Martedì 6 Dicembre 2005 | ||
Allarme a Fiumicino L’episodio dimostra i limiti della sorveglianza | |
Aeroporto groviera: cani randagi entrano in pista e “bloccano” i voli | |
di GIULIO MANCINI Agenti sfiniti da un’emergenza che dura dall’attacco alle Torri Gemelle e che si affronta con la metà dell’organico. Alla vigilia delle festività natalizie, che rappresentano le giornate di massimo traffico, la Polaria del ”Leonardo da Vinci” lancia l’allarme: siamo troppo lontani dalle massime condizioni di sicurezza aeroportuale. Insomma il sistema ha dei “buchi”. E’ lunga la lista di disservizi e inadempienze che lasciano intravedere la permeabilità del sistema sicurezza nel primo scalo italiano. E la denuncia arriva da chi opera in prima linea: gli agenti della Polaria, protagonisti ieri a Fiumicino di un sit in di protesta. L’ultimo caso di ”violazione” del sistema di sicurezza si deve a una muta di cani randagi. Nei giorni scorsi il gruppo di animali ha invaso una pista provocando, seppure per pochi minuti, lo stop delle operazioni di volo. L’episodio, denunciato dai sindacati, è stato confermato dall’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, che però ridimensiona le circostanze: «si tratta di una coppia di cani che vive nell’aeroporto e che, spostandosi ai margini di una via di scorrimento degli aeromobili, ha richiamato l’attenzione degli addetti alla sicurezza senza, però, avere implicazioni sul traffico». Resta, dunque, senza spiegazione un accesso, quello degli animali, che dovrebbe essere impedito da una recinzione impenetrabile. In realtà, il controllo del perimetro a Fiumicino avviene ancora a vista, nonostante il lontano impegno delle autorità a installare una rete di sorveglianza elettronica ”intelligente”, il cosiddetto sistema ”Phantom” dal costo di circa un milione di euro. E’ lunga la lista delle rivendicazioni di chi è in trincea. La Squadra laser, che conta appena 24 uomini, stando ai sindacati opera senza un equipaggiamento all’altezza del delicato compito. Scarseggiano persino i giubbotti antiproiettile. La pianta organica della Polaria, poi, è aggiornata al 1990 e dispone in totale di 800 agenti divisi tra tutte le mansioni: sono la metà di quanti ne servirebbero. Nel molo C, terreno operativo proprio della squadra laser, i check in per i voli Usa e israeliani, sottoposti a filtro, confinano con quelli delle compagnie arabe e libiche. La sala operativa, cuore del sistema di sicurezza, è vecchia di trent’anni e insalubre. Il caso del 25 novembre, quando un algerino fermato agli arrivi internazionali perchè in possesso di passaporto falso è riuscito ad evadere dalla sala-fermi facendo perdere ogni traccia di sè, è eloquente. Una settimana prima un cittadino inglese stava imbarcandosi sul volo per Londra con un coltello da 10 centimetri di lama in tasca. Aveva superato il metal detector e solo un controllo casuale prima delle scalette, condotto a campione dalla polizia, ha impedito l'imbarco. «I colleghi denuncia Gianni Ciotti, segretario provinciale del Siulp sono spremuti come limoni. Si lavora senza respiro dal 2001». «All’elenco di inadempienze aggiunge Piero Fierro del Siulp provinciale dobbiamo sommare l’assunzione con contratti a termine anche di un solo mese degli stagionali addetti ai metal detector in consegna all’Aeroporti di Roma. È evidente che solo un’autority per la sicurezza aeroportuale può coordinare e gestire al meglio la situazione». «Da metà gennaio con la Finanziaria conclude Simone Radeglia delegato Sap i 75 ausiliari che termineranno il servizio rischiano di non essere rimpiazzati, aggravando la già precaria condizione dell’organico». |