Evitiamo il ripetersi di tali orrori
di Luigi De Ficchy - Sost. Procuratore naz. Antimafia

Tanti cittadini romani hanno ritenuto intollerabile che alcuni politici abbiano parlato di emergenza legata al fenomeno dell’immigrazione romena dopo l’omicidio di Giovanna Reggiani, come se si trattasse di un fatto straordinario che ha colto di sorpresa la classe politica. Non si può dimenticare che questo barbaro omicidio è l’ultimo di una serie di crimini violenti commessi nella città.
Solo il giorno dopo l’omicidio si sono presi provvedimenti più visibili, sulla base della spinta emotiva, con l’attribuzione ai Prefetti del potere di espulsione dei cittadini comunitari per motivi di pubblica sicurezza e con lo sgombero e l’abbattimento degli insediamenti illegali dei romeni.
Si tratta di provvedimenti utili ma non sufficienti e sicuramente tardivi, anche perché il problema, al contrario di quanto sostenuto dal sindaco Veltroni, non nasce nel gennaio 2007, data dell’ingresso della Romania nell’Unione Europea. Da almeno 10 anni le manifestazioni delinquenziali connesse al fenomeno immigratorio hanno assunto caratteristiche strutturali invasive e permanenti, e da almeno 5 anni le relazioni delle Forze di polizia segnalano la crescente pericolosità della criminalità romena.
Bisogna affrontare il fenomeno criminale non dopo il singolo fatto delittuoso, ma in maniera preventiva attuando un controllo del territorio da parte delle Forze di polizia con modalità precise. E’ ingiustificabile che stazioni ferroviarie come quella di Tor di Quinto a Roma, che vede il passaggio di migliaia di cittadini ogni giorno, vengano lasciate prive di un posto fisso di Polizia. E’ ancora più assurdo se si considera che era ben conosciuto che a pochi metri vi fosse un insediamento illegale di romeni.
Ma il problema di un controllo adeguato del territorio riguarda tutta la città e non solamente il contrasto alla criminalità romena.
I sindacati di Polizia lamentano che negli ultimi anni il parco auto e le risorse umane del Reparto Volanti sono diminuiti del 50%. Secondo tali dati a Roma per ogni turno sono in servizio solo 13 Volanti, in alcuni giorni anche meno.
Si tratta di dati clamorosi, che confermano gravi lacune nel sistema di prevenzione, su cui è necessario intervenire subito per evitare il ripetersi di altri orrori.
http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=archivio&action=articolo&idArticolo=1603

 

Di cosa stiamo parlando?
di p. il Comm. Stra. Silp-Cgil - Massimiliano Valdannini

