Fonte : Settimanale Carta
 
 
 
 
 
 
 

Cortina fumogena

Attenzione, gas. Vietato curiosare.
La fabbrica dei candelotti usati al G8 chiude le porte a chi cerca di chiarire i segreti del CS.
I racconti della sindrome di Genova si accumulano e gli avvocati studiano la causa collettiva contro lo stato

"STATE ATTENTI A QUELLO CHE SCRIVETE. Qui non vogliamo telecamere e non ci piace la pubblicità che state facendo".
Ha tagliato corto il direttore della Simad spa, la fabbrica di Carsoli [Abruzzo] dove si producono i gas lacrimogeni al CS e al CN. Un cartello giallo con una scritta nera accoglie i visitatori. Dice: "Limite non valicabile". Somiglia a quelli che stanno attorno alle "zone militari".
Il cancello principale della Simad sta alla fine di una mulattiera con le pozzanghere ghiacciate, di fianco all'autostrada Roma-L'Aquila. Abbiamo aspettato lì dalle sette di mattina. Alle 11 i funzionari si fanno negare, poi, al secondo tentativo, tre ore più tardi, cedono. Si attengono strettamente alle disposizioni del cartello giallo.
L'unica cosa che all'interno della Simad ci è stato concesso di vedere è la stanza con un tavolo rotondo dove ci hanno accolto i vertici dell'azienda. Sulla parete di destra ci sono gli attestati delle forze dell'ordine, del ministero della difesa e di quello dell'interno. A sinistra, a fianco alla porta, un baule con i cataloghi dei prodotti e una piccola esposizione. Ci sono razzi da segnalazione da sparare dai sottomarini; pallottole da caccia e proiettili per i fucili a pompa Spas 15 [in dotazione alle forze speciali]. E ci sono i lacrimogeni: un modello da lanciare a mano e i candelotti da sparare con il fucile.
Giorgio Galleano, un cronista del Tg3 incontrato al casello di Carsoli, ha cercato di essere diplomatico e spiegare che una visita delle telecamere consentirebbe all'azienda di difendersi dalle accuse che stanno piovendo sul CS e sul CN. I capi arroccano: serve un'autorizzazione dal ministero. Non è vero. Abbiamo già verificato e dal ministero dicono che lasciarci entrare o meno dipende solo dall'azienda. La lunga giornata di attesa, tra i cancelli della Simad e i paesetti intorno, dove Giorgio ha seguito la troupe per fare qualche ripresa panoramica della fabbrica, è servita a fare il punto della situazione.
L'inchiesta pubblicata sul numero 3 di Carta ha smosso le acque attorno alla questione del gas, probabilmente tossico, usato dalle forze dell'ordine a Genova.
Le interrogazioni parlamentari presentate dal senatore Francesco Martone e da Rifondazione comunista non hanno ancora avuto risposta. Arrivano, invece, le testimonianze di gente che, a mesi di distanza dalle giornate di luglio, continua a soffrire della sindrome di Genova.
 

