APPELLO

A TUTTE LE FORZE DEMOCRATICHE DEL PAESE

 

Il percorso della democrazia nel Paese dal dopoguerra ad oggi, è stato macchiato da gravi episodi di carattere eversivo, troppo spesso per colpa – o come la storia e gli atti giudiziari ci hanno talvolta dimostrato – per dolo di appartenenti alle istituzioni dello Stato che vennero meno al giuramento Costituzionale cui erano legati.

Una ferita che ancora sanguina per la democrazia italiana è il G8 di Genova.

Non si può permettere che al prossimo Social Forum di Firenze si vedano scene uguali a quelle di Genova e ciò può essere solo se anziché acclamare ad eccezionalità, ci si impegnerà a rendere ordinario tale evento.

Per ciò occorre che non venga più (come a Genova) calpestato lo stato di diritto, ma che nel rispetto dello stesso e dei diritti che la Costituzione garantisce a chi manifesta, si creino le condizioni perché le forze di polizia non subiscano la pressione politica artatamente e strumentalmente costruita per finalità che poco spartiscono con il bene del popolo italiano tutto.

Occorre che i titolari delle responsabilità siano ordinariamente tali, come i Questori ed i Dirigenti Ministeriali, così che eventuali errori non siano scaricati addosso a chi diventa un capro espiatorio mentre i "soliti dritti" magari vengono promossi.

Occorre avere fiducia in quella Polizia di Stato che con la Legge di Riforma 121/81 ha inteso proiettarsi verso la società civile integrandosi con essa, e per fare ciò puntare solo sulla professionalità e l’equilibrio democratico che tutti i suoi appartenenti devono avere; ma chi si chiama fuori da tali parametri sia giustamente sanzionato.

Occorre non dimenticare che i lavoratori delle forze dell’ordine non possono, per concreta ma artificiosamente creata scarsità di adeguati mezzi (es. apparati radio), o per formazione estranea al nostro modello culturale (es. percuotere gli scudi con lo sfollagente) addossarsi la responsabilità di un declino dell’autorevolezza democratica dell’istituzione verso un’immagine di irrigidimento autoritario.

Le capacità ed i mezzi per impedire o comunque arginare gli illeciti in Ordine Pubblico ci sono, basta utilizzarli ordinariamente, investendo di più sulla Prevenzione e lasciando così alla repressione un ruolo marginale.

Chiunque ha una coscienza civile e democratica in questo Paese, non può pensare di risolvere le difficoltà di eventi simili militarizzando la gestione dell’ordine pubblico. Si punti sull’intelligence, ma chiunque ha a cuore la Costituzione Italiana sia attento osservatore di tali eventi, non esitando a denunciare ed a documentare alla Magistratura ed agli investigatori gli illeciti compiuti da chiunque!

La democrazia Costituzionale è una garanzia per tutti, non consentiamo che si destrutturi per interessi politici ed economici.

 

P R O MO T O R I

 

 

Gianclaudio VIANZONE – Segretario Generale Regionale SIULP ( Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia  Piemonte Massimiliano VALDANNINI Segretario Provinciale SIULP ( Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia  ) Roma
Roberto VITANZA membro del Direttivo Nazionale del SIULP ( Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia  ) Giorgio PIETRINI Segretario Regionale SIULP ( Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia  ) Piemonte
Gianni CIOTTI  Segretario Provinciale SIULP ( Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia  ) Roma  

L’adesione all’appello potrà pervenire tramite gli indirizzi di posta elettronica presenti nelle pagine web del “ Laboratorio per una Polizia democratica “  

http://www.romacivica.net/lpd/

 

 

PRIMI FIRMATARI