Il 2 marzo, dopo quasi un anno, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha risposto all’interrogazione parlamentare nr. 4-06339, presentata il 20 maggio 2003 dagli onorevoli di Rifondazione Comunista Giovanni Russo Spena e Graziella Mascia, in favore della difesa della libertà di espressione degli appartenenti alla Polizia di Stato.
Dei fatti si sono occupati già lo scorso anno i giornali della provincia di Rovigo e quelli nazionali.
Fabio Roccato è un assistente capo della Polizia di Stato in servizio a Porto Tolle (nel cuore del Parco del Delta del Po) che, nel tempo libero, è responsabile dell’associazione ambientalista “Amici del Parco del Delta del Po”.
Il poliziotto è stato punito dal Questore di Rovigo, che gli ha ridotto di 1/15 (111 euro) il già magro stipendio, in quanto, a suo dire, avrebbe violato le norme di comportamento politico imposto a tutti gli appartenenti alle Forze di Polizia (quindi non solo ai poliziotti) dall’art. 81 della cosiddetta “legge di riforma della Polizia di Stato”.
A parere del Questore, e del viceministro, il Roccato ha violato la legge in occasione di un suo comunicato stampa, intitolato <<Parco, dov’è finita la coerenza?>>, firmato in nome degli Amici del Parco e pubblicato su “Il Gazzettino di Rovigo” del 6 maggio dello scorso anno, in concomitanza delle elezioni amministrative che si tennero il 25-26 maggio del 2003 a Porto Tolle.
Attraverso il citato articolo, il responsabile dell'Associazione ambientalista “criticò” gli esponenti politici del centro destra, dando atto che, nonostante fossero stati gli autori della legge che istituì il Parco, fecero degli accordi preelettorali con il movimento antiparco-filovenatorio pur di tentare di vincere le elezioni.
Il Roccato che, tra l'altro, è anche dirigente provinciale del maggior sindacato di polizia (il S.I.U.L.P.), percepita l'estrema gravità dell’interpretazione data alla norma dal Questore di Rovigo e, di conseguenza, le pericolosissime ripercussioni a danno di tutta la categoria, della sua punizione-“censura” ne ha fatto una questione di principio. Quindi, ha assunto la decisione di iniziare una battaglia giuridica contro quell’interpretazione che, se fosse passata indenne, avrebbe impedito a tutti i poliziotti di esprimere un pensiero “politico” anche se fuori servizio; vedendo limitato, quindi, uno dei fondamentali diritti garantiti a tutti gli altri cittadini dall’art. 21 della Costituzione: la libertà di espressione.
Del caso se ne sono occupati, come detto, anche gli onorevoli di Rifondazione Comunista Giovanni Russo Spena e Graziella Mascia, nonché l’onorevole dei Verdi Luana Zanella. I citati parlamentari hanno sollevato il caso in Parlamento mediante due separate interrogazioni, indirizzate sia al Ministro dell’Interno che a quello di Grazia e Giustizia.
Nonostante la risonanza che la vicenda ha avuto sulla stampa ed in parlamento, e nonostante il Roccato abbia offerto (in occasione della presentazione delle sue giustificazioni) un'interpretazione in chiave costituzionale della legge, il Questore, arroccato nella sua decisione, emanava ugualmente la (già annunciata?) sentenza di condanna.
Ma il Roccato non si è arreso, ed ha impugnato la punizione dinanzi al T.A.R. del Veneto, chiedendo l'immediata sospensione del provvedimento.
Quel Giudice, ravvisando nelle argomentazioni del poliziotto sia un valido fondamento giuridico, sia il pericolo che la permanenza dell'efficacia della punizione avrebbe provocato in relazione all'esercizio della libertà di espressione, con ordinanza nr. 807/2003 del 18.12.2003, accoglieva la richiesta sospensiva.
Ora, non essendo stata impugnata la citata ordinanza dinanzi al Consiglio di Stato, la punizione non ha alcuna efficacia e quindi, oltre che a restituire immediatamente la parte di stipendio trattenuta, il Questore di Rovigo vede bocciata la sua azione. Naturalmente, nella risposta all’interrogazione, nulla è stato scritto a proposito della bocciatura del T.A.R.
E' pur vero che la vicenda dovrà essere discussa in via definitiva allorquando sarà trattata in udienza dal medesimo Giudice, ma è indubbiamente vero che la lotta di civiltà combattuta, e vinta, dal poliziotto Fabio Roccato costituisce certamente una vittoria del pensiero realmente democratico, ma, ancor di più, della categoria degli appartenenti alle Forze di Polizia.
<<Spiace - ha dichiarato Roccato - dover ricorrere ai giudici per far valere il proprio diritto di espressione. Ad ogni modo, è importante che un autorevole Organo, il TAR, “terzo” rispetto anche ai più alti vertici dell’Amministrazione della P.S., abbia emanato questa pronuncia che, finalmente, ha fatto un po’ di chiarezza sulla materia >>.
Partito della Rifondazione Comunista di Adria tel. 347/8856193; segr. Russo Spena 06/67602931