Laura, Chiara, Renzo, Sabrina e gli altri.
I testimoni della sindrome di Genova

articolo di Enzo Mangini

ISINTOMI CHE LAURA CORRADI, docente di sociologia all'università di Venezia, ha raccontato al "manifesto" pochi giorni fa, sono gli stessi che i sanitari della guardia medica di Pieve Pelago, sull'Appennino modenese, hanno diagnosticato a Chiara, di Firenze, che si è presentata al pronto soccorso nella notte del 10 agosto, con una crisi respiratoria acuta. Da Pieve Pelago, i medici l'hanno mandata a Pavullo, dove, dopo tutti gli esami del caso, le è stata prescritta una terapia a base di antiasmatici. "Il mio medico di base mi ha fatto fare altri esami, e ho scoperto che l'asma è diventata cronica. Dalle spirometrie risulta che la mia capacità polmonare è al limite della norma, per cui devo continuare la cura. Fanno 93 euro ogni due settimane, ma non ho nemmeno diritto alla riduzione sul costo dei farmaci".
L'asma è stata diagnosticata anche a Renzo, 53 anni, modenese, con un brevetto di apneista e l'hobby della maratona. La sua sindrome di Genova è iniziata con forti emicranie, poi diventate riniti, difficoltà respiratorie e affanno. Anche solo per lavorare.
A novembre è comparsa la dermatite, che è diventata allergia e, alla fine del 2001, sono ricominciate le bronchiti continue, con tosse e febbre. I medici che lo hanno visitato, hanno trovato che il suo apparato bronchiale funziona a regime ridotto. Non hanno fatto ipotesi. "Sono rimasti sul vago", racconta Renzo, "hanno detto che i lacrimogeni potrebbero entrarci, ma che loro non sono in grado di dirlo".
"L'unica cosa che posso prescriverti è di stare lontano dai lacrimogeni. Cosa credi, che facciano bene?" Ha risposto così, invece, il dermatologo che ha visitato Sabrina, 22 anni, di Milano. Sabrina è tornata da Genova con un'alterazione del ph della pelle. "Ho sempre avuto la pelle sensibile", dice, "ma non mi ero mai ritrovata le palpebre squamate e la pelle del viso spaccata. Forse c'entra anche l'inquinamento di Milano, non lo sa neanche il dermatologo. Io so, però, che sono tornata da Genova con gli occhi così gonfi che sembravo un topo e le labbra da trombettista afroamericano. E che da luglio ho problemi che fino ad allora non avevo mai avuto".

Il CS è un'arma chimica

Il Genoa legal forum sta raccogliendo e vagliando i racconti [info@genoalegalforum.org]. Finora sono circa quattrocento le denunce presentate contro le forze dell'ordine. Di queste, alcune decine riguardano le intossicazioni da gas.
Nicola Canestrini, uno degli avvocati del Glf, ha fatto un ragionamento molto chiaro. "Se stiamo alla legge, e precisamente a quella del 18 aprile 1975, numero110, che contiene le norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi, i candelotti al CS vanno classificati come armi da guerra".
L'articolo 1 stabilisce infatti che "agli effetti delle leggi penali, di quelle di pubblica sicurezza e delle altre disposizioni legislative o regolamentari in materia, sono armi da guerra le armi di ogni specie che, per la loro spiccata potenzialità di offesa, sono o possono essere destinate al moderno armamento delle truppe nazionali o estere per l'impiego bellico, nonché le bombe di qualsiasi tipo o parti di esse, gli aggressivi chimici, i congegni bellici micidiali di qualunque natura, le bottiglie o gli involucri esplosivi o incendiari". Il CS rientra appunto tra gli "aggressivi chimici" inclusi nell'elenco.
"Lo ha confermato la Cassazione", aggiunge Canestrini, "con una sentenza del 1982", prima che il CS fosse dato agli agenti.
Il CS è entrato nella dotazione delle forze dell'ordine italiane nel 1991, con il Decreto del presidente della Repubblica n.359. Da allora però, c'è stato un cambiamento importante. L'Italia ha ratificato nel 1995 la Chemical Weapons Convention, l'ultimo trattato internazionale sulla messa al bando della armi chimiche, che prevede la distruzione degli arsenali esistenti e verifiche affidate ad un organismo sovranazionale costituito ad hoc. Il trattato è entrato in vigore nel 1997, al momento della sessantacinquesima ratifica. "L'analisi accurata dei candelotti al CS e al CN" suggerisce Canestrini, "è necessaria per sapere con precisione se ci siano dei composti chimici vietati dal trattato internazionale, che ha in allegato tre tabelle molto precise. Se così fosse, il CS sarebbe da bandire immediatamente".

Gli effetti sono reversibili?

