente studio fornisce evidenza empirica che frequenti pause nel lavoro al computer possono essere benefiche per il benessere dell'operatore al computer ed aumentare la loro produttività."
Robert A. Henning, Sabina M. Alteras-Webb, Pierre Jacques, George V. Kissel e Anne B.Sullivan
" Uno dei metodi per liberarsi dei problemi muscolo-scheletrici è la distensione muscolare. Bisogna sempre ricordarsi che le persone non sono delle macchine."
Martin Dainoff Direttore del Centro di Ricerche Ergonomiche Università Miami dell'Ohio
Numerosi studi hanno evidenziato che i principali problemi legati all'uso del computer possono essere prevenuti non solo con l'applicazione di principi ergonomici, ma anche con comportamenti adeguati da parte degli utilizzatori."
Enrico Occhipinti, Daniela Colombini e Antonio Grieco Unità di Ricerca Ergonomica della Postura e del Movimento Clinica del Lavoro Università di Milano
p 161:" tali posture contratte sono associate a carichi muscolari statici principalmente nell'area collo-spalle- braccia. Quanto più le regolazioni del posto di lavoro differiscono da quelle che assicurano le posizioni naturali del corpo, tanto maggiori sono i carichi statici."
Pp 170: " le posture misurate in condizioni reali sono caratterizzate da una marcata inclinazione del tronco all'indietro. Solo il 10% dei soggetti ha dimostrato di preferire una posizione diritta della schiena.
Conclusioni: La maggioranza degli operatori tende a sedersi mantenendo il tronco inclinato indietro anche se i sedili non sono adatti a questa posizione. Il presente studio rivela che, in pratica, gli operatori con postazioni regolabili tendono a inclinare all'indietro lo schienale tra 97 e 121 gradi. Anche su postazioni non regolabili, gli stessi operatori mostrano comunque una rendenza ad inclinarsi all'indietro. Sorge un'importante questione: la posizione diritta è salutare e quindi raccomandabile o deve essere preferita la posizione rilassata con il tronco inclinato all'indietro ? Quando l'angolo dello schienale veniva aumentato da 90 a 110 gradi, i soggetti mostravano un'importante diminuzione della pressione sui dischi intervertebrali lombari e dell'attività elettromiografica dei muscoli della schiena..
Tutti questi risultati indicano che riposare la schiena su uno schienale inclinato trasferisce una porzione del peso della parte superiore del corpo allo schienale e riduce sia il carico fisico sui dischi intervertebrali che la tensione statica dei muscoli della schiena. Da questo punto di vista, gli operatori al computer mostrano un sano istinto quando preferiscono una postura inclinata all'indietro ed ignorano la posizione spesso raccomandata di tronco diritto.
E. Grandjean, W. Hunting, M. Pidermann Dipartimento di Igiene ed Ergonomia Istituto Federale Svizzero di Tecnologia - Zurigo
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GUIDA AL PROTOCOLLO DI VISITA OCULISTICA PER LA
CORRETTA VALUTAZIONE DEL VIDEOTERMINALISTA
La guida riportata qui di seguito è un'iniziativa della
F.O.VE.A.
FEDERAZIONE OCULISTI VERONESI ASSOCIATI
Viene riprodotta per gentile concessione
astenopia: rischi, definizione e manifestazioni
La considerevole mole di indagini cliniche ed epidemiologiche svolte sino ad oggi sugli utilizzatori di VDT indica che l’uso di attrezzature munite di videoterminali non provoca danni permanenti, anatomici o funzionali, all’apparato oculo-visivo. In tal senso si è a suo tempo autorevolmente pronunciata anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel proprio documento denominato “WHO/OMS Update on visual display terminals and workers’ health WHO/OCH/90.3”.
Eppure, la fatica visiva o astenopia [dai termini greci a - (privativo), sqeoz (forza, energia, potenza), oyiz (vista)] costituisce un’entità a tutt’oggi male inquadrata dal punto di vista nosografico.
