GUIDA ERGONOMICA AL PERSONAL COMPUTER

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I contenuti ergonomici del sito Ergoshop.it sono stati redatti a cura della Dott.ssa Daniela Colombini, Medico del Lavoro, Ergonomo Europeo Certificato, operante presso il CEMOC (Centro Medicina Occupazionale) degli ICP (Istituti Clinici di Perfezionamento) di Milano.

 



DISTURBI FISICI DA COMPUTER

Disturbi muscolo-scheletrici - Disturbi oculo-visivi

REQUISITI DEL LUOGO DI LAVORO

L'ambiente - L'illuminazione - Il tavolo - Il sedile - Il monitor - La tastiera - Gli accessori

REGOLAZIONE DELLA POSTAZIONE DI LAVORO

Illuminazione - Sedile - Tavolo tastiera e mouse - Monitor

CONSIGLI SALUTARI

PARERI DEI MEDICI

GUIDA AL PROTOCOLLO DI VISITA OCULISTICA PER LA CORRETTA VALUTAZIONE DEL VIDEOTERMINALISTA

DECRETO LEGGE 626 (testo originale e requisiti del luogo di lavoro)

 

Le note seguenti sono state messe a punto tenendo anche conto delle Linee Guida d'uso dei Videoterminali, pubblicate con decreto 2 ottobre 2000 ( G.U. 18.10.2000 N° 244).

 


 

DISTURBI FISICI DA COMPUTER


| Disturbi visivi | Disturbi muscolari e scheletrici |

Alcuni disturbi ai tessuti corporei quali muscoli, tendini e nervi delle mani e delle braccia, come tendiniti, tenosinoviti e Sindrome da Tunnel Carpale, anche noti come RSI (Repetitive Strain Injuries) o CTD (Cumulative Trauma Disorders), affliggono in particolare persone come imballatori, addetti a catene di montaggio, musicisti, tennisti ecc... che sforzano a lungo sempre gli stessi muscoli.

Oggi, con l'uso sempre più diffuso ed intenso del computer per lavorare, apprendere, comunicare e giocare, questi disturbi, assieme a quelli oculo-visivi ed a dolori a collo, spalle e schiena, si stanno diffondendo velocemente anche tra gli utenti di computer.

I principali fattori di rischio vanno ricercati in :

  1. una scarsa conoscenza ed applicazione dei principi ergonomici
  2. una mancanza di informazione e di consapevolezza dei pericoli
  3. un'errata scelta o una cattiva disposizione delle attrezzature
  4. posture da seduti errate o mantenute troppo a lungo
  5. movimenti rapidi e ripetitivi delle braccia e delle dita per tempi di lavoro prolungati
  6. assenza di pause nel lavoro.

Per prevenire i D.F.C., in sintesi :

Quali sono i D.F.C. più frequenti?:

I disturbi fisici da computer più diffusi non sono quelli muscolo-scheletrici. Secondo il NIOSH (Istituto Nazionale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro) la principale causa di elevati livelli di stanchezza, di errori nel lavoro e di giorni di lavoro perduti è l'affaticamento visivo. Gli studi del NIOSH rilevano che se lavori al computer più di 3 ore al giorno, tu puoi essere tra l'88 percento di coloro che soffrono di disturbi visivi.

 

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI

Il problema vignetta (5 Kb)

Il nostro corpo è costruito per avere periodi di attività alternati a periodi di riposo. Lavorare a lungo al computer sottopone alcuni muscoli ed articolazioni a posture fisse mentre i muscoli delle mani e delle braccia si muovono incessantemente.

Queste tensioni muscolari impediscono il normale afflusso di sangue ai tessuti biologici (muscoli, tendini, nervi, dischi intervertebrali). Le cellule non ricevono ossigeno e nutrimento a sufficienza e non riescono a smaltire le sostanze di rifiuto: nel tempo tutto ciò può causare prima delle micro-lesioni, poi lesioni maggiori con dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei nervi ed in alcuni casi lunghi periodi di invalidità.

Alcune disfunzioni fisiche - diabete, peso eccessivo, artrite, ipertensione, fumo e gravidanza - ed attività extra-lavorative ed hobbies, aumentano il rischio di questi disturbi - tendiniti, tenosinoviti (infiammazione delle guaine dei nervi) e Sindrome da Tunnel Carpale. Abitudini di lavoro corrette ed una pratica regolare di esercizi fisici sono la migliore forma di prevenzione.

prevenzione W23 (6 Kb)Se i dolori sono persistenti, consultare uno specialista, fisioterapista o medico fisiatra.

