S.I.U.L.P.

Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia

Segreteria Provinciale di Asti

 

Asti, 27 dicembre 2003

Cat. S.P./2003

                                               Al        Ministero dell’Interno

                                                           Dipartimento della P.S.

                                   Ufficio per i Rapporti e le Relazioni Sindacali                                                                                                                                      ROMA

                        Al        Signor Prefetto di                                             ASTI

                                               Al        Signor Questore di                                           ASTI

Ai        Sigg.ri Dirigenti i Compartimenti Polizia Ferroviaria – Stradale Postale “Piemonte - Valle d’Aosta”             TORINO       

Alla      Segreteria Nazionale SIULP                             ROMA

                                               Alla      Segreteria Regionale SIULP Piemonte              TORINO

 

Siamo a fine anno e come si sa è tempo di consuntivi.

 

In questo anno che sta per terminare la scrivente struttura si è fortemente impegnata per denunciare  tutte quelle situazioni, che riguardano la nostra provincia, a tutela degli operatori di Polizia, sia sotto il profilo stretto dell’applicazione del contratto, sia sotto quello che riguarda le condizioni di lavoro.

 

Questo con lo scopo di rendere il miglior servizio possibile al cittadino.

 

Localmente, l’Amministrazione, nonostante l’impegno di qualche suo rappresentante, non ha certo brillato per il rispetto delle norme contrattuali e, sotto questo aspetto, non ha dato risposte di efficienza e di rispetto della legge.

 

Per fortuna che lo Stato garantisce il diritto ma soltanto ricorrendo all’intervento del Giudice che poi impone, sic!,  all’Amministrazione il rispetto della norma.

 

Tantissime, troppe sono state le contestazioni disciplinari, determinate nella locale Questura, dove si contesta la sanzione più grave per poi determinare quella più lieve. Non sarebbe più giusto e sicuramente più equo contestare la reale sanzione per il fatto commesso?

 

Ma non solo. Accade ad esempio, in una specialità della Polizia di Stato, che in una commissione consuntiva di disciplina i componenti all’unanimità si esprimono per l’archiviazione del fatto e il Presidente, “discostandosi dal parere espresso dalla commissione, applica il massimo della pena pecuniaria al collega coinvolto nella vicenda” che è un attivo quadro sindacale”.

 

Speriamo che queste testimonianze non siano il presagio che, nella Polizia di Stato, qualcosa sta cambiando. Un autorevole esponente della nostra Organizzazione già da alcuni anni esprime il forte dubbio di un ritorno al passato, ad una sorta di “militarizzazione” della Polizia.

 

Allo stato attuale sono pochi gli strumenti a disposizione per la tutela, forse due soli: un Sindacato forte che vigila e che con coraggio denuncia le violazioni e gli abusi; il secondo, il ricorso al giudice amministrativo o a quello del lavoro, iniziative quest’ultime che incidono pesantemente sull’economia del poliziotto, per i costi che deve sostenere.

 

Soltanto chi ha disponibilità finanziarie, può pagarsi un buon avvocato per far valere i suoi diritti, gli altri, magari con famiglia monoreddito e figli a carico, sono costretti a soccombere  e a subire.

 

La revisione del regolamento di disciplina è una delle questioni che il Sindacato dovrà affrontare e il SIULP di Asti come dimostrato da sempre certo non si tirerà mai indietro per la difesa dei Lavoratori di Polizia.

 

Nell’attesa una cosa è possibile: se cominciamo per davvero, Amministrazione e Sindacato, superando le ipocrisie e considerando le questioni che interessano i Lavoratori  come un problema di tutti (spesso qualche esponente della parte pubblica  nelle contrattazioni si definisce “parte” e non “controparte”) e non venga considerata una mera contesa personale tra il Sig. TIZIO segretario del sindacato e il dr. CAIO Questore della provincia di…., soltanto affrontando seriamente le situazioni, si può pensare di avere una buona base per confrontarsi proficuamente.

 

La nostra struttura ha inoltre tra i suoi obiettivi la tutela più ampia che riguarda quelle che vengono definite “condizioni di lavoro”. Ad oggi dobbiamo riscontrare la mancata applicazione della legge 626, obbligatoria per tutti tranne che per  la Pubblica Amministrazione.

