Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia

Segreteria di Base del Commissariato di P.S. Frascati

 

 

 

 Frascati 28-05-2002

 

 

 

                                                                                         Al Segretario Generale Siulp Oronzo Cosi

 

 

Oggetto: Lettera aperta.

 

 

 

 

Caro Segretario Generale,

Le scrivo questa lettera perché sono in totale disaccordo con le posizioni da Lei espresse in merito ai fatti di Napoli e Genova.

Credo fermamente nell’importanza del pluralismo d’idee e pur consapevole della modesta rilevanza e autorevolezza delle mie opinioni, non posso esimermi dall’esprimerle.

L’intensa produzione di comunicati-editoriali sulle ultime vicende giudiziarie appare esagerata.

L’iniziale momento emotivo, con provvedimenti restrittivi decisamente pesanti, poteva in qualche modo giustificare alcune affermazioni contenute in “Ingiustizia” dettate dal corporativismo ma deficitarie d’obiettività e senso critico.

Le posizioni espresse in “Giustizia Sommaria”, collocate in un clima più disteso appaiono decisamente fuori luogo.

Nelle scorse settimane l’interferenza nell’operato della magistratura è stata inopportuna.

Il paese ha subito una pericolosa lacerazione, l’opinione pubblica costretta a dividersi fra due schieramenti ideologicamente contrapposti, uno ad appoggiare la Polizia, l’altro la Magistratura, mentre la Politica strumentalizzava legittime manifestazioni di solidarietà, trasformandole in uno scontro fra poteri.

Quanto accaduto è indegno per un paese civile e democratico, perché la divisione dei poteri e la loro autonomia rappresentano pilastri importanti per la democrazia.

In una democrazia, la Polizia e la Magistratura sono di tutti, ed entrambe devono poter lavorare in totale serenità senza pressioni o interferenze.

La tragica ricorrenza della strage di Capaci, era l’occasione per riportare serenità, parlando in modo diverso del rapporto fra Polizia e Magistratura, ricordando il comune sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo , di Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. 

Perché ha scelto di non coglierla?

Nell’ultimo editoriale, cocktail di demagogia e retorica, entra nuovamente nel merito di provvedimenti giudiziari e provo quasi imbarazzo nel ricordarle che l’avviso di garanzia non è sinonimo di condanna ma costituisce una garanzia a tutela dell’indagato.

Allude a “certa stampa” di cui probabilmente sono un assiduo lettore, dimenticando che il pluralismo dell’informazione è la garanzia della tenuta democratica del paese.

Il “tono” del Suo editoriale appare perfettamente in linea con il “clima italiano”, caratterizzato dalla demagogia mediatica, disinteressata dalla verità dei fatti ma alla continua ricerca di consensi.

A causa del dilagare della demagogia assistiamo alla quotidiana presenza di esponenti di governo, che incuranti del ruolo ricoperto, continuano a sbandierare il nostro rinnovo contrattuale arricchito d’aspetti economici assolutamente fantasiosi.

Da Lei attendevo parole di protesta per questa campagna di disinformazione.

Conosciamo la reale consistenza economica del contratto, buono sotto il profilo economico, in linea con il precedente, ma lontano dalle promesse elettorali.

Senza una corretta informazione, rischiamo di trasformare le aspettative in delusione per coloro che riceveranno aumenti lordi inferiori alle 200.000 vecchie lire, lontani dalle 450.000 propagandate dai media.

Ad essere sincero creano illusioni anche i 178 € (circa 345.000 vecchie lire) ampiamente pubblicizzati dalla nostra O.S., comprensivi degli aumenti delle indennità accessorie non percepibili da tutti. L’aumento di tali indennità non costituirà mai un’entrata fissa e certa su cui programmare l’economia familiare.

Invece di chiarire questi aspetti e indicare quali saranno le prossime iniziative e le possibilità di realizzare la riforma del regolamento di disciplina e di servizio, indicate come prioritarie, preferisce disquisire su una “fantomatica giustizia sommaria” operata nei confronti della categoria riservando poi lo stesso trattamento al movimento no-global, costruendo una Sua verità che potrebbe rivelarsi diversa da quella giudiziaria che prima o poi sarà scritta e dovrà essere accettata.

