Disturbi
muscoloscheletrici nei guidatori di mezzi su gomma: è il rischio maggiore
che in altre attività?
RIASSUNTO.
Tra le attività
lavorative, la guida di automezzi su gomma è riconosciuta come una delle
principali cause delle patologie muscoloscheletriche. Alla determinazione
del danno concorrono la postura obbligata, le vibrazioni diffuse e i
microtraumi ripetuti. Nel lavoro è stato operato il confronto tra la
morbilità per patologie osteomuscolari in lavoratori adibiti abitualmente
alla guida e ad altre attività. Globalmente, i risultati hanno mostrato
una maggiore prevalenza di patologie negli addetti alla guida, parimenti
all’anticipazione dell’età di comparsa delle affezioni del rachide
lombare. Un dato interessante ha riguardato la precocità delle alterazioni
funzionali in tutti i lavoratori esposti a rischi per il sistema
muscoloscheletrico rispetto alle evidenze anatomostrutturali, confermando
la validità degli esami funzionali ai fini preventivi e idoneativi.
ABSTRACT.
MUSCOLOSKELETAL DISORDERS IN DRIVERS: IS THE RISK HIGHER THAN IN OTHER
ACTIVITIES? Many
studies have shown that the frequency of muscoloskeletal disorders amongst
drivers is higher than in other occupational categories. Whole body
vibration, repetitive microtraumas and forced posture are involved in the
pathogenesis of muscoloskeletal disorders. In our study, we compared the
prevalence of muscoloskeletal disorders in drivers (taxi and truck drivers)
and in other occupational categories. In drivers we found a higher
prevalence of lumbar disordersnand an earlier inception of such disorders.
Moreover, the early functional alterations discovered in all workers prove
that the functional method has an important role in the prevention and in
the fitness assessment of muscoloskeletal disorders.
Introduzione
Studi osservazionali e caso-controllo hanno riconosciuto e misurato le
associazioni tra i disordini muscoloscheletrici e le attività lavorative,
definendo, con buona precisione, il ruolo dei fattori di rischio
individuali e lavorativi (1). Tra le diverse attività, ai primi posti è
collocata la conduzione di automezzi (2), per l’esposizione a rischi
multipotenziali da postura seduta prolungata, da non congrua posizione del
tronco e degli arti, da microtraumi ripetutialla colonna vertebrale e,
soprattutto, da vibrazioni diffuse a tutto il corpo. Studi molto datati
(3) già segnalano associazioni tra i disturbi muscoloscheletrici,
soprattutto del rachide, e l’attività di guida, mentre più recentemente
sono stati definiti i ruoli dei singoli fattori di rischio. È oggi ben
noto l’effetto delle WBV nell’insorgenza delle patologie degenerative del
rachide e, soprattutto, nello sviluppo della sintomatologia dolorosa in
lavoratori professionalmente esposti (4,5,6). Al riguardo, si segnalano le
dimostrazioni di relazioni incrementali dirette tra la sintomatologia
dolorosa e l’entità dell’esposizione a WBV, intensità e dose cumulata
(anni di esposizione e durata giornaliera) (5,7). Pertanto, prelevando i
dati da un vasto campione di lavoratori sottoposti a Sorveglianza
Sanitaria, è stata effettuata l’analisi statistica sulle prevalenze di
disturbi e patologie osteomuscolari cervicali e lombari (neck and low
back pain) in autisti e in lavoratori di altre attività, allo scopo di
valutare: 1) i differenti pesi dei fattori di rischio, lavorativi e
individuali, nella determinazione delle patologie; 2) le eventuali
differenze tra le sensazioni soggettive (disturbi) e le patologie
obiettivamente manifeste (handicap).