Questa organizzazione sindacale ha incontrato i colleghi del Reparto Volanti, quel Reparto che una volta era definito il fiore all’occhiello del pronto intervento nella Capitale e preso a modello, non solo da altre città e da altre Forze di polizia nazionali, ma studiato, apprezzato ed applicato presso alcune Polizie estere.
La prefazione che abbiamo fatto è preistoria, perché il Reparto Volanti di oggi non è null’altro che il fantasma di sé stesso, la cui colpa va individuata al di fuori e al di sopra di quel settore.
Le rivendicazioni sono state alla base di tutta la durata dell’assemblea. Rivendicazioni prospettate con forza, rabbia, ma con la dignità di chi sa che potrebbe dare di più ma che nei fatti gli è impedito di fare. Rivendicazioni che hanno avuto come obiettivo, quello della efficienza del Reparto Volanti.
E’ stato rivendicato di poter lavorare. Rivendicato il lavorare con mezzi che non hanno! Rivendicato di lavorare con strumenti che non hanno! Rivendicato di lavorare con risorse che non hanno! Così com’è il Reparto non ha ragione di esistere.
Un Reparto che nel corso dei decenni è stato destrutturato e depotenziato di oltre il 50% del suo organico originario, che all’epoca poteva garantire una copertura pressoché totale dell’intera area romana con pattuglie composte, addirittura, da tre componenti. Oggi soltanto 350 operatori, non tutti operativi e suddivisi sui vari quadranti, dovrebbero garantire la sicurezza in una città, compresa l’area metropolitana, di circa 4 milioni di abitanti.
Vogliamo parlare ancora di sicurezza? Colleghi costretti a lavorare con pantaloni e giacche reduci da interventi cosiddetti pesanti, e girare con gli stessi capi per più turni prima di riuscire ad ottenerne un cambio, perché non vi è la necessaria attenzione rivolta a quei lavoratori che lavorano in condizioni di estremo disagio.
I colleghi si sono dimostrati un fiume in piena, tanta e tale era la voglia di segnalarci le cose che non andavano, e su come si sarebbe potuto migliorare il servizio. Sicuramente è il Reparto al quale sono state assegnate più auto nuove in senso assoluto, infatti hanno in carico ben 80 Alfa 159 nuove fiammanti di fabbrica. Peccato, però, che ne funzionino soltanto 11, e non sempre. Bene allineate, poco più in là, ci sono 20 vecchie Fiat Marea, di cui soltanto una parrebbe marciante.
Un altro investimento gettato alle ortiche è stato quello informatico. Infatti, i computer per i collegamenti con la banca dati interforze che erano stati installati sulle Fiat Marea, giacciono, ignominiosamente, a bordo delle stesse vetture abbandonate nel parcheggio, in quanto non è stato possibile trasferire detta tecnologia, per inadeguatezze tecniche o strutturali, sulle nuove Alfa 159.
E sempre più spesso accade che il turno montante debba attendere, per svariate ore, che l’auto del turno smontante rientri dal fine intervento, per poter poi intraprendere il turno di servizio. Un’altra nota dolente è quella degli interventi, che a fronte di una scarsa presenza sul territorio delle Volanti romane, le poche presenti devono sobbarcarsi una media di 10-12 interventi a turno.
Ma come si sa le note dolenti non vengono mai da sole, emergeva tra l’altro che, a volte, gli interventi vengono passati, da parte della Sala Operativa, con notevole ritardo. Gli operatori del 113 non sono null’altro che una promanazione del Reparto Volanti, a cui ogni Nucleo è chiamato a concorrere. Ma anche questo mitico numero del servizio pubblico, nato nel lontano 1968, pare che sia passato sotto le forche caudine della legge del taglione, a detrimento primario della collettività che usa ancora questo numero per qualunque genere di necessità, e secondariamente quella collegata alla funzionalità operativa/interattiva tra 113 e Volanti.
Tra l’altro, con il tempo, è venuta meno la peculiarità del Reparto che da esclusivo settore di pronto intervento, lo si è convertito per effettuare posti fissi, pattuglioni, ordine pubblico, controllo liberi vigilati e sorvegliati speciali, rappresentanze e così via.
Sono sempre attività di Polizia, ma la funzione peculiare per cui il Reparto era stato istituito, non c’è più.
La situazione non migliora di certo dal punto di vista degli alloggi riservati al personale accasermato, viene lamentato che per poter fare una doccia calda, si devono aprire prima tutte le altre cipolle, attendere lo scorrimento di acqua per almeno 10 minuti e quindi riuscire a fare l’agognata doccia. Ma tutto ciò non è null’altro che la punta dell’iceberg dello stato di abbandono in cui versa il Reparto di pronto intervento, per antonomasia, più importante di Roma. Abbiamo visto con i nostri occhi lo stato di degrado e di abbandono delle vetture nel parcheggio, molto più somigliante ad un deposito giudiziario di auto sequestrate, che non a un vero e proprio parco auto del Reparto Volanti della Polizia di Stato. Tra le altre questioni sollevate c’è stato fatto notare che il servizio di disinfestazione e derattizzazione, pare che non abbia diritto di cittadinanza all’interno di quel Reparto.
Ora un’osservazione sindacale. L’Amministrazione, previa richiesta dell’organizzazione sindacale, non può sottrarsi dal concedere dei locali idonei a svolgere delle assemblee sindacali con le lavoratrici e i lavoratori, ma in questo caso lo ha fatto nella sua forma peggiore, concedendo come spazio ciò che di peggio quel Reparto poteva avere, e che eufemisticamente viene indicata come “zona benessere”. Nonostante ciò, tra sedie indescrivibili e luogo incommentabile, questa organizzazione sindacale si è intrattenuta con i colleghi, perché solo e soltanto loro sono il bene primario e vitale dell’azienda Polizia, e meritano, quindi, molta, anzi moltissima attenzione, e non solo da parte delle organizzazioni sindacali.
Prima di congedarci dai colleghi, abbiamo avuto una necessità fisiologica, ed una volta visti i bagni del Reparto Volanti abbiamo preferito rivolgerci ad un locale pubblico esterno.
http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=archivio&action=articolo&idArticolo=1604