I sintomi

 

Possibili cause
collo, spalle e schiena
Prevenzione
vignetta (8 Kb)
Postazione non ergonomica

Errata disposizione e regolazione di arredi e computer

Postura fissa e/o scorretta per lunghi periodi

Capo e tronco protesi in avanti

Spalle contratte nella digitazione o nelle pause

Ricevitore del telefono tenuto a lungo tra testa e spalla

Attività extra-lavorative, hobbies (sport pesanti, ecc...)

vignetta (5 Kb)

Scegliere attrezzature ergonomiche cioè adattabili alle proprie esigenze

Adottare una postura rilassata: il tronco sullo schienale tra 90 e 110°

Variare spesso la posizione del corpo

Effettuare delle pause brevi ma frequenti

Variare le attività nel corso della giornata

Regolare con cura la posizione, l'altezza e la distanza del monitor

Possibili cause
braccia, polsi e mani
Prevenzione
Movimenti rapidi, ripetitivi e prolungati su tastiera e mousevignetta (5 Kb)

Forza eccessiva nel digitare e nello stringere il mouse

Polsi piegati verso l'alto e non allineati agli avambracci

Polsi piegati verso l'esterno

Avambracci e polsi poggiati su spigoli durante la digitazione e le pause

Assenza di pause per allentare le tensioni muscolari

Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati

Avambracci paralleli al pavimento e bene appoggiati sul tavolo

Mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione


 

 

DISTURBI OCULO-VISIVI

Il problema prevenzione W22 (5 Kb)

Il lavoro al computer può sottoporre gli straordinari muscoli degli occhi ad uno sforzo notevole:

  1. Se i contrasti luminosi tra testo sullo schermo, su un documento ed i simboli della tastiera sono eccessivi possono avvenire sino a 25000 movimenti al giorno di adattamento alla luce.
  2. Se gli occhi fissano a lungo oggetti molto vicini come uno schermo. I muscoli degli occhi sono in posizione di riposo se osservano oggetti distanti più di 6 metri.
  3. Se monitor e documenti da leggere non sono posti all'incirca alla stessa distanza, i muscoli degli occhi sono costretti ad una continua variazione di messa a fuoco.

Consultare periodicamente un medico specialista, in particolare dopo i 45 anni.

I sintomi

 

prevenzione W4 (4 Kb)
  • Bruciore
  • Ammiccamento frequente
  • Lacrimazione
  • Secchezza
  • Stanchezza alla lettura
  • Visione annebbiata
  • Visione sdoppiata
  • Fastidio alla luce
  • Mal di testa

 

Possibili cause Prevenzione
prevenzione W5 (5 Kb)

Abbagli diretti e riflessi

Contrasti eccessivi di luminosità tra schermo e ambiente

Prolungata fissità dello sguardo sullo schermo

Scarsa leggibilità dello schermo

Difetti visivi non corretti o mal corretti

Aria troppo secca

Aria inquinata da sostanze irritanti: toner, fumo, colle

prevenzione W11 (5 Kb)Schermare finestre con tende ergonomiche adeguate al lavoro al PC

Schermare e ridurre luci artificiali, usare lampada da tavolo

Disporre il monitor perpendicolare alle fonti luminose

Inclinare il monitor per eliminare eventuali riflessi

Collocare monitor e documenti alla stessa distanza dagli occhi il più lontano possibile, purchè siano leggibili

Regolare contrasto, luminosità e caratteri del monitor (sfondo chiaro e lettere scure)

Ammiccare spesso e fissare oggetti o persone lontani

Pulire periodicamente monitor e schermo antiriflessi se presente

Rinnovare l'aria del locale di lavoro

 


 

REQUISITI DEL LUOGO DI LAVORO



I REQUISITI STANDARD DEL D.LGS. 626/94

 

L'ambiente - L'illuminazione - Il tavolo - Il sedile - Il monitor - La tastiera - Gli accessori

 

L'AMBIENTE
sicurezza W11 (9 Kb)

 

  1. Spazio di lavoro sufficiente per cambiamenti di posizione
  2. Pareti di colore chiaro non riflettente
  3. Temperature ed umidità confortevoli
  4. Ricambi d'aria adeguati
  5. Rumore ambientale contenuto e tale da non disturbare l'attenzione e la comunicazione verbale

L'ILLUMINAZIONE
sicurezza W12 (9 Kb)

 

  1. Evitare abbagliamenti e riflessi su schermo e su altre attrezzature
  2. Illuminazione sufficiente ma contenuta
  3. Contrasto appropriato tra schermo ed ambiente
  4. Fonti luminose perpendicolari allo schermo (né di fronte, né alle spalle dell'operatore)
  5. Postazione distante almeno 1 metro dalle finestre
  6. Finestre schermate con tende regolabili
  7. Luci artificiali schermate

IL TAVOLO
sicurezza W13 (9 Kb)

 

  1. Superficie chiara e non riflettente
  2. Altezza del piano regolabile, se fissa di circa 72 cm
  3. Dimensione del piano idonea a sistemazione corretta e flessibile di monitor, tastiera e documenti di lavoro
  4. La profondità sotto il piano deve permettere le gambe semidistese
  5. Stabile e non vibrare all'uso

IL SEDILE
sicurezza W14 (6 Kb)

 

