MASCIA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
la segreteria provinciale del Siulp di Venezia denuncia che presso la questura di Venezia si attua nei confronti dei funzionari di sesso femminile appartenenti al ruolo dirigente e direttivo una palese discriminazione che le vede sostanzialmente escluse da determinati incarichi di rilievo e prioritari;
dalla pianta organica della questura di Venezia emerge infatti che, oltre al questore, vi sono 26 funzionari, di cui 6 di sesso femminile pari al 24 per cento degli appartenenti al ruolo;
nessun dirigente o direttivo donna risulta assegnata ed impiegata negli uffici investigativi od operativi (Digos, Squadra Mobile, volanti) ovvero negli uffici di maggior rilievo della questura come l'ufficio di Gabinetto, ufficio immigrazione o gli altri uffici distaccati, nei quali i responsabili sono autorità locali di pubblica sicurezza e dove sono impiegati ben 13 funzionari maschi, corrispondenti al 50 per cento dell'organico in forza;
tale esclusione va ad incidere sul profilo professionale e si ripercuote negativamente sulla loro progressione di carriera con riflessi anche sul piano economico, in quanto, com'è noto, e come risulta anche dalle recenti promozioni, solo i funzionari assegnati e provenienti dai sopra citati uffici hanno ottenuto avanzamenti di carriera ed incarichi più prestigiosi;
per quanto riguarda i lavoratori della Polizia di Stato, l'uguaglianza sostanziale e formale tra uomo e donna è stata espressamente stabilita dall'articolo 25 della legge 1o aprile 1981, n. 121, che prevede l'impiego e l'attribuzione degli incarichi degli appartenenti ai vari ruoli, senza alcuna distinzione tra i sessi;
i criteri adottati dal questore di Venezia, dottor Salvatore Presenti, vanno ad incidere sulle valutazioni annuali dei singoli funzionari, ai sensi degli articoli 61 e 62 del decreto del Presidente della Repubblica 24 aprile 1982 n. 335, come già stabilito dall'articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1970 n. 1077, mentre gli incarichi e/o i servizi svolti sono valutati ai sensi dell'articolo 67 del decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1957 n. 686;
dopo l'entrata in vigore della legge 121/1981, allo scopo di realizzare la parità uomo-donna è stata altresì introdotta la legge 10 aprile 1991, n. 125 che prevede espressamente la rimozione di tutte le cause che in qualche modo possano discriminare i lavoratori in ragione del sesso di appartenenza e tra le finalità prioritarie, si prefigge, tra l'altro: «di eliminare le disparità di fatto di cui possono essere soggette le donne nella progressione di carriera e nella vita lavorativa»;
nell'ambito della gestione del rapporto di impiego degli appartenenti alla Polizia di Stato, a seguito dell'introduzione del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, che ha disciplinato le relazioni sindacali e le procedure per l'approvazione dei contratti collettivi nazionali, è stata istituita una apposita Commissione per le pari opportunità -:
se risulti vero che il questore abbia rimosso e spostato ad incarichi minori le uniche funzionarie della questura di Venezia che, prima del suo arrivo, erano in servizio alle volanti o all'Ufficio di Gabinetto, agevolando, di fatto, la progressione in carriera dei funzionari di sesso maschile;
se intenda prendere opportune iniziative al fine di garantire la concreta parità uomo-donna in relazione alla progressione di carriera e all'assegnazione degli incarichi rimovendo ogni discriminazione nei confronti delle lavoratrici della Polizia di Stato impiegate dalla questura di Venezia;
se intenda effettuare attraverso le strutture competenti una verifica che, anche sul piano nazionale, consenta di monitorare situazioni di discriminazione nei confronti delle lavoratrici della Polizia di Stato.
(4-11517)