 

Se è vero che poco, davvero poco, si è fatto per tutelare i Lavoratori di Polizia in riferimento alla loro “sicurezza”, il SIULP di Asti chiede di risolvere l’annoso, ed oramai non più rinviabile, problema degli spazi. 

 

L’onestà intellettuale che ci ha sempre contraddistinto, ci fa osservare come sia meritevole di apprezzamento lo sforzo (ma non è sufficiente) fatto dall’attuale dirigenza di dare avvio, solo però sotto il profilo degli intenti di  creare il nuovo Ufficio Immigrazione o di convocare le OO.SS. per la prevista riunione periodica, omessa nell’anno 2002.

 

I lavori di ristrutturazione sarebbero dovuti partire a settembre (l’anno però non è stato precisato) e, ironia a parte, la situazione è sicuramente peggiorata. I lavori di ristrutturazione sopra i locali del Gabinetto di polizia scientifica sono iniziati in ritardo e le soluzioni adottate per sistemare “temporaneamente” l’ufficio a nostro avviso sembrano non rispondere a quelle condizioni minime di rispetto della salute dei Lavoratori interessati.

 

Inaccettabile gli spostamenti decisi, seppur temporanei, oltre che della Polizia Scientifica anche di altri Uffici  quali “ufficio fermati”, uffici dell’Immigrazione che, oltre a creare confusione,  ha ridotto gli spazi ad altre attività della Questura (Digos e Squadra Mobile).

 

I colleghi del Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica, sono passati da 6 ambienti di lavoro – accorpati tra loro, con la possibilità di avere a portata di mano il materiale tecnico e di svolgere tutte le attività -, per complessivi 133 metri quadrati a 53 metri quadrati circa – in ambienti, separati tra loro, angusti e non funzionali.

 

Tutto ciò è stato fatto dall’Amministrazione, senza la minima preoccupazione di sentire preventivamente le OO.SS. provinciali.

 

Sì perché noi siamo convinti, in quanto rappresentanti dei Lavoratori, che prima di ogni decisione, considerato che in questo caso si andava ad interessare la loro salute sul posto di lavoro, l’Amministrazione era tenuta all’informazione ed ad un confronto.

 

Questo non perché ci riteniamo più “furbi” o per “volontà di cogestire”, ma in quanto sancito nei principi generali della legge 626.

 

Che dire poi dei carichi di lavoro di questo ufficio. Nel 2001, 713 fotosegnalamenti, nel 2002 incrementati del 130 % (con la legge Bossi – Fini) e nel 2003, inizio del mese di dicembre, seppur ci sia stata una notevole riduzione (- 40% circa) del fotosegnalamento ordinario, vi è stato un raddoppio rispetto all’anno precedente, di quello previsto della legge Bossi – Fini).

 

Tutto questo lavoro grava su un organico (attuale di 5 elementi) ridotto da anni di una unità e che dalla metà del mese di settembre vede ancora la defezione di un collega assente per malattia, che riesce a garantire l’attività istituzionale, soprattutto con il sacrificio e l’impegno dei singoli.

 

L’assurdo è che aumenta il lavoro e diminuisce il personale.

 

Crediamo che anche in questo caso l’Amministrazione debba riflettere seriamente e porre immediato rimedio alla situazione.

 

Ricordiamo che, in passato, avevamo rappresentato alcune situazioni riferite alle condizioni di lavoro dell’intera Questura, ad oggi ancora nessuna risposta.

 

Abbiamo atteso, invano, quest’anno che il Questore convocasse le OO.SS. provinciali, come previsto dall’attuale contratto, per l’informazione successiva che ha cadenza semestrale. Non siamo stati convocati neanche in una riunione annuale e ciò, non per mettere il dito nella piaga, fino a prova contraria è un obbligo dell’Amministrazione, non una facoltà.

 

Questo incontro come indicato nel contratto, senza alcuna natura negoziale, forse ritenuto inutile da alcuni, mentre noi lo riteniamo necessario perché è l’occasione per discutere dei quattro argomenti indicati al punto 4) dell’art. 25 del contratto collettivo di lavoro.

