Le destre «comprano» i poliziotti
Ps in festa tra siluri e veleni. E il governo stanzia aumenti di stipendio
ALESSANDRO MANTOVANI
Un governo che ha programmato lo scontro sociale non può permettersi di entrare in conflitto con le forze dell'ordine. E così ieri, a pochi giorni dallo sciopero generale e alla vigilia della Festa della polizia, il consiglio dei ministri ha stanziato 1200 milioni di euro (circa 2300 miliardi di lire) per il riordino delle carriere del comparto sicurezza. E' lo sganciamento dal pubblico impiego, da sempre rivendicato dai sindacati di ps. L'anno prossimo poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari avranno aumenti veri, non solo le briciole della finanziaria 2002. «E' un primo successo della nostra mobilitazione, ma se va bene lo vedremo tra un anno», ha commentato Claudio Giardullo, segretario del Silp-Cgil. Festa tra le polemiche. Il Siulp (a maggioranza Cisl) e il Sap (legato ad An) sono i sindacati più forti e sembrano pronti a firmare qualsiasi cosa. Ma nel variegato panorama (24 sigle) ci sono anche organizzazioni di destra che gridano al tradimento. Oggi l'Usp diserterà la festa dei 150 anni della polizia, Rinnovamento sindacale (Ugl) manifesterà all'esterno: nemmeno con i soldi li hanno calmati. A fare gli occhi dolci al governo sono rimasti il Lisipo e il Consap, che dopo il G8 di Genova hanno assunto la difesa d'ufficio dei peggiori picchiatori (il Consap ha persino eletto in segreteria Vincenzo Canterini, capo del reparto mobile di Roma e indiziato numero uno per il massacro della Diaz). E' invece confermato il boicottaggio dell'associazione funzionari di Giovanni Aliquò, contrario all'omaggio ai prefetti imposto dal Viminale. L'Anfp mette in guardia chi pensa di mettere un prefetto di carriera al posto del capo della polizia, una delle soluzioni possibili per la successione a Gianni De Gennaro.

Oggi a Roma, tra piazza del Popolo e la terrazza del Pincio, ci saranno il presidente Ciampi e il ministro Scajola, suonerà la banda e si esibiranno cani, reparti a cavallo e campioni delle Fiamme oro; nel week-end le celebrazioni proseguiranno in tutta Italia. Ma la polizia ha ben poco da festeggiare: le ferite del G8 sono ancora aperte, si respira malcontento e sbandamento. In questo clima il Siulp denuncia casi allarmanti di mobbing, militarizzazione e pugno di ferro disciplinare, dopo aver puntato il dito contro le operazioni-spettacolo di Scajola (caccia grossa agli immigrati, guerra alla prostituzione, rastrellamenti di piccoli pusher).

La denuncia del Siulp. A Velletri (Roma) c'è perfino un'inchiesta della procura sul caso di una poliziotta con quattordici anni di servizio, finita sulla lista nera degli agenti che si ammalano troppo. La perseguitano, le negano gli attestati di servizio, la fanno controllare da colleghi in divisa (e una volta perfino i Cc) invece che da medici fiscali. «Succedono anche cose più gravi, ma magari le vittime tacciono - spiega Gigi Notari, leader della sinistra Siulp - E il mobbing in polizia riguarda tutti: se il tutore dell'ordine è privato dei suoi diritti, che percezione può avere dei diritti altrui? Il risultato è Genova». E' in atto un processo inverso a quello avviato vent'anni fa: una sorta di ri-militarizzazione. «E' un problema culturale - dice ancora Notari - Tornano i vecchi schemi militari: si aspettano quattro anni per il trasferimento, funzionari reclutati dalle forze armate fanno il bello e il cattivo tempo, si preferiscono le `marcette' a una formazione seria. Ma l'aspetto più grave è il conformismo, lo spirito di obbedienza. Il senso critico è considerato un fastidio, non una risorsa. Si cercano tifosi, sostenitori. E invece la polizia è di tutti, no global compresi, come la scuola e la sanità. Dobbiamo tutelare i diritti e la democrazia, non certo metterci al servizio di una parte».