La definizione più calzante sembra essere quella messa a punto
nel corso dei lavori del GILV (Gruppo Italiano per lo studio dei rapporti fra
Lavoro e Visione), anche se a tutt’oggi non ufficializzata: “Una Sindrome
clinica, causata da un disagio nella visione, che si manifesta con un insieme
di sintomi e segni in prevalenza oculari ma anche generali” (ZANETTI, 1995;
comunicazione personale).
Le manifestazioni dell’astenopia sono riassunte schematicamente nella tabella a seguito riportata. Le voci in maiuscolo si riferiscono ad aspetti essenzialmente soggettivi, mentre quelle in minuscolo a quelli suscettibili di parziale valutazione obiettiva.
Aspetti visivi FOTOFOBIA Riduzione dell’acuità visiva VISIONE SFUOCATA VISIONE SDOPPIATA Miopizzazione transitoria Transitorio allontanamentodel punto prossimo Comparsa o aumento di Forie ALONI COLORATI EFFETTO MC COLLOUGH (visione rosata)
|
Aspetti oculari lacrimazione ammiccamento aumentato PRURITO IRRITAZIONE SECCHEZZA BRUCIORE SENSAZIONE DI SABBIA SOTTO LE PALPEBRE PESANTEZZA AI BULBI DOLORE arrossamento congiuntivale alterazioni qualitative/quantitative del film lacrimale |
Aspetti generali CEFALEA ASTENIA NAUSEA DISPEPSIA VERTIGINE TENSIONE GENERALE
|
Le manifestazioni di astenopia devono essere tutte ricercate in fase anamnestica della compilazione del protocollo.
I RISVOLTI PIÙ SIGNIFICATIVI DELL LEGGE 626
1) Quando si considera un LAVORATORE "VIDEOTERMILALISTA": un dibattito in corso
La legge 626 art. 51
considera troppo genericamente che deve sottoporsi al controllo, chi "usa il
VDT in modo sistematico e abituale per almeno 4 ore consecutive giornaliere
per tutta la settimana lavorativa" senza considerare variabili quali tempo
totale e tempo reale, fattori ambientali, fattori organizzativi e
individuali. Ciò ha creato molte controverse interpretazioni e non si è
arrivati a capire chi è realmente un lavoratore al VDT.
L’ultima commissione ad
hoc ha preso in considerazione come parametro le 20 ore settimanali in media
di lavoro al VDT.
Il GILV ha confermato nei
suoi studi che i disturbi sono più frequenti se il tempo al VDT supera la metà
del tempo globale di lavoro.
Una concorde valutazione,
che è stata recepita da oculisti e medici del lavoro (anche negli incontri
F.O.VE.A.), è quella che l'indicazione di una visita oculistica dovrebbe
essere effettuata, a discrezione del medico competente, anche su persone che
lavorano poche ore, ma con carico visivo particolare ed impegnativo.
2) la visita oculistica e l'Idoneità lavorativa al vdt
Il giudizio di idoneità al
lavoro al VDT è, per espressa prescrizione del D.Lgsl. 626/94, di pertinenza
del medico competente (medico del lavoro).
L'oculista, incaricato di fare una consulenza specialistica, deve attenersi a
dare un giudizio sull'affaticamento prevedibile al VDT. Dato che tale
condizione è suscettibile di variabili dovute a tempo d'uso del VDT,
caratteristiche intrinseche del compito visivo, fattori ambientali e
individuali, l'oculista, dopo essersi limitato all'analisi dell'organo visivo,
esprime un semplice "giudizio di prevedibile affaticamento" come quello che
abbiamo sintetizzato alla fine della scheda del protocollo. Ciò non comporta,
a nostro parere, una limitazione di ruolo decisionale sull'idoneità al lavoro
al VDT, dato che la visita oculistica consente egualmente una efficace opera
di prevenzione oftalmologica la quale rappresenta il fine ultimo
dell'intervento dello specialista nell'intendimento legislativo.
L'oculista potrà (e dovrà) prescrivere eventuali ulteriori analisi cliniche
oculari se queste sono necessarie a redigere tale giudizio.