  1. Basamento stabile e antirabaltamento a 5 razze
  2. Piano del sedile regolabile in altezza
  3. Schienale regolabile in altezza ed in inclinazione
  4. Comandi maneggevoli ed accessibili in posizione seduta
  5. Per garantire il comfort
    5.1 Piano del sedile e schienale ben profilati
    5.2 Imbottitura spessa e semirigida
    5.3 Rivestimento traspirante

IL MONITOR
sicurezza W21 (6 kb)

 

  1. Contrasto e luminosità regolabili
  2. Immagini stabili
  3. Caratteri definiti e leggibili
  4. Facilmente orientabile

LA TASTIERA
sicurezza W16 (6 Kb)

 

  1. Autonoma e mobile, di basso spessore
  2. Inclinabile
  3. Superficie opaca
  4. Caratteri e simboli leggibili
  5. Lo spazio sul tavolo davanti ad essa deve consentire un comodo appoggio per le mani e gli avambracci

GLI ACCESSORI
sicurezza W17 (4 Kb)
A - LEGGIO PORTADOCUMENTI
  • orientabile e stabile, opzionale per chi lo desidera
  • circa alla stessa distanza ed angolazione del monitor

B - POGGIAPIEDI

  • opzionale per chi lo desidera
  • stabile e largo da permettere alle gambe differenti posizioni

C - SUPPORTO PER MONITOR

  • solido e facilmente regolabile

D - LAMPADA DA TAVOLO

  • schermata ed orientabile, da fruire se è necessario integrare l'illuminazione naturale o artificiale

 


REGOLAZIONE DELLA POSTAZIONE DI LAVORO


 

Illuminazione - Sedile - Tavolo tastiera e mouse - Monitor

 

LA CORRETTA ILLUMINAZIONE
sicurezza W18 (6 Kb)
  1. Schermare le finestre con tende adeguate al lavoro al PC o al VDT
  2. Se necessario, schermare le luci o ridurne l'intensità
  3. Osservare il monitor spento permette di individuare le fonti di riflessi
  4. Inclinare il monitor per ridurre i riflessi
  5. Ridurre la luminosità generale per eliminare i contrasti luminosi eccessivi
  6. Se persistono i riflessi delle luci, spegnerle ed usare una lampada da tavolo

IL SEDILE
sicurezza W19 (6 Kb)
  1. Regolarlo in modo da avvicinare il sedile al tavolo
  2. Avambracci appoggiati al piano di lavoro
  3. Polsi in linea con gli avambracci e non piegati né verso l'alto, né verso il basso
  4. Tronco tra 90 e 110° e schienale che supporta bene la curva lombare
  5. Angoli dei gomiti, fianchi e gambe superiori a 90°
  6. Piedi ben poggiati a terra o, solo se necessario, su poggiapiedi ampio
  7. Spalle non contratte quando le braccia digitano o sono appoggiate sui braccioli

TAVOLO, TASTIERA E MOUSE
sicurezza W20 (6 Kb)
  1. Regolare l'altezza del tavolo se possibile in modo da poter digitare con gli avambracci paralleli al piano di lavoro
  2. Se il tavolo è fisso avvicinare il sedile e regolarne l'altezza
  3. Spalle rilassate durante la digitazione
  4. Polsi in linea con gli avambracci
  5. Mouse il più possibile vicino al corpo
  6. Tastiera e mouse posti in modo da poter appoggiare gli avambracci sul piano di lavoro.

MONITOR

sicurezza W15 (6 Kb)

  1. Fonti luminose esterne ed interne né di fronte , né alle spalle dell'operatore
  2. Davanti a sé per evitare torsioni di collo e schiena
  3. Distanza dagli occhi, la maggiore possibile purchè i caratteri si leggano chiaramente
  4. Bordo superiore del monitor all'altezza degli occhi
  5. Variare l'inclinazione secondo le esigenze
  6. Eventuale portadocumenti alla stessa distanza ed angolazione
  7. Il monitor non deve poggiare necessariamente sul computer, preferibile un supporto solido orientabile nello spazio
  8. Regolare contrasto, luminosità e dimensioni dei caratteri
  9. Chi usa lenti bifocali, cerchi di posizionare il monitor più in basso per evitare tensioni del collo

 


