Cocer Carabinieri, un documento
per "un nuovo tipo di Stato"

30 marzo 2000
Articolo messo in Rete alle 19:45 ora italiana (17:45 GMT)
 

Rimosso il colonnello Pappalardo

Fanfara dei carabinieri
La fanfara dei Carabinieri  
  ALTRI SERVIZI

All'interno:

Il documento

L'autodifesa di Pappalardo

Le reazioni

Gli altri punti

Articoli collegati e siti icon


 


ROMA (CNN) -- E' bufera sull'arma dei Carabinieri dopo la pubblicazione di un documento a firma del colonnello Antonio Pappalardo, presidente del Cocer - la rappresentanza parasindacale dell'Arma - che auspica mutamenti politici e istituzionali. Il Comando generale dei carabinieri "con provvedimento di immediata attuazione" ha deciso di "sollevare il colonnello Antonio Pappalardo dal Comando del II Reggimento Carabinieri di Roma". A fine mattinata Pappalardo aveva ammesso di aver redatto personalmente il documento "come invito a riflettere e con una richiesta di relazioni e proposte per arrivare eventualmente a un documento espressione di tutto il Cocer".

Il documento

Il documento - arrivato nella giornata in cui il Senato approvava definitivamente la controversa legge che fa dei Carabinieri la quarta forza armata italiana, sganciandola dal comando dell'Esercito - è una lettera, inviata il 19 gennaio a tutte le strutture rappresentative dell'Arma.

Nel documento Pappalardo si chiede se l'Arma dei Carabinieri debba mantenere il suo "ruolo istituzionale", oppure "fornire il suo contributo" alla "fondazione di un nuovo tipo di Stato e di una nuova Europa, che i partiti politici così come sono strutturati, e comunque lontani dai problemi dei cittadini, non riescono più a garantire".

Si tratta di un documento ampio che parte dai problemi politici e sociali della popolazione italiana per arrivare a parlare di nuovi movimenti politici, di modifiche della Costituzione, fino anche alla magistratura. Il testo è stato immediatamente criticato dal Comando generale dei Carabinieri e che ha fatto gridare alcuni politici al reato di "istigazione ad attentati contro i poteri dello stato".

L'autodifesa di Pappalardo

Pappalardo
Il colonnello Antonio Pappalardo  

Nel pomeriggio è arrivata l'autodifesa di Pappalardo, che ha denunciato l'interpretazione forzata del documento e ha parlato di un "operato a me attribuito ma ad altri riferibile". "La distorta immagine che scaturisce da questo quadro costruito come un collage, non corrisponde affatto nè ai miei pensieri, nè alle mie azioni - ha detto il colonnello - ho sempre servito il Paese con grande spirito democratico, con lealtà e fedeltà, in qualità di cittadino, di militare e di rappresentante politico, non sottraendomi però al dovere di denunciarne le disfunzioni".

"Condivido pertanto pienamente - ha concluso - la presa di posizione del Comando generale dell'Arma che, seppure apparentemente indirizzata a censurare un operato che è stato a me attribuito, ma ad altri riferibile, esprime i miei stessi sentimenti e le mie stesse idee".

Le reazioni

Il Comando dei Carabinieri ha reso pubblica una nota nella quale "respinge risolutamente" il documento. In particolare - dice il Comando - i contenuti "si prestano in alcune parti a interpretazioni che ledono in modo profondo e intollerabile i principi di compostezza e rispetto delle Istituzioni democratiche".

Il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, e i ministri della Difesa e dell'Interno, Sergio Mattarella ed Enzo Bianco, hanno definito "gravissimo" il documento e "inammissibili" dichiarazioni "e atti irrituali che pregiudicano una funzione di rappresentanza che non può e non deve mai venire meno alla lealtà verso le istituzioni e al rispetto delle regole democratiche". Nel comunicato diffuso al termine di un incontro tra D'Alema, Mattarella e Bianco, si afferma inoltre "la certezza che tutte le responsabilità saranno accertate, individuate e perseguite sia sul piano disciplinare sia eventualmente su quello giudiziario, proprio per salvaguardare la credibilità e il prestigio che le forze dell'ordine hanno nel Paese".

"E' un'istigazione ad attentati contro i poteri dello Stato", ha commentato il capogruppo dei Ds alla Camera, Fabio Mussi: "Non si tratta di una posizione politica, per quanto aberrante, ma di reato". Per il presidente della commissione Difesa della Camera, Valdo Spini, si tratta di un documento "gravissimo e inaccettabile".

Per il segretario del Ccd Pier Ferdinando Casini, si tratta di dichiarazioni "stonate e fuoriluogo". Il documento è, per il responsabile giustizia di Fi, Gaetano Pecorella, "un atto eversivo" dal momento che "prefigura un intervento dell'Arma nella "fondazione di un nuovo stato in cui non ci siano i partiti". Più sfumato il giudizio dell'esponente di An Ignazio La Russa: "Il documento è un po' sopra le righe ma è il riflesso di una situazione di reale disagio: sono temi che meritano rispetto - ha detto - condivido pienamente lo stato di frustrazione che emerge dal Cocer, ma non condivido i toni".

Gli altri punti

Nel documento attribuito a Pappalardo inoltre:

1) si lamenta il fatto che i Carabinieri "debbano continuare a guardare (…) solo ed unicamente in direzione della Polizia di Stato che tali aneliti culturali non produce";

2) si lamenta che nel Parlamento italiano sia cresciuto "a dismisura" il numero di imprenditori;

3) si afferma che i Carabinieri non sono "semplici dipendenti dello Stato, ma secondo la coscienza collettiva, siamo lo Stato";

4) si elabora un "teorema dell'irrazionalità" che vede un triangolo con tre vertici: il popolo, i carabinieri e i politici, con il popolo che "ama" i carabinieri ed "elegge" i politici e questi ultimi che "diffidano" dei carabinieri; mentre, in senso inverso, i Carabinieri "amano e si sacrificano" per il popolo, "diffidano e si tengono lontani" dai politici e questi ultimi "ingannano il popolo".

Alcuni esponenti politici, come il presidente della commissione Stragi Giovanni Pellegrino, ipotizzano che la pubblicazione del documento sia frutto di una "guerra di dossier" che si presta a "enfatizzazioni e strumentalizzazioni". Nelle scorse settimane la polemica intorno alla nuova legge aveva visto alcune organizzazioni dei funzionari di polizia criticare la nuova organizzazione arrivando a indicare paralleli tra l'attuale attivismo dei rappresentanti dell'Arma e il cosiddetto "piano Solo", il piano golpista degli anni Sessanta attribuito all'allora comandante dell'Arma, generale De Lorenzo. Di similitudini con il "Piano Solo" parla anche Antonio di Pietro: "Leggendo questo documento mi viene in mente un nome, quello di De Lorenzo - ha detto il senatore - è inaccettabile che una forza militare faccia un documento politico nel quale si chiami alle armi contro le istituzioni. Davvero inaccettabile".

Con il contributo di ANSA