Se anche i poliziotti marciano |
Ps sempre più militarizzata |
Annibale Paloscia tratto da Liberazione 1 giugno 2002 |
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Ogni giorno il ministro dell'Interno annuncia una novità nella polizia. E ogni novità trasforma sempre più questa istituzione in un apparato burocratico e militare. Proliferano le strutture centrali, si ingigantisce la gerarchia, si creano inutili organismi sovrannazionali e si insegna la polizia a marciare. Nelle caserme rullano i tamburi come non era mai avvenuto neppure quando i poliziotti avevano le stellette. Devono marciare tutti, agenti e funzionari per la prima volta nella storia della Repubblica domani alla festa del 2 giugno sfileranno anche 85 commissari. Sono stati scelti tra i 159 funzionari che partecipano al corso dei commissari cominciato il 21 gennaio e che terminerà il 30 ottobre. Nei primi cinque mesi di formazione due sono stati dedicati all'addestramento alla marcia il corso si svolge a Roma nell'istituto superiore di polizia che un tempo era un'alta scuola di investigazione di polizia scientifica. Ma ora al ministro Scajola basta che i poliziotti siano bravi marciatori. Dice Luigi Notari, dirigente nazionale del Siulp: «Più che la capacità di discernimento e il senso critico ai dirigenti della polizia è richiesto di saper cadenzare il passo tenendo la testa alta e lo sguardo teso e fiero. Dietro queste ottuse manifestazioni formali, si leggono le reali difficoltà di coniugare la professionalità dei poliziotti con i valori di libertà e responsabilità che legittimano le funzioni di una polizia civile». La verità è che i principi della riforma della ps sono stati appannati da una controriforma che è uscita dalla fase strisciante (avviata sotto i governi del centrosinistra) e procedere ora con ostentata baldanza per opera del governo di centrodestra. La riforma aveva indicato la formazione e la professionalità come valori costitutivi di una polizia civile al servizio dei cittadini e non del potere politico. La controriforma ha reintrodotto la militarizzazione come elemento costitutivo della formazione e della professionalità ed ha avvicinato la polizia sempre più all'arma dei carabinieri. La tendenza alla centralizzazione del comando, che è stata costantemente la caratteristica dei cc, ha assunto nella ps una dimensione che non aveva mai avuto neppure prima della riforma. I compiti e le responsabilità dei questori sono stati ridotti per dare più peso alle strutture centrali, i poteri prefettizi, e alle prerogative dei carabinieri. Il valore della professionalità non ha senso se è slegato dalla responsabilità. A che serve la professionalità, si chiedono funzionari e agenti, se tutte le decisioni piovono dall'alto? Non resta che marciare, metafora di una polizia gerarchizzata come un apparato militare. L'istituzione dell'ufficio centrale scorte è un passetto in più verso questo modello escogitato dal ministro Scajola dopo che la sua inchiesta sulla mancata protezione del professor Biagi, ucciso dalle Br, si è conclusa con un'assoluzione generale secondo la formula "tutti colpevoli = nessuno colpevole". Che cosa non aveva funzionato? Era un sistema paranoico: il ministro dava direttive imponendo drastiche riduzione delle scorte; i prefetti prima di decidere ascoltavano nei comitati provinciali i pareri delle diverse autorità di polizia; il dipartimento di ps verificava se le scelte dei prefetti erano giuste o sbagliate. Di fatto la responsabilità si frantumava fra diverse istituzioni. Qual era il rimedio? Ce ne era uno semplicissimo: bisognava seguire la legge di riforma e attribuire al responsabilità esclusivamente ai questori. Se la mafia minaccia un magistrato a Gela o se i terroristi hanno nel mirino un esperto governativo chi è più indicato dei questori a prendere tempestive misure di prevenzione? Anziché scegliere questa via Scajola ha istituito un ufficio centrale al Viminale, che dovrà provvedere alle scorte seguendo complicate ritualità burocratiche. Il rafforzamento e le strutture di controllo gerarchico quasi sempre preannuncia l'insidia di un più pesante controllo politico. La febbre della centralizzazione delle strutture della sicurezza ha ammorbato anche gli altri paesi dell'Ue come si è visto nel vertice dei ministri dell'interno a Roma, in cui è stato deciso di costituire un corpo di polizia europeo specializzato nella lotta all'immigrazione clandestina. Non bastavano Europol e la convenzione di Schengen con lo scambio permanente e automatizzato di informazioni tra le varie polizie per il controllo dei confini dell'unione. Il progetto di creare un dinosauro poliziesco per fermare i flussi migratori è un espediente propagandistico per rassicurare gli elettori di Le Pen e di Bossi e i vari movimenti xenofobi europei. Altro che spazio di libertà e di diritti uguali anche per gli immigrati come sancisce il trattato di Amsterdam!
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