Quando la luce fa male alla salute
Semplici accorgimenti possono ridurre l’inquinamento luminoso. Disponibile on line un guida all'uso corretto.



Ha conseguenze dal punto di vista economico, paesaggistico, energetico, ma anche dal punto di vista della salute l’inquinamento luminoso, cioè ogni forma di irradiazione di luce artificiale
rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste.

Il problema è in rapida crescita, si stima infatti che aumenti del 7% ogni anno; forte l’impatto economico: in Italia, ogni anno vengono spesi circa 200 milioni di Euro per difetti di progettazione, di realizzazione o di gestione degli impianti di illuminazione esterna, ovvero per l’uso di corpi illuminanti che risultano eccessivamente disperdenti (tipico esempio i lampioni a sfera).
L’inquinamento luminoso può determinare nell'uomo riflessi fisiologici e psichici; la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi; è stata ad esempio dimostrata una minore produzione di melatonina (ormone per la difesa immunitaria) in persone che lavorano la notte con forte illuminazione artificiale.

Al tema l’Arpa del Veneto ha dedicato un  opuscolo  che illustra le principali fonti di inquinamento luminoso, le tipologie di apparecchi di illuminazione “inquinanti”, e come si possa agire per ridurlo.

Le principali sorgenti di inquinamento luminoso sono gli impianti di illuminazione esterna notturna(impianti di illuminazione, pubblica, stradali, privati, di monumenti, …) , ma in alcuni casi l'inquinamento luminoso può essere prodotto anche da illuminazione interna che sfugge all'esterno, per esempio l'illuminazione di vetrine.

L’opuscolo con l’ausilio di immagini indica le corrette tipologie di illuminazione e di quelle scorrette, un esempio è riportato in figura.

Da tenere presente oltre alla tipologia della lampada anche il contributo dovuto alla riflessione della luce dovuta al suolo. È importante quindi la potenza della lampada: anche se l'impianto e' stato realizzato con apparecchi a norma di legge, una sovradimensionamento della potenza dello stesso incrementerebbe una riflessione verso il cielo della luce emessa nonché una spesa ingiustificata.

 

 

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