Continuare a contare il numero di avvisi di garanzia in entrambe le parti, è solo strumentale, le inchieste scottanti che ci riguardano non si riferiscono tanto agli scontri di piazza ma di presunti abusi nelle ormai famose Diaz-Pertini, Raniero e Bolzaneto.

Per dovere di cronaca vorrei ricordarle che anche un parroco, Don Vitaliano della Sala è stato raggiunto da un avviso di garanzia che non risulta aver scatenato proteste in Vaticano, attacchi alla magistratura o prese di posizioni corporative.

Per quanto riguarda le motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame, non mi sembra utile e costruttivo creare ad una gara per affermare personalissime interpretazioni.

Tentando di attenersi ai fatti bisogna ricordare che le motivazioni, raccolte in 29 pagine, costituiscono un complesso ragionamento, quindi appare strumentale il tentativo di estrapolare alcune frasi per supportare teorie o avvalorare personali conclusioni.

Alcune certezze rimangono evidenti: il Tribunale non ha ravvisato il reato più grave di sequestro di persona, riconoscendo legittima l’operazione di polizia eseguita presso i presidi ospedalieri, definendola come “espletamento di attività di polizia, consentita dalla legge”, aggiungendo però “attuata con modalità irrituali e illecite”. L’inchiesta della magistratura continuerà il suo corso e si concluderà inevitabilmente con una verità giudiziaria, attendiamola con serenità augurandoci che quanto denunciato sarà riconosciuto infondato al di là di ogni ragionevole dubbio.

Provo quasi invidia per le Sue certezze sulla conclusione delle inchieste genovesi e napoletane e sul modo in cui liquida le presunte violazioni denunciate dai cittadini che manifestavano, definendole leggende metropolitane.

Escludere le foto di Mussolini nei portafogli è forse un eufemismo?

Guardando oltre gli episodi di Napoli e Genova, è veramente convinto che nella Polizia di Stato ci sia una “tolleranza” così diffusa?

Lei ha la fortuna di non vivere la mia condizione di poliziotto portatore di democratici valori di sinistra, e non Le sarà mai capitato di ricevere le frasi a me riservate da alcuni “colleghi” in relazione agli episodi di Genova, Napoli o altre occasioni in cui posizioni diverse dalle loro diventano difficili da tollerare. Cosa c’è di tollerante nell’affermare che la mia presenza “rovina la Polizia di Stato e dovrei essere cacciato”?

Sicuramente liquiderà come semplici goliardate di alcuni buontemponi le scritte o i simboli che nulla hanno di tollerante, lasciati anonimamente sul mio armadietto.

Abbiamo due diverse percezioni di quali valori stanno contaminando la Polizia di Stato, e in queste nostre evidenti differenze, s’inserisce il ruolo del sindacato che si trova ad un bivio.

Deve percorrere la strada da Lei indicata, in altre parole negare a tutti i costi ogni addebito, soffocare ogni dubbio o tentativo di riflessione, o deve percorrere la strada del rilancio di quelle battaglie trentennali per la democratizzazione delle Forze di Polizia, da Lei citate, avendo il coraggio di guardare e analizzare quello che accade al nostro interno, anche a rischio dell’impopolarità?

Spero che il Siulp scelga la seconda strada, per opporci ai tentativi di militarizzazione culturale che ci allontanano dalla società, per ottenere maggiore professionalità, meno marcette e un’adeguata preparazione per l’operatore di Polizia, che gli permetta di capire il dissenso da fronteggiare nelle piazze, conoscerne le motivazioni, la collocazione sociale e l’eventuale pericolosità.

Non perdiamo mai di vista che il diritto del cittadino a dissentire pacificamente e lecitamente, deve essere difeso al pari delle zone rosse.

Mi auguro che all’interno della nostra O.S. la mia posizione non rimanga isolata, ma possa raccogliere un’ampia condivisione, condizione necessaria per abbattere il muro che stiamo costruendo fra Polizia e Società Civile.

Distinti saluti.

 

                                                                                                                   Il Segretario di Base

                                                                                                                       Mirko Carletti