MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Francesco Di Fiore, vicebrigadiere dei carabinieri in servizio in Friuli e
consigliere comunale della Quercia al comune di Monfalcone, è stato arrestato
e subirà un processo per direttissima;
l'ordine di custodia cautelare, emesso dal tribunale militare di Padova,
ipotizza i reati di ritenzione di oggetti di armamento aggravata e di
disobbedienza aggravata nei confronti di un superiore;
Di Fiore, primo dei non eletti nel 2001, non avrebbe restituito distintivo e
pistola nel momento in cui è subentrato in consiglio comunale per la rinuncia
al seggio di un suo collega di lista;
risulta che l'arresto sia avvenuto a sole 48 ore dall'inizio dell'aspettativa
prevista in caso di elezione a cariche pubbliche;
il vicebrigadiere inoltre richiedendo l'aspettativa ha formulato al ministero
precisa domanda sulla sorte degli «oggetti di armamento»;
l'arresto in casi del genere è facoltativo poiché nessun regolamento si
pronuncerebbe inequivocabilmente sulla materia;
sulla vicenda del vicebrigadiere Francesco Di Fiore è stata pubblicata una
lettera sul quotidiano Liberazione (6 dicembre 2003) nella quale si
legge, tra l'altro: «il militare è noto in tutta Italia per le sue battaglie,
prima nell'associazione Unarma poi nel «Giornale dei carabinieri», in favore
della democrazia militare e del rispetto per i diritti dei lavoratori compresi
coloro che indossano la divisa della quarta forza armata. Di Fiore, che vanta
una lunga esperienza nei reparti antidroga, ha denunciato più volte il
comportamento vessatorio dei suoi dirigenti (mobbing), diffidando il generale
comandante della regione, pagando un prezzo altissimo in termini sia di
procedimenti disciplinari e penali (nel 2003 ha subito ben due perquisizioni
domiciliari), sia di salute. Stress e depressione lo hanno tenuto lontano dal
lavoro per otto mesi ma tutto ciò non gli ha impedito di denunciare un abuso
edilizio in caserma che ha provocato il trasferimento immediato di un
capitano. Si tratta dello stesso capitano Garritani, recentemente candidato di
An al comune di Pomezia (Roma), di cui Di Fiore racconta il particolare
accanimento nel consegnare punizioni in giorni particolari come il Primo
Maggio o il 25 aprile, date che sarebbero particolarmente invise
all'ufficiale. Naturalmente, Di Fiore - che sta ricevendo la solidarietà di
numerosi parlamentari, colleghi e cittadini - assicura di avere testimoni per
tutte le accuse che muove e, in uno dei suoi scambi di carte con il comando
sarebbe emersa la persistenza negli scaffali della Benemerita dei fascicoli
permanenti che il garante della Privacy aveva ordinato di distruggere
dichiarando l'illegalità delle schedature di massa. L'episodio è venuto a
galla proprio grazie alla denuncia di un altro coraggioso carabiniere poi
radiato dall'arma e di alcune testate tra cui Liberazione -:
se non intenda adottare iniziative normative volte a modificare la disciplina
che regola le procedure da seguire in casi analoghi a quello descritto in
premessa.
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