DOCUMENTO DEL PARTITO DELLA
RIFONDAZIONE COMUNISTA -dipartimento Riforma dello Stato - SULLA
DEVOLUZIONE DELLA POLIZIA.
Le spinte neo-liberiste
che si sono concretizzate in questi anni, anche per scelta e
responsabilità dell’Ulivo, con gravi danni perla tutela sociale e dei
diritti sanciti dalla Costituzione pre-riforma, trovano nuovo alimento e
maggiore radicalità (in una sorta di rincorsa fra i due poli) nel
progetto di modifica costituzionale del Governo Berlusconi su richiesta
della Lega attraverso il ministro Bossi.
Questo è il giudizio che il PRC dà sulla proposta di “devolvere” alle
Regioni la competenza legislativa in materia di “Polizia”.
Evidentemente la destra non si accontenta di quanto già fatto dal centro
sinistra che ha innescato il primato della polizia militare
(Carabinieri) rispetto a quella civile (Polizia di Stato) ed allora si
spinge oltre con conseguenze sicuramente disastrose per i cittadini e le
istituzioni.
Proprio sul tema della”Polizia locale” il disegno (eversivo) si
evidenzia, là dove s’introduce il più che certo conflitto istituzionale
con la sovrapposizione di medesimi compiti assegnati a livelli
istituzionali diversi con l’obiettivo ultimo di sostituire i compiti
dello Stato con quello delle Regioni in materia di sicurezza.
Siamo in presenza di fenomeni di globalizzazione-ai quali ci
contrapponiamo- che portano con sé anche la globalizzazione di crimini e
reati (dalle transazioni finanziarie illecite alle ecomafie, dalla
tratta degli esseri umani alla tratta delle armi, per citarne alcuni)
mentre le polizie dei vari Stati, specialmente in Europa, solo adesso si
stanno dando forme di coordinamento fra di loro.
Com’è possibile allora proporre, come fa il disegno governativo, che in
Italia si creino, accanto ai già troppi corpi di Polizia esistenti
(Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale
dello Stato, Polizia Penitenziaria), ai quali si affiancano gli
ex-Vigili Urbani (oggi denominati Polizia Municipale) e in alcuni casi
quelle delle Province, e per certi compiti anche la Guardia Costiera,
con altri 20 corpi di Polizia locale (Regionale) e che ciò aiuti il
contrasto alla criminalità (micro e macro)?
Negli altri Paesi dell’UE esiste un unico corpo di Polizia, che ha al
proprio interno le varie specializzazioni, semplificando il comando.
In Italia siamo in presenza di oltre 400.000 uomini e donne che
compongono i vari corpi di Polizia, e cioè uno ogni cento cittadini/e
maggiorenni, e se ne vorrebbero aggiungere altre migliaia (quanti?) ed
avere così completato il quadro verso la realizzazione dello Stato di
polizia.
Amenochè non si pensi di trasformare le Polizie Municipali in Polizie
Regionali (togliendo ai Comuni per dare alle Regioni, alla faccia del
decentramento, della conoscenza del territorio, dei compiti dei Comuni.
Oppure di fare lo spezzatino della Polizia di Stato per regionalizzarla
e lasciare in mano alla Polizia Militare (in primo luogo i Carabinieri)
i compiti di Polizia, liquidando la riforma del 1980 (smilitarizzazione
della Polizia)
Ma piccole Polizie regionali non sarebbero in grado di avere risorse,
competenze, strumentazioni in grado di affrontare i vari tipi di
possibili reati, ma soprattutto di prevenirli.
Si formerebbe, inoltre, una nuova giungla dopo quella fiscale,
tariffaria, sanitaria, assistenziale, scolastica, del mercato del lavoro
e dei diritti.
Il PRC già nel 1999 aveva avanzato la sua proposta di riforma dei corpi
di Polizia.
Vanno invece affrontata a livello nazionale i problemi della vigilanza
privata e dei diritti dei militari.
Per quanto riguarda il primo aspetto occorre contrastare con forza il
tentativo del governo di trasformare la vigilanza privata in attività di
polizia con compiti di sicurezza sussidiaria (e quindi il tentativo di
privatizzare compiti che sono propri dello Stato, come quello che
riguarda la sicurezza del cittadino)
Vi è anche il tentativo del Governo di mettere a disposizione della
Pubblica amministrazione personale a basso costo per sostituire
personale oggi alle dipendenze della pubblica amministrazione (Stato e
Comuni), sapendo che gran parte delle società che gestiscono la
vigilanza privata (alcune sono emanazione di multinazionali USA,
francesi, tedesche ed inglesi) non applicano neppure i minimi
contrattuali, parte di queste società occupa personale senza le
specifiche autorizzazioni, il personale non è formato e preparato per i
compiti che gli sarebbero richiesti ed il lavoro precario o rapporti di
lavoro inesistenti non sono una eccezione, con quali conseguenze per la
sicurezza di questo personale e dei cittadini lo possiamo ben
immaginare.
Per il secondo aspetto,
polizia ad ordinamento militare ma per i militari in genere si pone il
problema, già risolto in molti Paesi dell’UE, dei diritti sindacali e
sociali.
Responsabile
Marco Nesci
riformastato.prc@rifondazione.it
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