 

Ad oggi non è dato a sapere quale è il criterio della mobilità interna adottato nella Questura di Asti. Assistiamo a movimenti del personale che hanno più il senso della punizione rispetto alla giustificante esigenza di servizio.

Assistiamo a movimenti del personale che incidono pesantemente sulla sfera privata dei soggetti interessati e sono adottati in barba alla professionalità acquisita nel tempo anche con la frequenza, talvolta obbligata,  di corsi di aggiornamento.

Siamo inermi osservatori di movimenti basati sulle simpatie interne di qualche Dirigente o sulle pressioni “esterne”, una situazione oramai degenerata che fa sentire una parte della categoria – certamente una buona parte – figlia di un dio minore o come dice qualcuno dice la divide in “figli e figliastri”.

 

Abbiamo apprezzato come il Questore, dopo le richieste della nostra struttura e di altre organizzazioni sindacali provinciali, abbia dato la possibilità ai vari uffici di svolgere un orario di lavoro che certamente ha dato, da una parte, maggior presenza di personale e, dall’altra, la possibilità di contemperare le esigenze di servizio con quelle familiari.

 

Apprezziamo anche lo sforzo, di comune intesa con le OO.SS., del Questore di garantire il diritto all’aggiornamento professionale, anche se fatto, solo, dopo le vacanze estive.

 

Nonostante da anni siamo impegnati per la difesa della dignità e della professionalità del Lavoratore di Polizia e nonostante abbiamo sempre cercato di difendere le professionalità dei Lavoratori, in base al ruolo e alla qualifica, l’Amministrazione non si certo distinta in questo.

 

Continuiamo a vedere Ispettori impegnati in servizio come semplici Agenti e Agenti che sono considerati più degli Ispettori, Ispettori che sostituiscono gli Agenti sulle volanti.

 

Osserviamo come alcuni uffici (vedi Ufficio Minori), siano stati quasi smobilitati e mantenuti solo sulla carta, perché previsti da circolari ministeriali. Assistiamo inermi al trasferimento di professionalità acquisite anche grazie al contributo dell’Amministrazione, solo perché non si riesce a garantire il normale funzionamento dell’ufficio stesso ma con grave danno allo stesso.

 

Ma continuiamo anche a vedere qualche Funzionario, poco presente, tra il personale, arroccato nel suo ufficio, mai pronto a dare un consiglio, a lavorare sulla strada insieme ai colleghi, abbandonati al loro destino; Direttivi certamente impegnati a curare i loro hobbies personali o a far valere la loro qualifica, ma forse sarebbe meglio dire “grado”, sempre pronti a sanzionare il collega, lontani dalle difficoltà quotidiane, degli stati di animo, delle problematiche personali del collega.

 

Assistiamo a situazioni paradossali, sia nella Questura che nella Polizia Stradale, come quelle ad esempio di alcuni colleghi impiegati nel servizio di “poliziotto di quartiere” o di uffici considerati burocratici ai quali è negata ogni possibilità di essere assegnati ad altri uffici, di presentare domande per corsi di specializzazione e forse la situazione più assurda, viene impedito quello che è uno dei diritti irrinunciabili del cittadino, il diritto allo studio, con l’unica motivazione, nel caso particolare, di essere poliziotti di quartiere che, però (ironia della sorte), all’occorrenza devono sostituire colleghi delle volanti o essere impegnati in servizi di ordine pubblico.

 

Su tutte queste situazioni va fatta una seria riflessione ed un concreto e tempestivo intervento, in positivo.

 

In queste condizioni non si arriva da nessuna parte e non si raggiunge alcun obiettivo, se non  quello di assistere alla demotivazione, al malcontento generalizzato del Lavoratore di Polizia a danno, come al solito, della collettività.

 

Convinti che, con uno impegno comune, si possa migliorare l’attuale situazione, ci è davvero gradita l’occasione per porgere a tutti, a nome di tutto il Siulp astigiano, un augurio di trascorrere tranquillamente queste festività.

 

 

 

                                              

                                                                                  Il Segretario Generale

                                                                                    (Salvatore FAITA)