CONSIGLI SALUTARI


  1. Acquista consapevolezza che restare troppe ore davanti al PC può rappresentare un rischio per la tua salute: lo conferma anche la Legge 626/94 sulla Sicurezza del Lavoro.
  2. Ascolta un antico proverbio: Vale più un etto di prevenzione che un chilo di cure !
  3. Scegli attrezzature ergonomiche cioè ADATTABILI alle tue esigenze personali; disponile con ATTENZIONE in modo corretto e comodo.
  4. Elimina i riflessi dallo schermo ed i contrasti luminosi eccessivi: possono causare disturbi visivi e costringere il corpo in posizioni sbagliate e dannose.
  5. Sbatti spesso le palpebre per lubrificare gli occhi e, per rilassarne i muscoli, ogni tanto guarda oggetti lontani.
  6. Nel regolare lo schermo preferisci un fondo chiaro e caratteri scuri: riducono riflessi e contrasti.
  7. Quando sei seduto, CAMBIA DI FREQUENTE la posizione del corpo e delle gambe.
  8. Pause brevi e frequenti sono preferibili a pause lunghe e infrequenti; se tendi a dimenticarle, usa un timer o un apposito software che ti ricordi di fare pause ed esercizi fisici
  9. Mantieni il tronco appoggiato allo schienale, meglio se leggermente inclinato all'indietro
  10. Regola bene l'altezza del sedile in modo da avere LE SPALLE RILASSATE e GLI AVAMBRACCI BEN APPOGGIATI SUL TAVOLO durante la digitazione
  11. Non appoggiare polsi e avambracci su degli spigoli durante la digitazione e nelle pause
  12. Evita di tenere i polsi in tensione, piegati cioè flessi o estesi
  13. Nell'usare la tastiera ed il mouse, evita movimenti rapidi e ripetitivi delle mani per periodi lunghi
  14. Alterna periodicamente l'uso del mouse con altri dispositivi (touchpad, trackball) per far riposare alcuni muscoli e farne lavorare altri
  15. Dedica qualche minuto ad apprendere meglio le applicazioni, le scorciatoie ergonomiche e le macro per digitare meno e, soprattutto, per ridurre l'uso del mouse.
  16. Non pigiare con forza sui tasti e non stringere il mouse.
  17. Varia la tua attività, alzati appena possibile, distendi i muscoli e muovi le articolazioni
  18. Quando parli al telefono, prendi l'abitudine di alzarti o rilassati sullo schienale; non tenere a lungo il telefono tra testa e spalla e, se devi usarlo mentre digiti, ricorri al viva voce o ad una cuffia telefonica
  19. Durante le pause, anche brevi, pratica qualche distensione e respira profondamente per rilassarti
  20. Le cellule dei muscoli, tendini ed articolazioni respirano e si nutrono attraverso il sangue: i muscoli contratti a lungo senza pause non ricevono ossigeno e nutrimento a sufficienza quindi segnalano il loro disagio attraverso sensazioni di peso e fastidio prima e di dolore poi.
  21. ASCOLTA SEMPRE I SEGNALI CHE IL TUO CORPO TI INVIA E AGISCI SUBITO.
  22. Massaggia di frequente le parti indolenzite per stimolare la circolazione del sangue; dei preparati naturali a base di ARNICA risultano utili in molti casi per alleviare dolori muscolari e tendiniti.
  23. Se i dolori persistono, consulta un fisioterapista, un medico del lavoro o un fisiatra.

 

Questi consigli non intendono sostituire in alcun modo i pareri e le prescrizioni di un medico.
 

 


PARERI DEI MEDICI


 

Gli effetti degli esercizi sulla salute e sulle prestazioni degli utenti di computer

"Un recente studio presso il NIOSH ha dimostrato l'efficacia di frequenti pause nel ridurre le tensioni psicologiche e muscolo-scheletriche, nell'aumentare la produttività tra gli addetti al lavoro al computer."

"Come alternativa al riposo passivo, l'attività fisica viene raccomandata come metodo efficace per contrastare questi stress...."

"Tutto ciò suggerisce che gli esercizi durante periodi di pausa possono stabilizzare le prestazioni nel corso della giornata di lavoro."

Naomi G. Swanson e Steven L. Sauter
National Institute for Occupational Safety and Health, Cincinnati, Ohio

 


 

Frequenti e brevi pause durante il lavoro al computer: gli effetti sul benessere e sulla produttività

" I risultati indicano che il comfort visivo migliora durante le pause e gli esercizi e che la produttività aumenta. I risultati ottenuti in condizioni reali dimostrano che frequenti pause dal lavoro al computer producono effetti benefici sul comfort e sulla produttività dell'operatore."

"Il tempo di lavoro perso durante le brevi pause è normalmente compensato da un aumento dell'efficienza nei successivi periodi di lavoro."

" Conclusioni - Il presente studio fornisce evidenza empirica che frequenti pause nel lavoro al computer possono essere benefiche per il benessere dell'operatore al computer ed aumentare la loro produttività."

Robert A. Henning, Sabina M. Alteras-Webb, Pierre Jacques, George V. Kissel e Anne B.Sullivan
Dipartimento di Psicologia Università del Connecticut

 

" Uno dei metodi per liberarsi dei problemi muscolo-scheletrici è la distensione muscolare. Bisogna sempre ricordarsi che le persone non sono delle macchine."

Martin Dainoff
Direttore del Centro di Ricerche Ergonomiche Università Miami dell'Ohio

 


 

Il lavoro al VDT ed i suoi effetti sulla salute

Numerosi studi hanno evidenziato che i principali problemi legati all'uso del computer possono essere prevenuti non solo con l'applicazione di principi ergonomici, ma anche con comportamenti adeguati da parte degli utilizzatori."

