Permessi di soggiorno, asilo, casa, lavoro, sanità: i migranti in piazza. La pioggia non ferma la manifestazione di Roma nel quartiere simbolo dell'Esquilino. A Bergamo quello che doveva essere solo un presidio si trasforma in corteo |
Tutti i colori dei dirittti |
"Casa, lavoro, sanità
e dignità per tutti". Queste le parole d'ordine della mobilitazione dei
migranti che si è svolta ieri a Roma. Il violento acquazzone che si è
abbattuto sulla città non ha fermato la manifestazione che è partita
puntuale da piazza Esedra ed è giunta fino a piazza Vittorio. Il cuore del
quartiere Esquilino, luogo simbolo di una mescolanza culturale che è già
possibile. Pioggia battente sui passi migranti, ma la voglia di esserci e di
andare avanti non diminuisce. «Nessun temporale ci intimorirà - dice una
ragazza albanese - il corteo per i diritti non può fermarsi».
Ad illuminare il grigiore di un pomeriggio tormentato dal diluvio, uno smagliante arcobaleno di colori che invade la piazza. I colori dei volti del mondo, delle vesti di donne in abiti tradizionali, degli striscioni che chiedono "dignità, dignità" per tutti e dei fischietti dei tanti bambini che accompagnano i canti dei loro genitori. Peruviani, africani, indiani, asiatici e slavi uniti in una sola richiesta «diritti per tutti». Mentre gli altoparlanti lanciano proclami in tantissime lingue, molti incitano il corteo a non perdere forza e a proseguire. Un melting pot di culture è sceso in piazza per parlare di permessi di soggiorno, di asilo politico, di diritto alla casa, al lavoro e alla sanità. E anche a non essere perseguitati ingiustamente con la scusa del terrorismo, come è avvenuto il 18 settembre scorso quando carabinieri e guardia di finanza hanno fatto irruzione nella sede dell'associazione Dhuumcatum di Roma. Con il pretesto, appunto, del terrorismo, le forze dell'ordine terrorizzarono gli iscritti, sequestrarono materiale di ogni genere e trascinarono in questura quattro ragazzi presenti lì in quel momento. La gente in strada ha voglia di parlare e la pioggia invece di dividere unisce. Gli ombrelli, tantissimi e colorati pure loro, ospitano quattro cinque persone ciascuno, che perlopiù non si conoscono, in un ritmato avanzare del corteo delle "alterità"; culturali, religiose o sociali che siano. Discriminazioni e razzismo non sono ovviamente presenti solo nella capitale. E così ieri si è manifestato in tante altre città italiane, come Caserta (di cui scriviamo qui sotto) e Bergamo, dove «mille, milleduecento persone sono scese in piazza» come racconta Maurizio Mazzucchetti (Prc). «Quello che doveva essere un presidio - continua - grazie alla massiccia partecipazione, si è trasformato in un grande corteo». Mentre scriviamo una delegazione di migranti si è trattenuta in piazza dopo il corteo, e ha incontrato il prefetto che l'ha formalmente riconosciuta come interlocutrice ufficiale. Un grande obiettivo raggiunto: i migranti escono dal buio e riescono ad ottenere il diritto di autorappresentarsi. E la mobilitazione non si ferma. Per venerdì prossimo è in programma, sempre a Bergamo, l'assemblea dei migranti presso la sede locale dell'Arci. Giada Valdannini |