Queste analisi non dovrebbero essere a carico del Sistema Sanitario Nazionale
ne del singolo individuo ma del datore di lavoro, se servono in modo esclusivo
a questo scopo.
Abbiamo concordato fra oculisti che la prescrizione ottica
deve essere eseguita durante la consulenza anche se il soggetto esaminato è
in cura da un collega, purché essa sia di uso esclusivo per il VDT. Anche in
questo caso tale presidio dovrebbe essere acquistato dal datore di lavoro e il
lavoratore dovrebbe lasciarlo sul luogo di lavoro.
Tutti coloro che sono portatori di un difetto refrattivo utile
nella normale vita di relazione, anche se già corretto ma in modo inadeguato,
dovrebbero (a parere dei medici F.O.VE.A.) essere invitati ad una visita
oculistica più approfondita e, se già seguiti da uno specialista, inviati a
quest'ultimo.
Nel partecipare all'iniziativa comune che stiamo proponendo,
il corretto comportamento deontologico ci pare ovvio.
3)
LA PERIODICITA' DEI CONTROLLI
L’art. 55 sulla
sorveglianza sanitaria distingue la visita iniziale preattività e i controlli
periodici successivi, previsti al massimo ogni 5 anni nei soggetti giovani e
ogni 2 anni nei soggetti di oltre 45 anni.
E' previsto comunque che
l'Oculista che sta svolgendo la consulenza possa indicare una specifica
periodicità di controllo (a seconda dei rilievi clinici e/o refrattivi
evidenziati) nel singolo soggetto diversa dai cinque anni previsti. Sarà poi
il medico competente a organizzare tale sorveglianza. La frequenza delle viste
oculistiche dovrà essere indicata nello spazio "CONSIGLI E PRESCRIZIONI"
E' comune opinione che, in
presenza di un grosso carico di lavoro, la visita debba essere ripetuta almeno
ogni due anni.
4) LE PAUSE DI LAVORO
L' art. 54 della L. 626
prevede una pausa di 15 min. ogni 120 min. di lavoro al computer.
L'oculista può consigliare una limitazione dei tempi di lavoro (che il medico competente tradurrà in "Idoneità con prescrizione di limitazione temporale") sia come riduzione della durata complessiva dell’attività sia come aumento della frequenza/durata delle pause.
Questo tipo di limitazione deve essere preso in considerazione in presenza di significativi sintomi di disagio visivo da affaticamento e valutata caso per caso, nell’ambito di un'ampia indagine ergoftalmologica che porti il medico competente a perfetta conoscenza delle caratteristiche del compito visivo specifico, caratteristiche del posto di lavoro e stato di salute oculo-visiva del lavoratore.
Per quanto riguarda le
alterazioni dell’apparato oculare, segnaliamo quelle che più la letteratura
considera più probabilmente causa di disturbi astenopeici in soggetti
costituzionalmente più sensibili e predisposti:
¨
ambliopia parziale con visus
inferiore a 6/10 (anche monolaterale)
¨
alterazioni della motilità oculare
estrinseca quali:
-
eteroforie medio-elevate (superiori a 8 diottrie prismatiche)
-
eteroforie facilmente scompensabili
-
nistagmo
-
deficit III, IV, VI n.c.
¨
patologie infiammatorie croniche
degli annessi (blefariti, congiuntiviti)
¨
patologie della superficie oculare
(es. sindrome dell’occhio secco)
¨
alterazioni di trasparenza della
cornea
¨
cheratocono
¨
cataratta
¨
afachia, pseudofachia
¨
difetti refrattivi elevati (a
prescindere dal visus ottenibile con correzione)
¨
retinopatie degenerative
¨
maculopatie con alterazione della
visione centrale (metamorfopsie)
¨
alterazioni del campo visivo.
5) L'INIDONEITÀ ASSOLUTA
TRANSITORIA
Può verificarsi nel caso
di patologie oculari in fase acuta che provocano una riduzione sensibile del
visus, diplopia in posizione primaria di sguardo o un significativo disagio
soggettivo (ad esempio cheratiti, congiuntiviti, uveiti, ecc.). L'oculista le
segnalerà al medico competente che valuterà caso per caso l'opportunità di
dichiarare temporaneamente non idoneo il paziente.
