Il
carabiniere che parlava troppo
Radiato l'appuntato Mattioli:
denunciò i fascicoli segreti dei Cc e l'ordine di sparare al G8
A. MAN.
ROMA
L'arma dei carabinieri non si smentisce. L'appuntato
scelto Valerio Mattioli paga con la
radiazione, con la cacciata dalla Benemerita, il suo impegno civile e le sue
coraggiose denunce. Gli rimane solo il ricorso al Tar, nessuna solidarietà dal
Cocer. E' il carabiniere che nel `99 denunciò le schedature illegali
dell'arma. Nelle caserme - disse ai suoi superiori, poi alla magistratura e
infine ai giornali - ci sono 75 milioni di fascicoli personali, intestati alla
quasi totalità della popolazione (neonati e doppioni compresi), che registrano
tutto in violazione della legge sulla privacy (entrata in vigore da poco),
comprese le attività politiche e le preferenze sessuali. Il Garante appurò che
le pratiche P (pratiche permanenti, ex fascicoli personali) erano almeno 90
milioni. L'arma venne invitata a mettersi in regola nel gennaio 2001,
successive raccomandazioni del Garante non sono mai state rese pubbliche. Non
si sa cosa sia successo salvo la distruzione dei fascicoli... sui carabinieri
stessi: almeno quella è documentata.
Dopo il G8 di Genova Mattioli, attualmente in
servizio alla Scuola marescialli e brigadieri di Firenze, si è rimesso in
conflitto con il comando. Ad agosto, nel pieno delle polemiche sull'omicidio
di Carlo Giuliani, scrisse una lettera a Liberazione in cui criticava
il codice penale, troppo largo di maniche sull'uso delle armi da fuoco in
ordine pubblico. Poi, rivolgendosi alla procura di Genova e alla procura
militare di Roma, denunciò i manuali e le disposizioni interne che a loro
volta giustificano l'uso delle pistole in misura ancor più ampia. Citò
pubblicazioni della Benemerita in cui il ricorso alle armi da fuoco è
considerato il quarto gradino di una scala di comportamenti da tenere in
piazza. E sostenne che in vista del G8 i carabinieri si erano addestrati anche
a quello.
Nessun pm, a quanto pare, l'ha preso sul serio, come era già accaduto con i
fascicoli. E siccome questa volta non c'è un'authorityche possa intervenire,
l'arma l'ha licenziato su due piedi: a 40 anni andrà a cercare lavoro. Ha già
avuto in tutto 74 giorni di consegna di rigore (12 per il G8, ma l'hanno
punito anche per il caffè al bar), molti dei quali per violazione della norma
che impone ai militari di informare un superiore prima di rivolgersi a un
magistrato: un bel problema per chi deve denunciare proprio i superiori... Gli
ha dato contro anche il Quirinale respingendo un suo ricorso straordinario
contro l'ennesima punizione.
Il decreto del ministero della difesa è persino infamante. Scrive il tenente
generale Bruno Simeone su proposta dell'ex comandante generale Sergio
Siracusa: «Considerato che dall'attività istruttoria è emerso che il
carabiniere Mattioli negli ultimi anni ha
rivelato qualità professionali e personali negative, venendo più volte e
consecutivamente valutato `insufficiente' e incorrendo altresì in sanzioni
disciplinari per complessivi giorni 74 di consegna di rigore; tenuto conto
della insensibilità del militare ai ripetuti ammonimenti, si dispone la
cessazione dal servizio». Lo licenziano, insomma, per scarso rendimento.