La Fortezza Europa ha paura dell'"uomo nero"
Migranti, le statistiche diffuse dal Cnel
 
 
L'Europa teme i migranti. Lo dimostrano i dati diffusi ieri dal sociologo Ilvo Diamanti alla conferenza europea sull'immigrazione, la due giorni organizzata dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro che si conclude oggi. Inquietante il quadro che emerge fin dalle prime relazioni: la maggioranza degli europei vive il fenomeno dell'immigrazione come un'autentica minaccia e palesa una seria paura in particolare nei riguardi dei migranti provenienti dai Balcani e dai paesi arabi.

Le indagini statistiche hanno avuto luogo nei 15 paesi europei più i tre per i quali è previsto l'ingresso ed evidenziano - come dice il sociologo - «che l'Europa si sta allineando ed unendo nel segno della paura dell'immigrazione». In particolare, buona parte della popolazione europea considera la lotta all'"immigrazione illegale" una priorità assoluta.

La Conferenza, organizzata a Villa Lubin, si è aperta alle ore 9.30 di ieri, con l'intervento del presidente del Cnel - Pietro Larizza. I temi previsti sono: i diritti fondamentali, l'integrazione sociale, la cooperazione allo sviluppo e promozione dell'area di libero scambio.

Gli incontri di oggi si apriranno con il tema "Politiche di cooperazione allo sviluppo: accordi bilaterali" e si concluderanno sul tema "Il ruolo delle parti sociali per una comune politica di integrazione". E' previsto l'intervento di Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti.

Ma cosa temono questi "eurocentrici" abitanti del nostro continente, cosa li spinge a vedere negli esuli una minaccia da contrastare? Per il 36% l'immigrazione è una minaccia alla sicurezza (dato particolarmente alto in Italia e in Francia); per il 35% all'occupazione; per il 28% a fantomatiche "identità" culturali e religiose.

Arrivati a questo punto, tra la necessità di comprendere le cause di tale timore e la volontà di arginare tale risentimento, si frappone il doveroso obbligo etico di puntare il dito verso le politiche discriminatorie ai danni dei migranti che hanno umiliato, emarginato e stigmatizzato questi "uomini e donne in fuga" come violenti, disadattati e criminali. Di qui, il passo verso la diffusione di questi retrivi luoghi comuni è quanto mai facile e non stupisce che il risentimento verso i migranti sia ormai così ramificato. In questo clima di pregiudizio e discriminazione e a poche ore dall'inizio della conferenza del Cnel, veniva demolito a Roma un rifugio che ospitava migranti di origine sudanese, somala ed etiope. Ciò avveniva sotto gli occhi di coloro che in quei fatiscenti ambienti, a pochi metri dalla stazione Termini, avevano trovato unico asilo e protezione.

Nelle stesse ore, Lampedusa tornava nell'occhio del ciclone con l'ennesimo sbarco di migranti, ripescati dal mare e confinati nel centro di detenzione temporanea dell'isola. All'indomani dell'ultimo recente naufragio che costò la vita a un giovane nordafricano, arrivava la denuncia di Fulvio Vassallo Paleologo, dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione: «Nessun provvedimento di legge, e nessun blocco navale può fermare la legittima aspirazione di quanti fuggono guerre, persecuzioni etniche e religiose, epidemie e povertà endemiche che spesso sono alimentate proprio dalle scelte di politica internazionale dei paesi ricchi».

Giada Valdannini