Enrico Occhipinti, Daniela Colombini e Antonio Grieco
Unità di Ricerca Ergonomica della Postura e del Movimento Clinica del Lavoro Università di Milano

 


 

La postazione di lavoro al computer: Regolazioni preferite e loro effetti

p 161:" tali posture contratte sono associate a carichi muscolari statici principalmente nell'area collo-spalle- braccia. Quanto più le regolazioni del posto di lavoro differiscono da quelle che assicurano le posizioni naturali del corpo, tanto maggiori sono i carichi statici."

Pp 170: " le posture misurate in condizioni reali sono caratterizzate da una marcata inclinazione del tronco all'indietro. Solo il 10% dei soggetti ha dimostrato di preferire una posizione diritta della schiena.

Conclusioni: La maggioranza degli operatori tende a sedersi mantenendo il tronco inclinato indietro anche se i sedili non sono adatti a questa posizione. Il presente studio rivela che, in pratica, gli operatori con postazioni regolabili tendono a inclinare all'indietro lo schienale tra 97 e 121 gradi. Anche su postazioni non regolabili, gli stessi operatori mostrano comunque una rendenza ad inclinarsi all'indietro. Sorge un'importante questione: la posizione diritta è salutare e quindi raccomandabile o deve essere preferita la posizione rilassata con il tronco inclinato all'indietro ? Quando l'angolo dello schienale veniva aumentato da 90 a 110 gradi, i soggetti mostravano un'importante diminuzione della pressione sui dischi intervertebrali lombari e dell'attività elettromiografica dei muscoli della schiena..

Tutti questi risultati indicano che riposare la schiena su uno schienale inclinato trasferisce una porzione del peso della parte superiore del corpo allo schienale e riduce sia il carico fisico sui dischi intervertebrali che la tensione statica dei muscoli della schiena. Da questo punto di vista, gli operatori al computer mostrano un sano istinto quando preferiscono una postura inclinata all'indietro ed ignorano la posizione spesso raccomandata di tronco diritto.

E. Grandjean, W. Hunting, M. Pidermann
Dipartimento di Igiene ed Ergonomia ­ Istituto Federale Svizzero di Tecnologia - Zurigo


Il contenuto e le informazioni della presente pagina sono integralmente derivate dal sito Ergoshop.it

 

I contenuti ergonomici del sito Ergoshop.it sono stati redatti a cura della Dott.ssa Daniela Colombini, Medico del Lavoro, Ergonomo Europeo Certificato, operante presso il CEMOC (Centro Medicina Occupazionale) degli ICP (Istituti Clinici di Perfezionamento) di Milano.

 

GUIDA AL PROTOCOLLO DI VISITA OCULISTICA PER LA CORRETTA VALUTAZIONE DEL VIDEOTERMINALISTA  

La guida riportata qui di seguito è un'iniziativa della

 F.O.VE.A.
FEDERAZIONE OCULISTI VERONESI ASSOCIATI

Viene riprodotta per gentile concessione

 

 

astenopia: rischi, definizione e manifestazioni

                La considerevole mole di indagini cliniche ed epidemiologiche svolte sino ad oggi sugli utilizzatori di VDT indica che l’uso di attrezzature munite di videoterminali non provoca danni permanenti, anatomici o funzionali, all’apparato oculo-visivo. In tal senso si è a suo tempo autorevolmente pronunciata anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel proprio documento  denominato “WHO/OMS Update on visual display terminals and workers’ health WHO/OCH/90.3”.

Eppure, la fatica visiva o astenopia [dai termini greci a - (privativo), sqeoz (forza, energia, potenza), oyiz (vista)] costituisce un’entità a tutt’oggi male inquadrata dal punto di vista nosografico.

                La definizione più calzante sembra essere quella messa a punto nel corso dei lavori del GILV (Gruppo Italiano per lo studio dei rapporti fra Lavoro e Visione), anche se a tutt’oggi non ufficializzata: “Una Sindrome clinica, causata da un disagio nella visione, che si manifesta con un insieme di sintomi e segni in prevalenza oculari ma anche generali” (ZANETTI, 1995; comunicazione personale).

 

Le manifestazioni dell’astenopia sono riassunte schematicamente  nella tabella a seguito riportata. Le voci in maiuscolo si riferiscono ad aspetti essenzialmente soggettivi, mentre quelle in minuscolo a quelli suscettibili di parziale valutazione obiettiva.

 

Aspetti visivi

FOTOFOBIA

Riduzione dell’acuità visiva

VISIONE SFUOCATA

VISIONE SDOPPIATA

Miopizzazione transitoria

Transitorio allontanamentodel punto prossimo

Comparsa o aumento di Forie

ALONI COLORATI

EFFETTO MC COLLOUGH (visione rosata)

 

 

Aspetti oculari       

 lacrimazione

ammiccamento aumentato

PRURITO

IRRITAZIONE

SECCHEZZA

BRUCIORE

SENSAZIONE  DI SABBIA SOTTO LE PALPEBRE

PESANTEZZA AI BULBI

DOLORE

arrossamento congiuntivale alterazioni qualitative/quantitative del film lacrimale

  Aspetti generali

CEFALEA

ASTENIA

NAUSEA

DISPEPSIA

VERTIGINE

TENSIONE GENERALE

 

 

 

 

 

 

                Le manifestazioni di astenopia devono essere tutte ricercate in fase anamnestica della compilazione del protocollo.

