Migranti, ancora una tragedia nel canale di Sicilia. Versioni contraddittorie
Naufragio e morte a Lampedusa
Un annegato e decine di feriti
 
 
Un morto e 29 feriti: l'ennesimo bilancio drammatico di un naufragio di migranti a largo delle coste di Lampedusa. Nella notte tra giovedì e venerdì, una carretta del mare è affondata nelle acque del canale di Sicilia, a 37 miglia dall'isola: un uomo ha perso la vita nella ricerca disperata di raggiungere la costa a nuoto. Gli altri naufraghi sono stati messi in salvo dalle motovedette delle autorità costiere. Contraddittorie le versioni delle capitanerie italiana e tunisina in merito all'accaduto. Le autorità italiane hanno comunque riferito di aver solo ricevuto la segnalazione dello sbarco da parte dei colleghi tunisini che pare abbiano invece condotto le operazioni di soccorso. Il barcone che traghettava i disperati proveniva dal Nord Africa ed ha terminato la sua traversata in acque internazionali.

Durante il corso della stessa notte vi erano già stati altri tre sbarchi sull'isola, con 64 tra donne e uomini. Le prime ore del mattino hanno riservato una successiva ondata di migranti: 58 persone hanno raggiunto la costa.

In un momento in cui l'attenzione dei media è rivolta verso questioni quanto mai contingenti: pacchi dinamitardi che puntualmente precedono le grandi manifestazioni di piazza e proteste contro la riforma delle pensioni, i riflettori si spengono sulla tragedia dei migranti in fuga. La storia però si ripete, è sempre drammaticamente la stessa: decine di uomini e donne alla ricerca di un'esistenza decorosa si imbarcano su pericolanti carrette arrugginite che li conducono lontani dal miraggio di una vita migliore e molto spesso verso la morte. Ma per chi intraprende questi apocalittici viaggi della speranza le pene ed i pericoli sono l'ultimo ostacolo cui pensare: l'obiettivo è un futuro diverso. A questi uomini non resta che sperare nella fortuna di sopravvivere alle traversate. A chi è sbarcato sulle nostre isole toccherà però la sorte di chi li ha preceduti: internati nei centri di detenzione temporanea, verranno espulsi al più presto dall'Italia, in obbedienza alla legge Bossi-Fini. Tutto questo mentre a largo dell'Egeo si registrava l'ennesima tragedia. Ieri sera le notizie riferivano di cinque immigrati annegati e 18 tratti in salvo mentre viaggiavano verso l'isola greca di Evia.

Giada Valdannini