Il ragionamento giuridico non si ferma qui. L'articolo 53 del codice penale regola le condizioni alle quali un agente in servizio di polizia può far uso delle armi. Se non c'è la legittima difesa, "non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all'Autorità" E, ha aggiunto una sentenza interpretativa della Corte di Cassazione nel 1995, qualora altri mezzi non siano possibili per respingere la violenza o vincere la resistenza.
"A Genova, invece, abbiamo visto persone inermi essere bersagliate dai gas, lanciati anche dagli elicotteri e sparati ad altezza d'uomo [il che potrebbe configurare il reato di lesioni, quantomeno tentate]. Quindi senza che ci fosse il requisito della resistenza all'autorità previsto dall'articolo 53. Per di più, secondo molti giuristi, la semplice disobbedienza non vale come 'resistenza'".
Soprattutto, però, è lecito interrogarsi sulla legittimità dell'uso del CS e del CN in base a quanto prevede lo stesso Dpr che li ha introdotti. L'articolo 12, comma 2, stabilisce infatti che "gli artifici sfollagente si distinguono in artifici per lancio a mano e artifici per lancio con idoneo dispositivo o con arma lunga. Entrambi sono costituiti da un involucro contenente una miscela di CS o agenti similari, ad effetto neutralizzante reversibile".
La parola chiave è reversibile. Vuol dire che i danni non devono essere permanenti o di lunga durata. Laura, Chiara, Renzo e Sabrina, come decine di altre persone, convivono con la sindrome di Genova da quasi otto mesi. Forse entrare alla Simad non serve. Basta che ne esca il CS.

 
 
 

Inchiesta su un candelotto

di Francesco Martone

Un senatore verde, Francesco Martone, viene investito, come centinaia di migliaia di altri, da una nuvola di gas lacrimogeno, a genova, nei giorni del g8.sta male, molto male, come tutti.però raccoglie uno di quei bossoli, sul quale è scritto che conteneva un certo gas, denominato cs.nei mesi successivi, martone si documenta, indaga, chiede.escopre quel che qui racconta.che quel gas è messo al bando dalla convenzione mondiale sulle armi chimiche, ma solo per il suo uso in tempo di guerra.che è estremamente dannoso, può provocare danni permanenti, può avere effetti sui cromosomi delle persone, che tra le famose armi chimiche di saddam hussein c'è appunto il cs. e, di conseguenza, constata che l'eccessivo uso che la polizia italiana ne ha fatto a genova è stato fatto senza precauzioni, senza avvertire nessuno [nemmeno gli stessi poliziotti]delle possibili conseguenze.

E' uno scandalo italiano: quello di un potere che dimostra il più totale disprezzo per la salute [e i diritti]dei cittadiniUsato in Vietnam, messo sotto accusa perché in possesso dell'Iraq, oggetto di una richiesta di messa al bando da parte dell'associazione dei medici sudcoreani, studiato con preoccupazione negli Usa: è il gas CS, che la polizia italiana ha sparato al G8 di Genova addosso alla gente CHI ERA A GENOVA LO RICORDA.

Ricorda il fiato mozzato, il cuore in gola, l'impossibilità di respirare, la pelle bruciata e gli occhi pieni di lacrime. Ricorda la sensazione di vomito e nausea, immediata, ed il bruciore allo stomaco, i dolori al fegato.

Ce n'erano a migliaia, di bossoli di alluminio per le strade di Genova, "cartuccia 40 mm a caricamento lacrimogeno al CS, STA - 1- 98", c'è scritto su uno che ho raccolto nei pressi della Fiera e che ancora tengo a futura memoria. I fumi delle migliaia di lacrimogeni, poi, si sono diradati, ma non con essi l'impegno di chiedere giustizia per i fatti di Genova, per le percosse brutali, la morte di Carlo Giuliani, la sospensione dello stato di diritto. Questo lavoro attraversa mille strade, si sperde per mille tracce. Una di queste, è quella del gas, il CS appunto, usato in abbondanza a Genova. Questo gas sembra essere il comun denominatore della repressione poliziesca: usato a Seattle, a Québec, a Genova, come a Londonderry, Waco, a Seul, in Palestina, in Malesia, in Perù. Dietro il CS si snoda una storia inquietante, fatta di studi medici, di testimonianze dirette, di morte. Una storia che si apre leggendo l'ultimo libro di Gore Vidal, "La Fine della Libertà - verso un nuovo totalitarismo?", nel quale si parla della strage di Waco, quando il 19 aprile del 1993 gli agenti dell'Fbi posero fine al lungo assedio alla sede della setta dei Davidiani, usando gas CS e carri armati. Secondo alcune analisi, fu proprio il CS a innescare l'incendio nel quale morirono 82 Davidiani.