 

I RISVOLTI PIÙ SIGNIFICATIVI DELL LEGGE 626

 

1) Quando si considera un LAVORATORE "VIDEOTERMILALISTA": un dibattito in corso

La legge 626 art. 51 considera troppo genericamente che deve sottoporsi al controllo, chi "usa il VDT in modo sistematico e abituale per almeno 4 ore consecutive giornaliere per tutta la settimana lavorativa" senza considerare variabili quali tempo totale e tempo reale, fattori ambientali, fattori organizzativi e individuali.  Ciò ha creato molte controverse interpretazioni e non si è arrivati a capire chi è realmente un lavoratore al VDT.

L’ultima commissione ad hoc ha preso in considerazione come parametro le  20 ore settimanali in media di lavoro al VDT.

Il GILV ha confermato nei suoi studi che i disturbi sono più frequenti se il tempo al VDT supera la metà del tempo globale di lavoro.

Una concorde valutazione, che è stata recepita da oculisti e medici del lavoro (anche negli incontri F.O.VE.A.), è quella che l'indicazione di una visita oculistica dovrebbe essere effettuata, a discrezione del medico competente, anche su persone che lavorano poche ore, ma con  carico visivo  particolare ed impegnativo.

 

2) la visita oculistica e l'Idoneità lavorativa al vdt

Il giudizio di idoneità al lavoro al VDT è, per espressa prescrizione del D.Lgsl. 626/94, di pertinenza del medico competente (medico del lavoro).

L'oculista, incaricato di fare una consulenza specialistica, deve attenersi a dare un giudizio sull'affaticamento prevedibile al VDT. Dato che tale condizione è suscettibile di variabili dovute a tempo d'uso del VDT, caratteristiche intrinseche del compito visivo, fattori ambientali e individuali, l'oculista, dopo essersi limitato all'analisi dell'organo visivo, esprime un semplice "giudizio di prevedibile affaticamento" come quello che abbiamo sintetizzato alla fine della scheda del protocollo. Ciò non comporta, a nostro parere, una limitazione di ruolo decisionale sull'idoneità al lavoro al VDT, dato che la visita oculistica consente egualmente una efficace opera di prevenzione oftalmologica la quale rappresenta il fine ultimo dell'intervento dello specialista nell'intendimento legislativo.

L'oculista potrà (e dovrà) prescrivere eventuali ulteriori analisi cliniche oculari se queste sono necessarie a redigere tale giudizio. 

Queste analisi non dovrebbero essere a carico del Sistema Sanitario Nazionale ne del singolo individuo ma del datore di lavoro, se servono in modo esclusivo a questo scopo.

                Abbiamo concordato fra oculisti che la prescrizione ottica deve essere eseguita durante la consulenza  anche se il soggetto esaminato è in cura da un collega, purché essa sia di uso esclusivo per il VDT. Anche in questo caso tale presidio dovrebbe essere acquistato dal datore di lavoro e il lavoratore dovrebbe lasciarlo sul luogo di lavoro.

                Tutti coloro che sono portatori di un difetto refrattivo utile nella normale vita di relazione, anche se già corretto ma in modo inadeguato, dovrebbero (a parere dei medici F.O.VE.A.) essere invitati ad una visita oculistica più approfondita e, se già seguiti da uno specialista, inviati a quest'ultimo.

                Nel partecipare all'iniziativa comune che stiamo proponendo, il corretto comportamento deontologico ci pare ovvio.

3) LA PERIODICITA' DEI CONTROLLI

L’art. 55 sulla sorveglianza sanitaria distingue la visita iniziale preattività e i controlli periodici successivi, previsti al massimo ogni 5 anni nei soggetti giovani e ogni 2 anni nei soggetti di oltre 45 anni.

E' previsto comunque che l'Oculista che sta svolgendo la consulenza  possa indicare una specifica periodicità di controllo (a seconda dei rilievi clinici e/o refrattivi evidenziati) nel singolo soggetto diversa dai cinque anni previsti. Sarà poi il medico competente a organizzare tale sorveglianza. La frequenza delle viste oculistiche dovrà essere indicata  nello spazio "CONSIGLI E PRESCRIZIONI"

E' comune opinione che, in presenza di un grosso carico di lavoro, la visita debba essere ripetuta almeno ogni due anni.

 

4) LE PAUSE DI LAVORO

L' art. 54 della L. 626 prevede una pausa di 15 min. ogni 120 min. di lavoro al computer.

L'oculista può consigliare una limitazione dei tempi di lavoro (che il medico competente tradurrà in "Idoneità con prescrizione di limitazione temporale") sia come riduzione della durata complessiva dell’attività sia come aumento della frequenza/durata delle pause.

