Respinta la mozione dell'opposizione
Pena di morte,
moratoria addio
 
 
E' definitivamente naufragata la possibilità di presentare all'Assemblea dell'Onu la mozione sulla moratoria delle esecuzioni capitali, almeno durante il semestre italiano di presidenza europea. L'aula di Montecitorio ha respinto ieri le mozioni presentate dall'opposizione che chiedevano al governo di «compiere passi conclusivi» in favore della risoluzione. Il governo però, nonostante l'evidenza dicesse il contrario, ha continuato a dirsi disponibile «ad impegnarsi in favore della moratoria universale delle esecuzioni capitali».

La maggioranza "cincischia" ma la sua mancata assunzione di responsabilità è sotto gli occhi di tutta Europa. Un altro dato sconcertante è che, durante il semestre italiano di presidenza europea, i Paesi contrari alla presentazione della moratoria sono saliti da 6 a 14. La sconfitta è ancora più pesante.

«C'è una sola parola per definire la conclusione a cui il governo italiano ha condotto la vicenda: fallimento», commenta Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, che poi incalza: «Con le sue perplessità, la sua mancanza di convinzione e, quindi, di credibilità ha letteralmente ucciso l'unica prospettiva concreta, ragionevole e rigorosa per giungere in tempi brevi all'abolizione completa della pena di morte». «In ogni caso - conclude D'Elia - il governo ha dimostrato di non essere all'altezza delle proprie convinzioni (se mai ci sono state) e di non essere neppure all'altezza delle proprie convenienze».

Se "chi ben comincia è a metà dell'opera", il governo italiano ha dimostrato proprio tutto il contrario. Il presidente del Consiglio infatti, il 2 luglio scorso, aveva assunto un impegno di fronte all'Europarlamento: «Mi farò premura - disse il premier - di portare all'Assemblea dell'Onu di settembre le istanze relative alla moratoria». Peccato però che non ha poi saputo mantenere la promessa.

Non è avvenuto nulla del genere, ma anzi, «il governo Berlusconi ha rotto l'antica unità del Parlamento italiano in materia di pena di morte», accusano Valerio Calzolaio (Ds) e Fabrizio Vigni (Ulivo). All'ondata di malcontento propagata dalla scelta del governo si è unita anche la voce di Oliviero Toscani, da sempre sostenitore delle campagne contro la pena di morte: «Sono imbarazzato di appartenere ad un Paese, l'Italia, che credevo avesse capito, ma oggi mi rendo conto che così non è. Loro rinunciano alla moratoria - aggiunge perentorio il noto fotografo - ma io, di fronte a questa vigliaccata, rinuncio al passaporto italiano».

L'affondo non termina qui. Toscani non risparmia neppure il Cavaliere: «Con questa decisione ha gettato la maschera».

Ramon Mantovani (Prc), nel suo intervento in aula, punta l'indice: «Il governo doveva essere più forte nel proporre, nel riproporre e nell'insistere su tale iniziativa, ma invece si è adeguato all'andazzo generale che fa molta ipocrisia sulla pena di morte nel mondo, ma poi tiene comportamenti assolutamente incoerenti. «Avrebbe dovuto insistere - denuncia parlando dai banchi di Rifondazione comunista - e, se non vi fosse stato il consenso sufficiente nell'Unione europea, avrebbe dovuto presentare lo stesso la proposta alle Nazioni Unite».

Giada Valdannini