Piccioni e topi morti: Polaria chiusa
di Stefano Vladovich - giovedì 25 ottobre 2007, 07:00
Tre piccioni morti e due topi di fogna nei condotti
di ventilazione. E gli uffici della polizia giudiziaria dell’aeroporto di
Fiumicino chiudono i battenti. A mettere i sigilli alla struttura, situata
all’interno del terminal intercontinentale, lo stesso dirigente della polaria
subito dopo la macabra scoperta tra i pannelli del controsoffitto e le tubazioni
per il ricambio dell’aria.
Secondo i poliziotti del Leonardo da Vinci da giorni centinaia di mosche e un
odore nauseabondo avevano invaso le stanze della polizia di frontiera. Tanto che
i delegati sindacali avevano chiesto alla Asl competente una verifica della
legge 626, ovvero l’attuazione delle normative in tema di salute e sicurezza sul
lavoro. Invano.
Ieri, però, preoccupati dai miasmi provenienti da grate e intercapedini,
giravite alla mano gli agenti sono andati a caccia delle cause. «In un tubo
c’era un piccione decapitato e in avanzato stato di decomposizione - spiega
Bruno Puppi, delegato del Silp - Cgil, il Sindacato Italiano Lavoratori di
Polizia -. Dietro alcuni pannelli e in altri condotti altri due piccioni e un
paio di topi in putrefazione. A quel punto sono usciti tutti fuori aspettando
che venissero chiusi gli uffici». Per le denunce i passeggeri potranno
rivolgersi alla polfer, nell’area della stazione ferroviaria. I 30 agenti della
polaria coinvolti resteranno a disposizione all’interno dello scalo, nonostante
lo sfratto temporaneo per motivi igienico sanitari. Un caso, l’ennesimo sul
settore sicurezza a Fiumicino, destinato a scatenare polemiche. Una struttura
fatiscente che risale agli anni ’60, ovvero ai tempi della realizzazione
dell’aeroporto e sulla quale non sarebbe stato speso più un solo euro. Come la
sala operativa, collegata alla Questura e alle postazioni fisse e mobili
impegnate, tra l’altro, nella lotta al terrorismo. «Versa in condizioni
disastrose - dice Luca Giacometti, altro delegato Silp - Cgil -, basta dare
un’occhiata ai microfoni che hanno più di 40 anni. Non solo. Sempre
dall’impianto dell’aria ogni mese arrivano i veleni usati per la disinfestazione
periodica del ristorante al piano inferiore. Prodotti chimici altamente tossici
che vengono inalati dagli operatori senza che nessuno intervenga. Da 10 anni
tutti sanno che tre colleghi sono stati colpiti da tumore ma nei bilanci non si
prevede un centesimo per lavori di ristrutturazione».