                Questo tipo di limitazione deve essere preso in considerazione in presenza di significativi sintomi di disagio visivo da affaticamento e valutata caso per caso, nell’ambito di un'ampia indagine ergoftalmologica che porti il medico competente a perfetta conoscenza delle caratteristiche del compito visivo specifico, caratteristiche del posto di lavoro e stato di salute oculo-visiva del lavoratore.

Per quanto riguarda le alterazioni dell’apparato oculare, segnaliamo quelle che più la letteratura considera più probabilmente causa di disturbi astenopeici in soggetti costituzionalmente più sensibili e predisposti:

¨       ambliopia parziale con visus inferiore a 6/10 (anche monolaterale)

¨       alterazioni della motilità oculare estrinseca quali:

-          eteroforie medio-elevate (superiori a 8 diottrie prismatiche)

-          eteroforie facilmente scompensabili

-          nistagmo

-          deficit III, IV, VI n.c.

¨       patologie infiammatorie croniche degli annessi (blefariti, congiuntiviti)

¨       patologie della superficie oculare (es. sindrome dell’occhio secco)

¨       alterazioni di trasparenza della cornea

¨       cheratocono

¨       cataratta

¨       afachia, pseudofachia

¨       difetti refrattivi elevati (a prescindere dal visus ottenibile con correzione)

¨       retinopatie degenerative

¨       maculopatie con alterazione della visione centrale (metamorfopsie)

¨       alterazioni del campo visivo.

 

5) L'INIDONEITÀ ASSOLUTA TRANSITORIA

Può verificarsi nel caso di patologie oculari in fase acuta che provocano una riduzione sensibile  del visus, diplopia in posizione primaria di sguardo o un significativo disagio soggettivo (ad esempio cheratiti, congiuntiviti, uveiti, ecc.). L'oculista le segnalerà al medico competente che valuterà caso per caso l'opportunità di dichiarare temporaneamente non idoneo il paziente.

 

 

6) L'INIDONEITÀ ASSOLUTA PERMANENTE

                Costituisce, alla luce degli attuali orientamenti, un evento assolutamente eccezionale, e si realizzerebbe solo nel caso di un visus binoculare residuo fortemente inferiore alla acutezza media richiesta dal compito visivo in relazione anche alla distanza di lavoro.

Tenendo in considerazione la possibilità di cui sono dotati alcuni software facilmente reperibili di aumentare le dimensioni dei caratteri da leggere, giudichiamo che anche la valutazione generale, più volte rimarcata in letteratura, che per un PC con sistema operativo Windows preve un  visus minimo binoculare di  3/10 a distanze di 40-70 cm, ci sembra del tutto inadeguata.

                E' possibile tuttavia tenere in considerazione, analizzando caso per caso, il reale impegno visivo al VDT (in termini di tempi, di modalità di esecuzione e di impegno visivo effettivamente richiesto) e l'eventuale presenza di concomitanti compiti visivi connessi alla mansione (ad esempio la lettura di fogli dattiloscritti, per i quali si richiede un visus che può variare da un minimo di 2-3/10, per i comuni caratteri da macchina da scrivere, a 5-8/10, per caratteri tipografici particolarmente piccoli). Dove non è possibile modificare tali condizioni di lavoro e quando il lavoratore abbia già manifestato oggettive  e gravi difficoltà, e possibile pensare ad una inidoneità.

 

 

IL PROTOCOLLO

                Il protocollo di visita oculistica con indagine ergonomica per videoterminalisti prodotto dalla F.O.VE.A. è di facile e rapida compilazione. I test somministrati per valutare il senso cromatico e misurare il punto prossimo di convergenza o le diottrie di una deviazione, non sono volutamente indicati, in quanto non abbiamo dati per consigliare il migliore per questo tipo d'indagine.

                Importante è standardizzare la compilazione dell'ultima parte del protocollo.

 

Per ciò che riguarda le CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE  si deve intendere

·         la diagnosi (anche del vizio refrattivo)

·         o il sospetto diagnostico se sono poi necessari ulteriori accertamenti.

 

Nei CONSIGLI e PRESCRIZIONI si specificano:

·         eventuali provvedimenti presi (es. prescrizione ottica, prescrizione farmacologica ecc.)

·         eventuali  accertamenti diagnostici ulteriori e dove eseguirli,

·         eventuale visita approfondita dall'oculista di fiducia,

·         la sorveglianza (vedi "periodicità dei controlli" se diversi da quelli previsti dalla legge).

·         i vari gradi di limitazione all'uso del VDT. (vedi inidoneità e "idoneità con prescrizione di limitazione temporale")

 

Il giudizio finale viene poi  rappresentato dall' "AFFATICAMENTO PREVEDIBILE NEL LAVORO CON VDT" considerato in base alla refrazione e alla valutazione clinica eseguita considerando le migliori condizioni ergoftalmologiche ambientali quali sarebbero previste dalle normative.