6) L'INIDONEITÀ ASSOLUTA
PERMANENTE
Costituisce, alla luce degli attuali orientamenti, un evento assolutamente
eccezionale, e si realizzerebbe solo nel caso di un visus binoculare residuo
fortemente inferiore alla acutezza media richiesta dal compito visivo in
relazione anche alla distanza di lavoro.
Tenendo in considerazione
la possibilità di cui sono dotati alcuni software facilmente reperibili di
aumentare le dimensioni dei caratteri da leggere, giudichiamo che anche la
valutazione generale, più volte rimarcata in letteratura, che per un PC con
sistema operativo Windows preve un visus minimo binoculare di 3/10 a
distanze di 40-70 cm, ci sembra del tutto inadeguata.
E'
possibile tuttavia tenere in considerazione, analizzando caso per caso, il
reale impegno visivo al VDT (in termini di tempi, di modalità di esecuzione e
di impegno visivo effettivamente richiesto) e l'eventuale presenza di
concomitanti compiti visivi connessi alla mansione (ad esempio la lettura di
fogli dattiloscritti, per i quali si richiede un visus che può variare da un
minimo di 2-3/10, per i comuni caratteri da macchina da scrivere, a 5-8/10,
per caratteri tipografici particolarmente piccoli). Dove non è possibile
modificare tali condizioni di lavoro e quando il lavoratore abbia già
manifestato oggettive e gravi difficoltà, e possibile pensare ad una
inidoneità.
IL PROTOCOLLO
Il
protocollo di visita oculistica con indagine ergonomica per videoterminalisti
prodotto dalla F.O.VE.A. è di facile e rapida compilazione. I test
somministrati per valutare il senso cromatico e misurare il punto prossimo di
convergenza o le diottrie di una deviazione, non sono volutamente indicati, in
quanto non abbiamo dati per consigliare il migliore per questo tipo
d'indagine.
Importante
è standardizzare la compilazione dell'ultima parte del protocollo.
Per ciò che riguarda le
CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE si deve intendere
·
la diagnosi (anche del vizio
refrattivo)
·
o il sospetto diagnostico se sono
poi necessari ulteriori accertamenti.
Nei CONSIGLI e
PRESCRIZIONI si specificano:
·
eventuali provvedimenti presi (es.
prescrizione ottica, prescrizione farmacologica ecc.)
·
eventuali accertamenti
diagnostici ulteriori e dove eseguirli,
·
eventuale visita approfondita
dall'oculista di fiducia,
·
la sorveglianza (vedi "periodicità
dei controlli" se diversi da quelli previsti dalla legge).
·
i vari gradi di limitazione
all'uso del VDT. (vedi inidoneità e "idoneità con prescrizione di limitazione
temporale")
Il giudizio finale
viene poi rappresentato dall' "AFFATICAMENTO PREVEDIBILE NEL LAVORO CON
VDT" considerato in base alla refrazione e alla valutazione clinica
eseguita considerando le migliori condizioni ergoftalmologiche ambientali
quali sarebbero previste dalle normative.
La risposta può essere:
A) nella norma sena
(naturale) o con correzione ottica.
B) superiore alla norma
che a sua volta potrà essere "limitabile" con un presidio che poi viene
indicato oppure superiore alla norma ma non limitabile in alcun modo.
Ad esempio per un
astigmatico che sia ortoforico e ben corretto si prevederà un affaticamento
normale con l'uso della correzione ottica, mentre se questo presenta marcata
foria anche con correzione, l'affaticamento sarà solamente limitabile con gli
occhiali o con associati eventuali esercizi ortottici.
Qualsiasi situazione che
non possa essere almeno in buona parte corretta con occhiali o altro, (es. per
scarso visus, in un soggetto monocolo, in caso di tropie significative ecc.)
sarà da considerarsi tale da prevedere un affaticamento superiore alla norma e
non limitabile.