Brutta storia, questa del CS, e più si scava più peggiora. Per iniziare, il CS, sigla per chlorobenzylidene malonitrile, in italiano "ortoclorobenzalmalonitrile" è stato sviluppato negli anni '50 dal Chemical Defence Experimental Establishment [Porton, Inghilterra]. Una rapida navigazione su Internet ci rivela che in Italia i candelotti al CS li produce una tal ditta Simad s.p.a. di Carsoli, in provincia dell'Aquila [sono suoi i lacrimogeni in copertina, ndr]. Il sito, corredato di foto di candelotti in bella vista ci dice che la cartuccia lacrimogena M38/STA-CS è composta da un bossolo in alluminio, una carica propulsiva e da un proiettile in alluminio contenente la carica lacrimogena compressa e che "è utilizzato dalle Forze dell'Ordine in tutti quei casi in cui si ha bisogno di disperdere riottosi ad una distanza di sicurezza".

Il CS è quindi una sostanza cristallina usualmente mescolata con un composto pirotecnico in una granata o candelotto. Si diffonde sotto forma di nebbia o fumo di particelle sospese. La sua efficacia deriva dalla proprietà irritante, molto forte, per la pelle e le mucose, e di agente lacrimante anche in dosi minime. Gli effetti caratteristici sono una congiuntivite istantanea con blefarospasmo, irritazione e dolore. Questi sintomi sono accentuati in presenza di condizioni di tempo caldo o umido. A Genova infatti era caldo, ma che caldo...

Danni cromosomici

Il CS micronizzato e mescolato con un antiagglomerante o trattato con idrorepellenti a base di silicone [formule note come CS1 e CS2] può rimanere attivo per giorni e settimane, se polverizzato sul suolo. Ciononostante, è considerato dai produttori e dalle forze di polizia come un'arma non letale. A Québec, dove di CS si fece un uso smodato per reprimere le manifestazioni contro il Trattato dell'Area di libero commercio delle Americhe [aprile 2001], l'ufficio di pubblica igiene avvisò i residenti di indossare guanti di gomma e lenti protettive nel trattare i residui, ed anche di gettar via cibo contaminato, rimpiazzare i filtri dell'aria condizionata, e lavare l'esterno delle abitazioni. I genovesi ricordano di aver ricevuto tali istruzioni?

Alcuni dei manifestanti di Québec, ancora dopo quattro settimane avevano riferito di difficoltà respiratorie, e sintomi simili all'influenza. Almeno cento donne denunciarono casi di mestruazione prematura.

Secondo uno studio pubblicato nel 1989 dal Journal of the American Medical Association, il CS assorbito verrebbe metabolizzato nei tessuti periferici sotto forma di cianuro, nota sostanza cancerogena. Uno degli autori di questo studio, Bailus Walker, professore di tossicologia ambientale all'Università Howard, ha studiato le complicazioni polmonari nel corso di una visita negli ospedali della Corea del Sud, nel 1987, dopo che la polizia locale aveva usato il CS contro i dimostranti. Il dottor Walker riscontrò danni al sistema respiratorio di bambini, e casi di danno cromosomico, al punto da affermare che Il CS può essere "molto, molto tossico", se usato nelle dosi sbagliate.

La miscela con altri gas

Nel caso di Seattle, le denunce di danni gravi alla salute dei cittadini furono numerose, e raccolte dall'organizzazione di Los Angeles Physicians for Social Responsibility. Secondo uno dei suoi esponenti, il dottor Murphy, i sintomi documentati,amnesie, nausea e tremori sarebbero tuttavia più da ricollegare all'esposizione ad agenti nervini, combinata con il CS. Insomma si sa troppo poco sugli effetti del CS, sia da solo che con altre sostanze, per permetterne l'uso.

A Seattle, come a Québec, i cittadini non hanno saputo cosa contenessero le cartucce di lacrimogeno CS. A Seattle, inoltre, il candelotto lacrimogeno conteneva un solvente notoriamente cancerogeno, il cloruro di metilene, usato come propellente per le cartucce, e che causò molti più danni del CS. Alcuni dei sintomi associati a questa sostanza sono la letargia, confusione mentale, mal di testa, formicolio agli arti.