 

Udine: 4 Volanti
di Franco Grando - Segr. gen. Silp-Cgil del Friuli Venezia-Giulia

Vediamo con preoccupazione il sorgere di comitati, ronde o nuclei spontanei a tutela del territorio che si pongono come obiettivo quello di pattugliare il territorio con lo scopo di aiutare le Forze dell’ordine nel garantire la sicurezza.
Siamo preoccupati per vari motivi e soprattutto perché è nostra convinzione che la tutela delle persone sia un compito affidato in via esclusiva allo Stato, sia a livello centrale che periferico. E’ perciò auspicabile che continui la collaborazione e gli input da parte della popolazione nei confronti delle Forze dell’ordine in quanto esso stesso è un dovere civico come un essenziale contributo per il bene della società, si pensi, per esempio, al modello del bobby inglese.
Per questo, alle Forze dell’ordine è anche richiesto un sempre maggiore grado di professionalità; non possiamo quindi accettare che compiti prettamente affidati alle Forze dell’ordine vengano svolti da normali cittadini in quanto privi della necessaria professionalità e perché, anche, in contrasto con gli ordinamenti o il buon senso. Essi potrebbero infatti trovarsi di fronte a malintenzionati, i quali non avrebbero alcun timore ad usare le armi contro chiunque e, soprattutto, contro cittadini che non le possono detenere e portare al seguito in quanto non titolati a farlo. Il gioco è perciò pericoloso e azzardato, ne va della incolumità dei singoli, ciò potrebbe sortire anche risultati contrari a quelli prefissati recando seri rischi all’incolumità delle pattuglie come di terzi.
Per garantire una maggiore sicurezza e un più efficace presidio del territorio è però necessario potenziare il coordinamento delle Forze di polizia, nello specifico dove vi sono particolari sofferenze, migliorare il coordinamento delle Forze di polizia evitando doppioni o inutili strutture, adeguare i mezzi e le dotazioni tecnologiche delle Forze di polizia, nonché aumentare il livello di professionalità, attraverso aggiornamenti e formazione, valorizzando con una giusta retribuzione il personale delle Forze dell’ordine evitando così di strumentalizzare e far crescere nelle persone le paure.
Il bisogno di sicurezza va però soddisfatto perché, come sosteneva D. Maslow, dopo il primario livello di soddisfazione dei bisogni che è la “sopravvivenza”, al secondo posto troviamo sempre il bisogno di sicurezza, in quanto se una società non soddisfa i bisogni di sicurezza non permette neanche la crescita degli altri bisogni, l’incertezza porta quindi ad una società chiusa in tutti i sensi, portando così anche una diminuzione della libertà personale. Per questo che consideriamo alle volte insipiegabile il silenzio e l’immobilismo di alcune delle Autorità territoriali competenti.
Vogliamo anche ricordare che il precedente governo, formato anche da quel partito o movimento che oggi promuove le ronde e i nuclei di cui sopra, non aveva stanziato alcunché per le Forze dell’ordine nella Finanziaria 2007, tanto che ci troviamo a combattere la criminalità con le risorse dimezzate, anzi, aveva negli anni diminuito in Finanziaria le risorse per carburanti, investigazione, ecc.
Questo ha fatto sì che la Squadra Volanti a Udine si trovi nelle condizioni di pattugliare il territorio con solo quattro autovetture funzionanti per le 24 ore giornaliere, e questo avviene anche nelle altre città. Per mancanza di automobili, alcuni servizi potrebbero essere effettuati con autovetture non idonee e quindi mancando i livelli di sicurezza nei confronti degli operatori di Polizia.
Come nell’epoca più buia di questo Paese, scopriamo che dai veicoli oramai dismessi vengono tolti quei pezzi che possono essere adattati su altri veicoli in quanto, nonostante le richieste presentate, non giungono i necessari pezzi di ricambio richiesti. Mancano le cartucce per l’addestramento professionale. Il contratto di lavoro delle Fiamme Oro è poi scaduto da più di un anno.
Per risolvere quei problemi di vigilanza del territorio e di ordine pubblico e contrastare quella criminalità, sempre più agguerrita, avevamo chiesto nel 2004, anche con interrogazione parlamentare, l’istituione di un Reparto Mobile o di un Nucleo Anticrimine di stanza a Duino, vista la chiusura della Scuola della Polizia di Frontiera, ma nulla di ciò è stato fatto.
Alla luce di quanto sopra questa organizzazione sindacale non può che insistere nel ridonare e rammodernare le Forze dell’ordine ma è decisamente contro il sorgere di nuclei per la tutela del territorio intravedendo in questo solo mere strumentalizzazioni.
A quei cittadini volenterosi e con un alto senso civico, diciamo di rimanere a casa onde evitare di trovarsi da soli in qualche situazione pericolosa nell’attesa di una pattuglia delle Forze dell’ordine, ma di collaborare, sempre e comunque, con chi svolge il nostro lavoro, anche in condizioni di disagio come quelle attuali, di partecipare al sostegno delle nostre iniziative volte a migliorare il sistema sicurezza nell’interesse loro e nostro, essendo anche noi cittadine e cittadini.
Chiediamo perciò all’attuale esecutivo che, al contrario del precedente governo, dia impulso all’attività di vigilanza vera e non formale o di “facciata”, che incrementi la sicurezza e le professionalità degli operatori, inviando culturalmente ai più giovani i messaggi relativi alla legalità, migliorando le condizioni sociali ed economiche del Paese, ovvero il lavoro che manca e la necessità di dare una speranza ed un futuro alle nuove generazioni.
http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=archivio&action=articolo&idArticolo=1608

