LACRIMOGENI
«Sequestrate quei gas»
Lo chiedono alla procura nove persone alle prese con asma e dermatite post-G8
Atto d'accusa L'avvocato Canestrini deposita al pm un dossier sui lacrimogeni di Genova, chiedendo il sequestro di candelotti e spray al Cs. Le accuse: lesioni gravissime e abuso d'ufficio, venti no global hanno danni permanenti. Quel gas è un'arma chimica vietata in guerra, ma non in piazza
Le analisi Esperimenti in vitro su cellule di mammifero hanno dimostrato che il Cs può causare mutazioni genetiche

ALESSANDRO MANTOVANI
Un dossier sui gas lacrimogeni al Cs (ortoclorobenzilmalonitrile) è da ieri sul tavolo del pm genovese Francesco Albini Cardona. L'ha depositato l'avvocato trentino Nicola Canestrini del Genoa Legal Forum a sostegno di nove denunce per lesioni gravi e gravissime, abuso d'ufficio e getto pericoloso di cose a carico dei responsabili delle forze dell'ordine al G8 dello scorso luglio. Sono le denunce di uomini e donne tra i 20 e i 40 anni che dopo Genova accusano varie patologie: in due casi asma bronchiale, cinque dermatiti tuttora in fase acuta, una congiuntivite, una tonsillite e perfino un tumore delle vie urinarie. Le prime denunce erano arrivate nei mesi scorsi, altre arriveranno: sono una ventina i manifestanti con problemi seri. Il pm Cardona, titolare del fascicolo sugli abusi commessi in piazza dalla polizia, deve decidere prima di tutto sull'istanza di sequestro di Canestrini. Ci sono almeno due ragioni per mettere i sigilli ai depositi di candelotti e bombolette spray, nei magazzini delle forze di polizia e in quelli dell'azienda Simad di Orticola (L'Aquila) che li produce: primo, disporre una perizia per definire l'esatta composizione della miscela di gas; secondo, evitare che siano commessi nuovi reati nell'ipotesi che Canestrini abbia ragione sull'illiceità dell'impiego del Cs. Uno studio dell'89, pubblicato dal Journal of the american medical association, ipotizza «conseguenze a lungo termine sulle salute, come formazioni tumorali, malattie dell'apparato riproduttivo e dell'apparato respiratorio» dovute all'esposizione al Cs. Altre ricerche parlano di effetti cancerogeni e alterazioni cromosomiche, queste ultime dimostrate da sperimentazioni in vitro su cellule di mammiferi (lo spiegano i professori Nicola Loprieno e Angelo Abbondangelo e la dottoressa Silvia Viaggi).

Il Cs rientra nella definizione di arma chimica di cui alla Convenzione internazionale firmata a Parigi il 13 gennaio 1993, è vietato dal Protocollo per la proibizione e l'uso in guerra di gas asfissianti o velenosi firmato a Ginevra il 17 giugno 1925. Amnesty international l'ha messo sotto accusa in Gran Bretagna, Bolivia, Corea del sud e Svizzera e il governo italiano, dopo l'11 settembre, lo ritiene possibile strumento di attacchi terroristici. E' quanto risulta da una circolare del ministero della sanità diffusa il 12 ottobre scorso, mentre non c'è traccia dell'autorizzazione che lo stesso ministero dovrebbe aver concesso per l'impiego di questo veleno in ordine pubblico. Non è strano? Un'arma vietata in guerra può essere impiegata in piazza? Per la legge italiana il Cs dovrà essere bandito se sarà dimostrato che provoca effetti permanenti (dpr 359/91), ma per questo ci vuole la perizia. La tossicità dipende infatti dalle quantità impiegate e nessuno, finora, ha potuto mettere il naso nei candelotti.

Il Glf ha presentato ieri il dossier con una conferenza stampa nel Palazzo Ducale di Genova, con tanto di maschere antigas nel luogo che ospitò gli otto «grandi» blindati. Con Canestrini c'erano Laura Tartarini (avvocato e neoneoletta consigliera comunale Disobbediente nelle liste del Prc), i chimici Edorardo Magnone e Giampiero Ruani che hanno coordinato le ricerchesul Cs, il senatore verde Francesco Martone che a Genova raccolse un candelotto e da allora non ha smesso di occuparsene (sua l'inchiesta pubblicata da Carta n° 2 del 17-23 gennaio 2002) e la professoressa Laura Corradi, che insegna sociologia all'università di Venezia ed è stata la prima a lamentare un'asma da Cs (vedi il manifesto del 1° marzo scorso). C'era anche la sinistra del Siulp guidata da Gigi Notari.

Il pm dovrà partire da una consulenza che indica il Cs come probabile causa dell'asma della professoressa Corradi. «Risulta che l'esposizione al Cs è in grado di determinare una malattia multisistemica mediante un processo di ipersensibilità ed effetti irritativi immediati a carico delle mucose oculari e respiratorie - ha scritto il dottor Marino De Rosa, pneumologo del San Filippo Neri di Roma - La patologia della paziente è temporalmente, ed a mio personale giudizio, riconducibile all'esposizione a gas lacrimogeni, sebbene in letteratura non esistano casi analoghi e manchino studi esaustivi».