Passare molte ore al computer, senza
mai alzarsi, aumenta il rischio di trombosi alle gambe.
Lo sostiene uno studio, condotto dal Prof. Richard Beasley del Medical Research
Institute di Wellington, effettuato sui pazienti ricoverati in ospedale per
emboli alle gambe. Dalle indagini condotte è emerso che il 34% del campione
trascorreva molte ore in posizione seduta, conducendo un lavoro sedentario
davanti al computer.
Gli emboli possono svilupparsi nelle vene profonde delle gambe di coloro che
sono immobili per lunghi periodi. Se l’embolo si stacca e giunge al cuore, ai
polmoni o al cervello, può causare gravi danni, ad esempio ictus o attacchi di
cuore.
Alcuni fattori di rischio per le trombosi sono già noti da tempo, come il fumo,
la gravidanza, l’età, mentre altri sono stati recentemente individuati. E' il
caso della “sindrome da classe economica”, relativa all’immobilità degli arti
inferiori, nei lunghi viaggi aerei, dovuta agli angusti spazi della classe
economica.
Sull’aumento di rischio di trombosi connesso alle lunghe ore trascorse seduti
davanti al computer il prof. Richard Beasley ha cominciato ad indagare nel 2003.
L’argomento merita una particolare attenzione, in quanto coinvolge milioni di
lavoratori.
Spesso, tra casa e lavoro, le persone trascorrono 12 ore al giorno sedute
davanti al PC, in alcuni casi anche 18; le pause inoltre non sono frequenti.
“In alcuni casi i lavoratori stanno anche tre-quattro ore senza alzarsi; ciò
accade soprattutto nel settore dell’IT e nei call-center”.
Un semplice consiglio di prevenzione per chi trascorre la giornata davanti allo
schermo è quello di prendersi delle “micro-pause”, alzandosi e sgranchendo gambe
e braccia.
Fonte:
The New Zeland Herald