RUSSO SPENA e MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere -
premesso che:
i lavoratori della polizia di Stato, come tutti i cittadini, dovrebbero godere
del diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e quant'altro mezzo di diffusione (ex articolo 21 della Costituzione)
e di associarsi liberamente in partiti per concorrere, con metodo democratico,
a determinare la politica nazionale (ex articolo 49 della Costituzione),
diritto ribadito espressamente dall'articolo 114 della legge 121 del 1981 (che
prevede la cessazione del divieto di iscrizione ai partiti politici per gli
appartenenti alla Polizia di Stato, a partire da un anno dall'entrata in
vigore della legge stessa, non essendo intervenute, nel frattempo, nuove
discipline a modificare la materia);
da una decina d'anni presta servizio a Porto Tolle (Rovigo), Comune veneto
ubicato nel cuore del Parco del Delta del Po, un'Assistente Capo della Polizia
di Stato, militante di un partito del Centro-sinistra, dirigente sindacale del
SIULP, nonché ambientalista, distintosi per la sua attività contro il
bracconaggio e la repressione dei reati ambientali in genere;
il 6 maggio 2003, il suddetto poliziotto, ha pubblicato un suo articolo su
Il Gazzettino - cronache di Rovigo dal titolo: «Parco, dove è finita la
coerenza?», firmato non in qualità di appartenente alla Polizia di Stato, ma
come associazione ambientalista denominata «Amici del parco del Delta del Po»;
nell'articolo esprimeva il suo parere di cittadino-ambientalista ed
evidenziava le contraddizioni emerse nello schieramento del centro destra di
Porto Tolle, il quale per le elezioni amministrative del 25 e 26 maggio aveva
fatto un patto elettorale con i cacciatori antiparco;
l'8 maggio 2003, sempre su «Il Gazzettino - cronache di Rovigo, il segretario
del PRC di Porto Tolle, in un articolo dal titolo: «Verso le elezioni.
Normalità nei rapporti. A confronto due voci in vista delle amministrative del
25 e 26», riprende sostanzialmente, concetti espressi dall'ambientalista
poliziotto;
il 10 maggio 2003, il questore della provincia di Rovigo, proponeva per
l'Assistente Capo in questione, la sanzione disciplinare della pena
pecuniaria, per la violazione all'articolo 81 della legge n. 121 del 1981,
avendo assunto, a suo dire, «un comportamento che ha compromesso l'assoluta
imparzialità delle sue funzioni» facendogli recapitare i due articoli di
stampa «incriminati» con tanto di timbro «STAMPA D.I.G.O.S.»;
l'ambientalista, nel suo articolo, aveva stigmatizzato il comportamento
contraddittorio di esponenti di Forza Italia nazionali, regionali e locali,
che prima si erano distinti per fare approvare la legge che ha istituito il
Parco del Delta del Po, salvo, poi, arrivare ad accordi elettorali con i
cacciatori antiparco -:
se non ritenga di dover intervenire presso il questore di Rovigo, affinché
revochi la sanzione disciplinare nei confronti del poliziotto, reo solo di
aver espresso la propria opinione in materia ambientalista;
quali iniziative intenda intraprendere perché venga garantito anche ai
lavoratori della Polizia di Stato il diritto ad esprimere il proprio pensiero
e di associarsi liberamente in partiti, così come sancito dagli ex articoli 21
e 49 della Costituzione e ribadito dall'articolo 114 della legge n. 121 del
1981.
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