Il mio candelotto al CS non dice nulla al riguardo. Lo annuso ed ancora puzza di qualche strana sostanza chimica. Ma sul sito internet della Simad non c'è nessun dettaglio al riguardo. L'azienda che fornì il CS al cloruro di metilene, la Defense Technology Corporation del Wyoming, si unì poi alla Federal Laboratories. Questa ditta, nel 1992, insieme alla TransTechnology Corp, fu oggetto di una causa civile da parte delle famiglie di nove palestinesi uccisi da esposizione a CS, che continua ad essere usato estensivamente dalle forze israeliane per reprimere l'Intifada.

Torniamo ora in Corea. Secondo fonti di stampa il governo della Repubblica di Corea aveva ammesso l'uso di 351 mila candelotti lacrimogeni contro civili nel solo mese di giugno del 1987, molti di più di tutto il gas lacrimogeno usato nell'intero 1986. In Corea, i medici hanno constatato che varie centinaia di migliaia, se non milioni di civili erano stati esposti agli effetti del CS, senza essere stati poi debitamente assistiti.

Gli esperti infatti consigliano di trattare l'esposizione ad alte concentrazioni di gas lacrimogeno, per inalazione o ingestione, come quelle che possono occorrere in uno spazio chiuso o in prossimità dell'esplosione di un candelotto, con molta cautela, anzi consigliano un periodo di osservazione di qualche giorno, poiché un edema polmonare potrebbe sopraggiungere solo un secondo tempo.

"Il corteo delle tute bianche arriva fino all'angolo con il sottopassaggio della ferrovia, e si scatena lì il primo inferno. La polizia lancia decine e decine di candelotti CS, un nuovo tipo di gas lacrimogeno, urticante, che toglie il respiro e provoca fortissimi bruciori sulla pelle". Lo racconta una testimonianza reperibile su internet: "Tutto il corteo, che si trova lungo una strada, chiusa da un lato dalla ferrovia, viene spinto all'indietro in una calca indescrivibile, mentre i lacrimogeni piovono a decine nel bel mezzo della ressa. L'aria è irrespirabile anche con le maschere, tutti quelli senza occhiali protettivi ben presto non vedono più nulla, e in mezzo alla folla che spinge disperatamente all'indietro vengono guidati da coloro che riescono ad intravvedere qualcosa". E ancora: "Gli effetti di questa riunione non si fanno attendere: una violenta battaglia inizia nella zona, con spari continui di lacrimogeni ad altezza uomo e continue cariche da parte di carabinieri e polizia".

Se non bastasse, "i lacrimogeni sparati con la carabina, di quelli a lunga gittata, vengono diretti ad altezza uomo da distanze di poche decine di metri. Un manifestante viene colpito in pieno petto, il rumore del violentissimo impatto del candelotto sul corpo è agghiacciante: cade a terra immobile, e viene portato via di peso da quattro persone per essere caricato su un'ambulanza... Le camionette sfrecciano velocissime lungo le traverse, e dai tettucci la polizia lancia lacrimogeni sulla folla con la stessa disinvoltura di un giocatore di Playstation".

Già, in prossimità dell'esplosione i rischi di edema polmonare o di altre gravi complicazioni sono altissimi, ci dicono i medici americani. A Genova i candelotti sono stati lanciati direttamente sulle teste della gente, o addirittura in pieno petto. Chi ricorda di essere stato curato o posto sotto osservazione per gli effetti dei gas lacrimogeni e non solo per le manganellate ed i calci? Ed i medici erano stati informati di tale eventualità?

"Una pratica disumana"

Secondo la commissione medica coreana "l'uso di gas lacrimogeni contro civili in Corea del Sud è una pratica disumana e non accettabile dal punto di vista medico". Ed ancora: "Consideriamo l'uso di gas CS e di altri gas lacrimogeni con effetti clinici comparabili, equivalente ad una operazione di guerra chimica contro popolazioni civili, e pertanto chiediamo la totale messa al bando dell'uso di queste sostanze".