 

Circuito esplosivo
di L’Ufficio Stampa - Silp per la Cgil

Il combinato disposto dell’ultima Finanziaria, con il taglio delle risorse per la sicurezza, e la discutibile gestione del commissariato “Ponte Milvio” di Roma ha innescato un corto circuito esplosivo, di difficile gestione.
E’ fin troppo evidente l’impotenza e la rabbia degli operatori costretti a lavorare in perenne emergenza, sprovvisti dei più elementari mezzi di lavoro, così com’è fin troppo evidente il siderale distacco con cui alcuni dirigenti di quegli avanposti di legalità chiamati commissariati di Polizia, gestiscono la sicurezza collettiva.
Se da una parte le scure del taglio dei fondi alla sicurezza ha compromesso tutto il processo di ammodernamento e funzionalità del sistema di protezione, penalizzando oltre modo la cittadinanza, dall’altro colpisce inesorabilmente anche gli operatori stessi.
Anzi i poliziotti vengono colpiti tre volte; la prima come cittadini, la seconda come poliziotti, la terza come poliziotti che anche attivandosi con mezzi di fortuna vengono censurati dai superiori.
Caso emblematico del corto circuito menzionato è il commissariato di Ps Ponte Milvio, ove un ispettore in servizio, dopo aver segnalato la mancanza, per iscritto, del toner nella stampante, non avendo quindi la possibilità di stampare un urgente atto di Polizia giudiziaria, per senso di responsabilità provvedeva ad inviarlo all’Autorità giudiziaria in forma manoscritta.
Risulato: l’ispettore è stato punito disciplinarmente.
Il Silp per la Cgil ha tenuto un’assemblea sindacale, durante la quale i poliziotti presenti hanno manifestato rabbia, esasperazione, e il limite massimo di sopportazione di un’atmosfera ai limiti dell’incredibile, basti pensare che molti (dei pochi poliziotti in servizio in quell’ufficio) hanno manifestato apertamente la volontà di trasferirsi ad altri uffici.
Hanno detto con forza “basta” alle continue sanzioni disciplinari. “Basta” alle continue violazioni dei diritti. “Basta” allo stato di abbandono in cui versano uomini e donne di quel commissariato.
Il Silp per la Cgil non può non denunciare il disagio ed il malessere che serpeggia tra i lavoratori del commissariato di Ps Ponte Milvio e chiede al Capo dello Stato clemenza per quel servitore dello Stato che, pur facendo il proprio dovere, viene colpito per mancanza di risorse che lo Stato deve garantire.
http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=archivio&action=articolo&idArticolo=1605

