Trapani, domani la manifestazione in difesa della riserva naturale. Il nuovo piano regolatore del comune di Castellammare del Golfo prevede una valanga di alloggi turistici. Il Wwf: «Basta con le speculazioni»
Allo Zingaro non piace il cemento
 
 
Riserva dello Zingaro: tutti in piazza domani per salvare una delle zone più belle della Sicilia occidentale, minacciata dal «cemento selvaggio», «per ragioni turistiche». Una marcia che partirà da Guidaloca e giungerà a Scopello, a due passi dallo Zingaro.

Il rischio della cementificazione, scampato 23 anni fa, tormenta nuovamente la riserva situata lungo la costa trapanese. Il piano regolatore del Comune di Castellammare del Golfo, cui compete la gestione della zona, prevede la creazione di 30mila nuovi posti letto e un aumento di popolazione del borgo antico da 50 a più di 1000 residenti.

Ambientalisti, sezioni locali di Prc, Ds, Verdi, Cgil e Ong scenderanno in piazza come nel passato, per salvare l'area protetta. La storia dello Zingaro è storia di mobilitazione. Già nel 1980 una imponente marcia di cittadini comuni salvava dalla speculazione edilizia cinque chilometri di costa, dando vita a questa riserva naturale, la prima dell'isola. Allora i cittadini occuparono pacificamente la stessa zona, che rischiava di essere attraversata da una strada statale che avrebbe collegato Scopello a San Vito lo Capo.

«La marcia di domani è l'atto finale di una battaglia che dura da un anno» - spiega Giovanni Spatola, del Wwf Palermo. Durissimo il comunicato stampa diffuso dal Forum ambientale di Castellammare nei confronti del progetto: «Ancora una volta è il partito del cemento a farsi strada, spacciando per sviluppo turistico ciò che invece è cementificazione e speculazione». Spatola ci tiene però a precisare che gli ambientalisti della zona non sono contrari per principio all'incremento turistico, ma si chiedono perché «invece di deturpare il territorio, non si ristrutturano e riutilizzano le 4.000 case inutilizzate presenti nella stessa zona (circa una su cinque). «Infatti - continua Spatola - si punta ad uno sviluppo turistico basato sulla "villettizzazione" a raffica, che snaturerebbe la zona, e cancellerebbe il motivo stesso per cui ogni anno 150mila persone visitano l'area: la sua natura incontamita».

Grande orgoglio per coloro che erano già presenti alla prima mobilitazione. «Per mesi facemmo una campagna d'informazione - ricordano al Wwf di Palermo - per far conoscere la bellezza di un posto sconosciuto persino a molti abitanti della zona. Alla fine, con la marcia, riuscimmo a bloccare il progetto, e da lì a poco lo Zingaro diventò la prima riserva naturale della Sicilia».

Anche questa volta gli ambientalisti non hanno lasciato intentata nessuna strada pur di bloccare il piano regolatore: una petizione che ha raccolto settemila firme (il Comune di Castellammare conta meno di quindicimila abitanti), un sit-in davanti la sede comunale e il volantinaggio per strada. E il sindaco Ancona, eletto con il centrodestra, cosa risponde? «Che sono appena tremila posti letto in più», ironizzano al Wwf: «Ma ll problema è che appena si dà il via all'edificazione del territorio, chi ci dice che non saranno 30mila tra qualche anno, come previsto dal Pgr?».

Gli organizzatori, che si sono dati molto da fare negli ultimi mesi, sperano in una grandissima affluenza in piazza, e non soltanto per le ragioni pratiche: «Ci teniamo tantissimo. Anche perché se avesse successo la marcia potrebbe presentare importanti risvolti di contenuto contro l'abusivismo che imperversa nella zona». Lunga vita allo Zingaro.

Giada Valdannini