La risposta può essere: 

 

A) nella norma sena (naturale) o con correzione ottica.

B) superiore alla norma che a sua volta potrà essere "limitabile" con un presidio che poi viene indicato oppure superiore alla norma ma non limitabile in alcun modo.

 

Ad esempio per un astigmatico che sia ortoforico e ben corretto si prevederà un affaticamento normale con l'uso della correzione ottica, mentre se questo presenta marcata foria anche con correzione, l'affaticamento sarà solamente limitabile con gli occhiali o con associati eventuali esercizi ortottici.

Qualsiasi situazione che non possa essere almeno in buona parte corretta con occhiali o altro, (es. per scarso visus, in un soggetto monocolo, in caso di tropie significative ecc.) sarà da considerarsi tale da prevedere un affaticamento superiore alla norma e non limitabile.

L'indicazione alla inidoneità (transitoria o assoluta) non è volutamente prevista in quanto il giudizio in quanto, come stato già sottolineato, spetta al medico del lavoro. L'indicazione all'allontanamento dal lavoro al VDT (temporanea o definitiva) così come "l'idoneità con prescrizione di limitazione temporale", verrà riportata nei CONSIGLI E PRESCRIZIONI.

 


 

LA TARIFFA.

                La  F.O.VE.A. ha richiesto all'Ordine dei Medici di Verona di esprimersi in relazione al fatto che la visita ergoftalmologica  per VDT sia o meno da considerarsi a tutti gli effetti una visita oculistica completa od esclusivamente un indagine di screening  o altro (per la quale non è previsto un tariffario nazionale),  anche perché, come noto, alcuni enti  eseguono tale indagine ad un prezzo molto basso.

L'Ordine dei Medici non si  è sentito di esprimersi e ha quindi demandato tale quesito alla Federazione Italiana degli Ordini, da cui  siamo in attesa di risposta relativa.

L'opinione comune a livello Italiano è comunque quella di considerare come visita vera e propria l'indagine sui videoterminalisti e di conseguenza la  F.O.VE.A. si allinea a questa posizione indicando come tariffa minima quella delle £. 80.000 previste dal tariffario nazionale.

 

LA PRESCRIZIONE DI VISITE O ACCERTAMENTI ATTI A DARE IDONEITÀ ATTRAVERSO IL SSN

                Un altro problema, che coinvolge per altro anche alcuni Medici del Lavoro, è quello di far eseguire delle ulteriori visite o accertamenti diagnostici in caso di sospetta patologia attraverso il Sistema Sanitario Nazionale ovvero con "l'impegnativa". La legge 626 prevede che eventuali ulteriori analisi cliniche (oculari e non) necessarie a redigere il  giudizio di idoneità al lavoro al videoterminale, sono a carico del datore di lavoro.

                Per altro, in caso di sospetto patologico che non influenza l'attività di lavoro al VDT, ma che risulta dalla visita medica deve essere segnalato al medico di base del soggetto in esame, in caso di rilievi clinici non strettamente oculari, o all'oculista di fiducia in caso di sospetti patologici all'apparato visivo,  in modo che siano questi a prendere provvedimenti diagnostici adeguati.

                La ricorrente presenza di anomalie di comportamento in quest'ambito, ci ha fatto considerare l'opportunità di segnalare a chi di dovere tali condizioni, per cui i Colleghi che ne hanno esempi, sono pregati di segnalarli a uno dei medici del Consiglio Direttivo della F.O.VE.A.

 

BIBLIOGRAFIA

La F.O.VE.A. si fa carico di tenere un aggiornata bibliografia sull'argomento trattato. Per adesso segnaliamo alcune pubblicazioni recenti  che mettiamo a disposizione degli interessati.

 

1.        C. Romano et all. "Lavoro a VDT e funzione visiva: analisi degli aspetti della sindrome da affaticamento oculare e proposta di alcuni criteri per la definizione dell'idoneità lavorativa"; Acta Medica Mediterranea, 1997, 13S: 201

 

2.        Gruppo Italiano per lo studio dei rapporti tra lavoro e visione (G.I.L.V.) " Appunti di Metodo. Rapporto fra lavoro e visione sotto il profilo medico preventivo: primi orientati… Parte prima: presentazione" ; Med Lav 1993; 84, 4: 311-323.

 

3.        Gruppo Italiano per lo studio dei rapporti tra lavoro e visione (G.I.L.V.) " Appunti di Metodo. Rapporto fra lavoro e visione sotto il profilo medico preventivo: primi orientati… Parte seconda: metodo" ; Med Lav 1993; 84, 4: 324-331.

 

4.        Coordinamento tecnico per la prevenzione degli Assessorati alla Sanità delle regioni e province autonome di Trento e Bolzano; "uso di attrezzature munite di videoterminali" Documento n° 14 del Decreto Legislativo n°626/94. 

 

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   F.O.VE.A.
FEDERAZIONE OCULISTI VERONESI ASSOCIATI