L'organismo istituito in base alle previsioni della legge 30 del 2001 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un Comitato per le pensioni dei dipendenti discriminati |
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(Dm Lavoro 28.1.2002) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Istituito, con un decreto ministeriale
del 28 gennaio 2002, in attesa di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale,
il Comitato che dovrà provvedere alla ricostruzione del rapporto
assicurativo dei dipendenti discriminati. La disciplina che prevede la
ricostruzione del rapporto assicurativo, a fini pensionistici, di
lavoratori -civili e militari- dipendenti dallo Stato e dalle pubbliche
amministrazioni, licenziati o indotti alle dimissioni “per motivi da
ricondurre a ragioni di credo politico o fede religiosa, all’appartenenza
ad un sindacato o alla partecipazione ad attività sindacali, ovvero a
fatti compiuti o comportamenti tenuti in occasione di moti o
manifestazioni originati da avvenimenti di rilievo politico” è contenuta
nella legge 26 febbraio 2001, n. 30, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
n. 51 del 2 marzo 2001. L’articolo 2 della legge n. 30/2001 stabilisce
che, ai fini dell’applicazione delle disposizioni della legge stessa, “con
decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto
con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica”
è istituito un apposito comitato. La domanda per ottenere la ricostituzione del rapporto assicurativo, a seguito della modifica apportata dall’articolo 7-bis del decreto legge 23 novembre 2001, n. 411, convertito, con modificazioni, in legge 31 dicembre 2001, n. 463, deve essere presentata entro il 30 giugno 2002 anche da parte dei familiari superstiti che hanno diritto alla pensione di reversibilità o che ne potrebbero acquisire titolo a seguito della ricostituzione. La domanda deve essere presentata all’Amministrazione o all’Ente da cui dipendeva il lavoratore alla data del licenziamento o delle dimissioni, oppure all’Istituto o Cassa o Fondo di previdenza presso il quale era o doveva essere iscritti alla stessa data. Con la domanda devono essere documentati gli elementi necessari a dimostrare le circostanze discriminatorie del licenziamento o delle dimissioni. (15 marzo 2002) |
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IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE VISTA la legge 26 febbraio 2001, n. 30, recante disposizioni in materia di ricostruzione della posizione assicurativa dei dipendenti pubblici licenziati per motivi politici, sindacali o religiosi e interpretazione autentica dell’articolo 7 della legge 10 ottobre 1974, n. 496, come integrato dall’articolo 3 della legge 12 aprile 1976, n.205; VISTO l’articolo 1 della suddetta legge 30/2001 che individua i soggetti cui si applicano le disposizioni contenute nella legge 15 febbraio 1974, n. 36 e successive modificazioni; VISTO l’articolo 2, comma 1, della citata legge 30/2001 che, ai fini dell’applicazione di cui al predetto articolo 1, istituisce un comitato composto da: - il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, ora Ministro del lavoro e delle politiche sociali, o un suo rappresentante, con funzioni di presidente; - un rappresentante del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, ora Ministero dell’economia e delle finanze; - un rappresentante del Ministero dell’interno; - un rappresentante del Ministero delle difesa; - un rappresentante dell’istituto cassa o fondo di previdenza presso cui deve essere effettuata la ricostruzione del rapporto assicurativo; - quattro rappresentanti dei pensionati, scelti dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali tra i designati delle federazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; VISTO l’articolo 2, comma 3, della summenzionata legge che dispone la nomina del predetto comitato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze; VISTO, in particolare, l’articolo 2, comma 1, lettera f), della già più volte citata legge 30/2001, ai sensi del quale i rappresentanti dei pensionati devono essere designati dalle federazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; CONSIDERATO che, per la corretta valutazione del grado di rappresentatività delle suddette organizzazioni sono stati individuati, sulla base di consolidata giurisprudenza i seguenti criteri: 1) consistenza numerica dei soggetti rappresentati dalle singole organizzazioni sindacali; 2) ampiezza e diffusione delle strutture organizzative; 3) partecipazione alla formulazione e stipulazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro; RILEVATO che, dalle risultanze degli atti istruttori e dalle conseguenti valutazioni comparative compiute mediante i criteri indicati, risultano maggiormente rappresentative, nello specifico settore, le organizzazioni sindacali: - Confederazioni Generale italiana del lavoro (CGIL); - Confederazione italiana Sindacati lavoratori (CISL); - Unione italiana del lavoro (UIL); - Unione generale del lavoro (UGL); TENUTO CONTO di quanto previsto dall’articolo 2, comma 2, della legge 30/2001 che, in merito all’accertamento dei fatti e alla valutazione degli elementi documentali di cui all’articolo 3 della legge medesima, integra il comitato citato con un rappresentante dell’amministrazione o dell’ente dello stesso articolo 2; VISTE le designazioni del Ministero dell’economia e delle finanze, del Ministero dell’interno, del Ministero della difesa, degli istituti previdenziali INPS e INPDAP e delle organizzazioni sindacali sopra indicate; RITENUTA la necessità di procedere alla costituzione del comitato di cui all’articolo 2 della legge 30/2001, DECRETA Per quanto in premessa, è costituita, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Comitato per la ricostruzione della posizione assicurativa dei dipendenti pubblici licenziati per motivi politici, sindacali o religiosi, composto dai seguenti membri:
Il presente decreto sarà pubblicato, in sunto, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Il Ministro dell'Economia e delle Finanze
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