L'indicazione alla
inidoneità (transitoria o assoluta) non è volutamente prevista in quanto il
giudizio in quanto, come stato già sottolineato, spetta al medico del lavoro.
L'indicazione all'allontanamento dal lavoro al VDT (temporanea o definitiva)
così come "l'idoneità con prescrizione di limitazione temporale", verrà
riportata nei CONSIGLI E PRESCRIZIONI.
LA TARIFFA.
La
F.O.VE.A. ha richiesto all'Ordine dei Medici di Verona di esprimersi in
relazione al fatto che la visita ergoftalmologica per VDT sia o meno da
considerarsi a tutti gli effetti una visita oculistica completa od
esclusivamente un indagine di screening o altro (per la quale non è previsto
un tariffario nazionale), anche perché, come noto, alcuni enti eseguono tale
indagine ad un prezzo molto basso.
L'Ordine dei Medici non
si è sentito di esprimersi e ha quindi demandato tale quesito alla
Federazione Italiana degli Ordini, da cui siamo in attesa di risposta
relativa.
L'opinione comune a
livello Italiano è comunque quella di considerare come visita vera e propria
l'indagine sui videoterminalisti e di conseguenza la F.O.VE.A. si allinea a
questa posizione indicando come tariffa minima quella delle £.
80.000 previste dal tariffario nazionale.
LA PRESCRIZIONE DI VISITE
O ACCERTAMENTI ATTI A DARE IDONEITÀ ATTRAVERSO IL SSN
Un altro problema, che coinvolge per altro anche alcuni Medici
del Lavoro, è quello di far eseguire delle ulteriori visite o accertamenti
diagnostici in caso di sospetta patologia attraverso il Sistema Sanitario
Nazionale ovvero con "l'impegnativa". La legge 626 prevede che eventuali
ulteriori analisi cliniche (oculari e non) necessarie a redigere il giudizio
di idoneità al lavoro al videoterminale, sono a carico del datore di lavoro.
Per altro, in caso di sospetto patologico che non influenza
l'attività di lavoro al VDT, ma che risulta dalla visita medica deve essere
segnalato al medico di base del soggetto in esame, in caso di rilievi clinici
non strettamente oculari, o all'oculista di fiducia in caso di sospetti
patologici all'apparato visivo, in modo che siano questi a prendere
provvedimenti diagnostici adeguati.
La ricorrente presenza di anomalie di comportamento in quest'ambito,
ci ha fatto considerare l'opportunità di segnalare a chi di dovere tali
condizioni, per cui i Colleghi che ne hanno esempi, sono pregati di segnalarli
a uno dei medici del Consiglio Direttivo della F.O.VE.A.
BIBLIOGRAFIA
La F.O.VE.A. si fa carico di tenere un aggiornata bibliografia sull'argomento trattato. Per adesso segnaliamo alcune pubblicazioni recenti che mettiamo a disposizione degli interessati.
1. C. Romano et all. "Lavoro a VDT e funzione visiva: analisi degli aspetti della sindrome da affaticamento oculare e proposta di alcuni criteri per la definizione dell'idoneità lavorativa"; Acta Medica Mediterranea, 1997, 13S: 201
2. Gruppo Italiano per lo studio dei rapporti tra lavoro e visione (G.I.L.V.) " Appunti di Metodo. Rapporto fra lavoro e visione sotto il profilo medico preventivo: primi orientati… Parte prima: presentazione" ; Med Lav 1993; 84, 4: 311-323.
3. Gruppo Italiano per lo studio dei rapporti tra lavoro e visione (G.I.L.V.) " Appunti di Metodo. Rapporto fra lavoro e visione sotto il profilo medico preventivo: primi orientati… Parte seconda: metodo" ; Med Lav 1993; 84, 4: 324-331.
4. Coordinamento tecnico per la prevenzione degli Assessorati alla Sanità delle regioni e province autonome di Trento e Bolzano; "uso di attrezzature munite di videoterminali" Documento n° 14 del Decreto Legislativo n°626/94.
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FEDERAZIONE OCULISTI VERONESI ASSOCIATI