Elettrosmog, per Radio Vaticana ora l'accusa è di omicidio colposo
 
 
Tre dirigenti di Radio Vaticana sono stati iscritti nel registro degli indagati con la gravissima accusa di omicidio colposo, per il presunto collegamento fra le alcune morti per leucemia e l'inquinamento da elettrosmog provocato dalle antenne dell'emittente nella zona di Cesano, piccolo centro alle porte di Roma. Un nuovo pesante colpo per i tre che erano già da tempo sotto processo per il reato di "getto pericoloso di cose".

Gli imputati sono: Roberto Tucci, presidente del comitato di gestione di Radio Vaticana; padre Pasquale Borgomeo, direttore generale e Costantino Pacifici, membro della direzione tecnica. Durante tutto il processo, Radio Vaticana ha continuato a difendersi: «L'impianto sorgeva in campagna. Le case sono state costruite dopo».

Il nuovo affondo ha aperto il secondo atto di un processo che stenta ancora a prendere il via. Il giudice del tribunale di Roma, Luisa Martoni, ha infatti rinviato l'udienza al 9 dicembre prossimo, accogliendo la richiesta dell'avvocato Marcello Melandri, difensore dei tre imputati.

«Oggi abbiamo assistito ad un ennesimo rinvio per questioni di mera procedura e, per l'esattezza, per l'irritualità della notifica degli imputati» - dice l'avvocato Francesca Romana Fragale, che assiste l'associazione Verdi ambiente e società, costituitasi parte civile. «Siamo pronti a ribattere alle eccezioni procedurali ulteriori della difesa di Radio vaticana - aggiunge determinata, auspicando - tempestività nella celebrazione del dibattimento a tutela degli interessi dei cittadini e residenti nella zona di Cesano». Oltre ai Vas, sono costituiti come parte civile il Coordinamento dei comitati di Roma nord, Legambiente, il Codacons, Cittadinanzattiva e numerosi abitanti.

Radio Vaticana, da anni, emette campi elettromagnetici dal valore di gran lunga superiore ai limiti di legge italiani: le antenne dell'emittente superano il limite di sei volt metro stabiliti dalla legge 381 del '98, in alcuni casi, anche di 20 volt metro.

La Radio, però, «ha sempre rifiutato il contenzioso perchè consapevole di non rispettare i cittadini, tanto nella salute quanto nella dignità» - dicono i Comitati di Roma nord che aggiungono: «Si trincera dietro l'opportunismo dell'extraterritorialità».

Questo secondo filone di indagini è nato dalle denunce degli abitanti del piccolo centro alle porte di Roma secondo le quali le numerose morti per lucemia, dei residenti di Cesano, sarebbero imputabili alle nocive radiazioni elettromagnetiche.

All'interno dell'esposto, analizzato dal pm Stefano Pesci e dal procuratore aggiunto Gianfranco Amendola, si chiedeva «se dagli elementi sanitari ed epidemiologici emersi e dalle prove documentali cartacee e video-sonore allegate potesse configurarsi il reato di omicidio colposo plurimo a carico dei soggetti eventualmente responsabili».

A sostenere la teoria del legame fra i decessi e le emissioni elettromagnetiche anche i documenti presentati dal Coordinamento dei comitati di Roma nord. Tra di essi il dettagliato rapporto dell'Agenzia di Sanità pubblica del Lazio, secondo cui la percentuale di mortalità per leucemia infantile a Cesano è ben tre volte superiore rispetto alla capitale. Nonostante le tante difficoltà e le numerose battute d'arresto, il processo è a una svolta decisiva. Scacco matto per le preghiere all'elettrosmog.

Giada Valdannini