Brucia la baracca, muoiono 4 rumeni
 
Tragedia a Roma. Mentre a Treviso venivano sgomberati 180 lavoratori stranieri, tutti regolari
La scorsa notte quattro cittadini rumeni hanno tragicamente perso la vita a Roma in un violento incendio sprigionatosi nella baracca nella quale dormivano. Delle vittime, tre sono morte asfissiate e una carbonizzata. Due loro compagni invece, rimasti gravemente ustionati, sono riusciti a trascinarsi fuori dal rogo e a dare l'allarme. Un passante ha poi allertato i carabinieri che sono giunti sul posto quando ormai il dramma era già consumato.

Il quartiere Tuscolano ha fatto da sfondo alla terribile vicenda. Gli uomini vivevano in condizioni di assoluto disagio, in un rifugio "di fortuna" ricavato all'interno di una cella frigorifera, abbandonata in un campo, in via dell'Arco di Travertino. I due uomini scampati alle fiamme hanno trovato cure e riparo negli ospedali Sant'Eugenio e San Giovanni. Le cause dell'incendio, da una prima ipotesi, sembrerebbero accidentali. Infatti, il rogo si sarebbe sprigionato da un mozzicone di sigaretta inavvertitamente spento male.

La scena che si è presentata ai soccorritori era veramente agghiacciante, tanto che ben quattro squadre di soccorso sono dovute intervenire per cercare di arginare e spegnere le fiamme. Il fuoco è stato domato a fatica, ma il calore accumulato dalla cella ha impedito agli investigatori di compiere tempestivamente i primi rilievi. In ciò che restava della baracca sono stati rinvenuti i corpi delle vittime. Sulla vicenda, poi, è stata aperta un'inchiesta che sarà guidata dal pm, Giuseppe Saieva, della Procura della Repubblica di Roma.

Alla notizia della morte violenta dei cittadini rumeni, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha commentato: «E' grande il dolore per una tragedia che, specialmente a Roma, è andata crescendo notevolmente negli ultimi mesi. L'impegno - ha aggiunto - delle strutture del Comune e della rete del volontariato, è lo strumento migliore per evitare che situazioni di esclusione e di emarginazione si trasformino, com'è accaduto, in tragedia».

Così, mentre il mondo della solidarietà si stringe intorno alla terribile vicenda del Tuscolano, nuovi abusi si perpetrano ai danni di uomini e donne costrette a fuggire dalle loro terre in cerca di una speranza di vita.

Nel trevigiano, infatti, 180 lavoratori stranieri, tutti con regolare permesso di soggiorno, sono stati sgomberati dai luoghi in cui avevano trovato asilo. Una vecchia fabbrica in disuso ed un ex ospedale psichiatrico. In molti affermano che la causa di tutto sia la volontà di realizzare speculazioni, economiche o edilizie, nelle aree occupate dai migranti.

Il Prc di Treviso ha risposto agli sgomberi offrendo riparo, nella sua sede, a 35 persone. «Chiediamo a tutte le forze politiche democratiche e alle associazioni - ha detto Alessandro Sabiucciu, segretario provinciale Prc Treviso - di aprire le proprie sedi per accogliere chi lavora e soffre per colpa di una società sempre più incivile. Sappiamo - ha evidenziato Sabiucciu - che il problema della casa, reso ancora più urgente dalla Bossi/Fini, non si può risolvere con la pratica delle occupazioni. Serve una nuova politica per la casa, per tutti, italiani e migranti, che superi l'emergenza e riaffermi il diritto». Contro gli sgomberi nel capoluogo veneto, domani alle 15 si terrà una manifestazione di protesta.

Giada Valdannini