Data:
27/04/2003 Notizia inserita da: Adnkronos |
Cassazione: depressione da lavoro? Si' al maxi risarcimento |
Depressione da lavoro? Il lavoratore ha diritto ad un maxi risarcimento, anche se e' predisposto per natura a crisi depressive. Lo ha stabilito la Cassazione che ha accolto il ricorso di Rosario M., un impiegato di un'azienda genovese che era caduto in una profonda sindrome ansioso-depressiva dopo di essere stato dequalificato. Per i giudici di piazza Cavour se il lavoratore cade in depressione, il datore di lavoro e' tenuto a risarcirlo al 100% in nome degli obblighi di ''tutela della salute'' |
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24/04/2003 Notizia inserita da: Adnkronos |
Cassazione: vietato 'vaffa', ingiuria anche senza gesto osceno. Basta la parola per far scattare la condanna |
Attenzione a mandare a quel paese qualcuno con un 'vaffa...'. Potreste ritrovarvi con una condanna penale per ingiuria. E questo anche se l'epiteto non e' accompagnato da un conseguente gesto osceno. Parola di Cassazione che ha confermato la condanna per ingiuria a Ottavio G., un 62enne di Ancona, 'reo' di aver infierito per strada su un passante, apostrofandolo con un 'vaffa...' con tanto di gesto osceno. Per la Suprema Corte il termine e' cosi' disdicevole che puo' bastare la dichiarazione della parte offesa per fare scattare la condanna. |
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28/04/2003 Notizia inserita da: Adnkronos |
Cassazione: lavoratore invalido? Puo' essere licenziato |
Il lavoratore invalido puo' essere legittimamente licenziato. La decisione non dovra' essere considerata contraria ai ''principi costituzionali''. Se infatti la sua prestazione diventa parzialmente impossibile, il datore di lavoro ''non e' tenuto a mantenerlo in servizio, modificando l'assetto organizzativo'' per assegnargli ''mansioni compatibili con le sue residue e inferiori capacita' lavorative''. Lo ha stabilito la Cassazione che ha respinto il ricorso di Giovanni C., un dipendente Nato con mansioni di aiutante di cucina nel Quartier Generale Regionale delle Forze Alleate del Sud Europa, che da un giorno all'altro si era visto licenziare perche' le sue condizioni di salute non gli consentivano piu' di svolgere le mansioni in precedenza occupate.
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Tutela dei non fumatori: nuove misure restrittive per i luoghi pubblici e di lavoro |
Lo scorso 18 aprile, a tre mesi dal varo della Legge antifumo n. 3 del 16/1/03, il Consiglio dei Ministri ha approvato il regolamento applicativo dell’articolo 51, comma 2, dettando le regole per l’individuazione e le caratteristiche dei locali riservati ai fumatori, nonché le caratteristiche degli impianti di ventilazione. In particolare, il provvedimento stabilisce che dovranno essere realizzati spazi destinati esclusivamente ai fumatori e i ristoranti dovranno alzare pareti per dividere i locali dove non si può fumare da quelli con libertà di fumo. Inoltre, i locali dove si potrà fumare dovranno essere esplicitamente contrassegnati e separati con pareti da quelli dove la sigaretta è off limits. Se ciò non è possibile, sia nei ristoranti che negli uffici, il divieto di fumo sarà assoluto. E ancora. Si stabilisce che per i ristoranti lo spazio destinato ai fumatori dovrà obbligatoriamente essere inferiore alla metà della superficie complessiva del locale e per tali aree vengono fissati i requisiti essenziali dei mezzi di ventilazione, che dovranno garantire una quantità di aria supplementare minima di 22 litri/secondo per ogni persona potenzialmente ospitabile nel locale, in base ad un indice di affollamento di 0,7 persone ogni metro quadrato. Sono infine previsti speciali cartelli luminosi per contrassegnare le aree per fumatori, nonché per indicare il divieto di fumo in caso di guasto dell’impianto di ventilazione. Il provvedimento deve ora ricevere il parere del Consiglio di Stato e della Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province unificata con la Conferenza Stato, città.
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Privacy: diffusione di foto segnaletiche solo per fini di giustizia o di polizia |
Il Garante per la protezione dei dati personali (newsletter 7/13 aprile 2003) ha ribadito che non è consentita la pubblicazione sui giornali o la trasmissione sulle reti televisive di immagini di persone in manette. L’Autorità ha inoltre precisato che, tenendo conto delle finalità di accertamento, prevenzione e repressione dei reati e nel pieno rispetto dei diritti e della dignità degli interessati, le foto segnaletiche possono essere diffuse, durante una conferenza stampa, solo se ricorrono fini di giustizia e di polizia o motivi di interesse pubblico. Fuori da questi casi, la diffusione deve ritenersi vietata.
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