Campione e
Metodi
Da un vasto campione di lavoratori maschi, sono stati estrapolati 379
unità lavorative, impegnate in cinque tipi di attività, con differenti
rischi per l’apparato muscoloscheletrico. I criteri selettivi sono stati
costituiti dall’omogeneità dei fattori individuali, età anzianità
lavorativa peso BMI abitudine al fumo, con la sola variabilità dei fattori
di rischio lavorativo. Nella prima tabella sono riportate le specifiche
del campione e l’indicazione del/dei fattore/i di rischio lavorativo
individuati. La positività di disturbi è stata attribuita alla compresenza
nei sintomi di durata >30 giorni, di reiterazioni >2 volte l’anno, di
percepiti handicap funzionali. La presenza di patologie oggettive è stata
dedotta dall’evidenza radiologica di alterazioni anatomostrutturali e/o di
deficit delle performance funzionali, evidenziati mediante esami
morfofunzionali. Per le analisi statistiche, sono stati utilizzati il test
del Chi-quadrato e l’Odds Ratio.
Risultati e
Considerazioni
La distinzione del campione in due sottogruppi (addetti alla guida o ad
altre attività), ha mostrato prevalenze maggiori di lombalgie (P<0,01) e
di spondilopatie cervicali e lombari negli autisti (P<0,01) (Figura 1).
L’ulteriore scorporo dei dati nei sottogruppi delle differenti attività ha
mostrato prevalenze maggiori delle patologie nelle attività di guida,
tassisti e autotrasportatori di merci, rispetto a quelle impiegatizie e di
Polizia urbana (P<0,01); rispetto alle attività di facchinaggio, solo le
spondilopatie cervicali sono state maggiormente prevalenti (Tabella I). Un
dato interessante riguarda le differenze tra le positività delle affezioni
clinicamente evidenti e quelle dei disturbi soggettivi. Il saldo è
positivo nei lavoratori esaminati per le patologie clinicamente evidenti,
con la sola eccezione delle localizzazioni cervicali negli appartenenti
alla Polizia Urbana (Tabella II). Il risultato induce a ritenere che le
limitazioni funzionali precedano la percezione di una sintomatologia
avvertita come invalidante. L’effetto dei rischi individuali, stimato con
il test del Chi-quadrato, è evidente solo per l’età. Le spondilopatie
lombari sono maggiormente presenti negli impiegati amministrativi e nei
Vigili più anziani (P<0,05), mentre quelle cervicali risentono dell’età
negli addetti al facchinaggio e nei guidatori di taxi. Abitudine al fumo e
BMI non agiscono da fattori di rischio indipendente. Nello specifico delle
attività di guida, la conduzione di mezzi pesanti è l’attività più
precocemente usurante il sistema muscoloscheletrico. Negli
autotrasportatori sono presenti le maggiori prevalenze di patologie
cervicali e lombari anche nelle fascia d’età <45 anni, con differenze non
significative rispetto a quella >45 anni.
Conclusioni
L’analisi dei dati conferma che nelle attività di guida, in cui sono
presenti più fattori di rischio, le patologie sono significativamente più
frequenti che in attività con presenza di rischi singoli (8). Il riscontro
di alterazioni funzionali, anche in assenza di sintomatologia avvertita
come invalidante, richiama l’attenzione sulla necessità della
programmazione di interventi analitici mirati alla valutazione molto
precoce dei danni, qualora siano presenti rischi per l’apparato muscolo
scheletrico (9).
Tabella I.
Caratteristiche del campione
Figura 1. Prevalenze
delle patologie nei sottogruppi di attivita' Tabella II. Prevalenze delle
patologie nelle differenti attivita' e differenze tra disturbi soggettivi
e spondilopatie clinico - funzionali
Bibliografia
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9) Lyons J. "Factors contributing to low back pain among professional
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Work. 2002; 19(1): 95-102.
B. Boggia,
L. Cavaliere, U. Maietta, M. Lettieri, G. Mancusi, U. Carbone
Dipartimento di Scienze Mediche Preventive, Sezione di Medicina del
Lavoro, Università degli Studi di Napoli Federico II
Fonte:
COMUNICAZIONI ORALI E POSTER SUL MONITORAGGIO BIOLOGICO - G Ital Med Lav
Erg 2004; 26:4, Suppl
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