Silp-Cgil

Dichiarazione di Tommaso Delli Paoli, segetario generale Silp per la Cgil.
“Sulla sicurezza in generale, ma in particolare nel capoluogo Partenopeo, permane l’impressione che non vi è un progetto definito, ma si continua ad improvvisare.
Dopo l’angoscioso omicidio del tabaccaio di Sant’Antimo, che segue poche ore la rapina di Giugliano con il ferimento del titolare di un minimarket, si è sentito forte, nelle sedi istituzionali nazionali e quelle politiche locali, il grido: ‘Adesso è l’ora dell’Esercito’.
Se veramente dopo tanto tempo, a fronte di tanti progetti, questo è il massimo che si riesce a dire, e purtroppo temiamo a fare, allora non abbiamo bisogno di altre conferme, siamo affidati ad una schiera impressionante di dilettanti che, specie sulla sicurezza, corrono il rischio di finire allo sbaraglio. Vorremmo sapere che fine ha fatto il progetto sicurezza per Napoli, gli uomini, i mezzi, gli strumenti promessi oltre alla necessità, così come avevamo suggerito in ogni sede di rendere operativo sul territorio i commissariati e le Squadra di Polizia Giudiziaria in essi operanti, unico baluardo contro la criminalità di quartiere. Fino ad ora appare realizzata solo la chiusura di qualche posto di Polizia ed in particolare quello di Sant’Antimo, le cui competenze sono state assorbite dal commissariato di Frattamaggiore (che non riesce a garantire la Volante su quel territorio in tutto l’arco delle 24 ore, cosa che fu denunciata da questa organizzazione sindacale all’epoca delle sue soppressioni).
Ancora i militari, si chiede, e per fare cosa? Forse a presidiare obiettivi sensibili, e quali se non abbiamo poliziotti impegnati in questo? Forse davanti alle scuole dove scippatori e spacciatori li prenderebbero semplicemente in giro? Oppure come contrasto alla camorra, magari facendo il passo del “gattino” ai quartieri spagnoli o in zona 167? Ritengo ancora una volta che la vecchia regola di collegare il cervello alla bocca prima di aprirla appare un segno di saggezza che molti, a destra e sinistra, sembrano aver perso.
Adesso basta. Contro le proposte del governo e dell’Ammnistrazione in tema d’impiego dei militari e anche del personale civile, ritenuto quasi possibile sostituzione del delicato e professionale lavoro di poliziotti, ancorché questo sia fatto negli uffici; per un progetto di nuova sicurezza, per il potenziamento degli uffici, per la realizzazione di un nuovo e diverso coordinamento tra le Forze di polizia, per le modifiche essenziali del Codice penale per la certezza dei processi della pena, realizzeremo la mobilitazione della categoria, coinvolgendo, se possibile, i sindacati che hanno dato vita al cartello unitario nazionale e che rappresentano oltre l’80% dei poliziotti”.
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