I medici raccomandarono poi al governo coreano di rendere immediatamente disponibili al pubblico ed ai professionisti del settore medico e della salute pubblica dati relativi alla composizione chimica di tutti i gas lacrimogeni usati, informazioni sulle concentrazioni e varie formule di questi agenti, precedenti studi tossicologici svolti o disponibili, ed ogni altra informazione tecnica rilevante per comprenderne le conseguenze mediche e sanitarie. "Il governo, inoltre, dovrà incoraggiare immediatamente scienziati e ricercatori a svolgere tutti gli studi epidemiologici e clinici necessari per chiarire gli effetti degli agenti di gas lacrimogeni usati. Una tale ricerca dovrà essere svolta in maniera indipendente e comprendere gli effetti acuti e subacuti, cronici e di lungo periodo di tali agenti, in particolare su soggetti a rischio, bambini, neonati, anziani, soggetti con malattie croniche preesistenti e pazienti in degenza". È accaduto qualcosa del genere in Italia dopo il G8?

Non ricordo di aver letto nulla al riguardo neanche nei documenti delle indagini conoscitive. E il principio precauzionale? Nel campo dell'industria chimica, spetta a chi vuole iniziare un'attività provare che non ci siano danni sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Non mi risulta che le forze dell'ordine o le autorità competenti italiane abbiano mai provato che il CS non sia dannoso.

115.107 articoli sul CS

Lo stesso Parlamento europeo [European Parliament Directorate General for Research Directorate A The Stoa - Scientific and Technological Options Assessment - Programme] commissionò uno studio specifico sull'uso di gas lacrimogeni ["Crowd Control Technolgies [An appraisal of technologies for political control"] del giugno 2000, che ci dice che esiste una pubblicistica sterminata sul CS, almeno 115.107 articoli! Secondo i dati raccolti dallo STOA, ad alti livelli di esposizione, il CS può causare polmonite ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, oppure gravi gastroenteriti ed ulcere perforanti.

Il CS è anche irritante , ed alcuni soggetti possono sviluppare dermatite da contatto con conseguente formazione di vesciche. L'esposizione anche a dosi basse di CS aumenta la pressione del sangue e sussiste un rischio particolare per tutti coloro di età superiore ai trent'anni sotto stress fisico o con un aneurisma non riscontrato. Magari lo stress fisico di chi a Genova correva via per sfuggire alle cariche indiscriminate.

A livelli più alti il CS è stato associato con disfunzioni cardiache, danni al fegato e morte. Sperimentazioni in vitro hanno dimostrato che il CS è clastogenico , causa cioè la separazione dei cromosomi, e mutageno, cioè può causare mutamenti genetici ereditabili, mentre in altri casi il CS aveva dimostrato di poter causare un aumento nel numero di cromosomi abnormi.

Dal punto di vista tossicologico, molte associazioni mediche hanno raccomandato lo svolgimento di maggiori analisi di laboratorio ed epidemiologiche, per avere un quadro completo delle conseguenze mediche derivanti dall'esposizione di componenti quali il CS. E il Journal of the American Medical Association conclude che la "possibilità di conseguenze mediche di lungo termine quali formazione di tumori, effetti sull'apparato riproduttivo e malattie polmonari è particolarmente preoccupante, considerando l'esposizione alla quale vengono soggetti dimostranti e non dimostranti in caso di operazioni di ordine pubblico".

Va anche ricordato, inoltre, che l'Italia ha ratificato nel 1925 il protocollo di Ginevra contro l'uso di sostanze soffocanti o gas e che nel 1969 almeno ottanta paesi hanno votato per la messa al bando di gas lacrimogeni in operazioni di guerra. Per quanto riguarda l'Italia: come si giustifica la discrepanza sul regime di uso di CS, proibito in guerra ma permesso in tempo di pace, considerando che l'Italia è firmataria ed ha ratificato il protocollo di Ginevra? Secondo alcuni esperti, esisterebbe al riguardo una grave scappatoia legale nella Convenzione sulle armi chimiche, poiché la Convenzione non proibisce l'uso di gas tossici in operazioni "pacifiche" come ad esempio quelle di "law enforcement", il ripristino della legge. Tuttavia, esiste il problema della possibile trasformazione di un gas utilizzato per scopi di ordine pubblico, in arma da guerra. In tal caso se tale gas venisse originariamente usato per repressione di tumulti di piazza, allora lo stato dovrà dichiarare la sua composizione chimica al segretariato della Convenzione.

Resta la domanda: la salute di un soldato in guerra, vale maggior protezione di quella di un civile che esercita il suo diritto inalienabile all'espressione delle proprie opinioni?