Cassazione: niente più privilegi per le ex mogli

D'ora in avanti non sarà più scontato che in caso di separazione tutto venga assegnato alla moglie, casa compresa. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione che ha così abbattuto quel privilegio di fatto che consentiva alle ex mogli (senza figli) di evitare la divisione in parti uguali della proprietà immobiliare.
Lo ha reso noto l'associazione "figli negati" spiegando che "Tutte le sentenze precedenti che penalizzavano l'ex marito erano frutto di interpretazioni arbitrarie e discriminatorie da parte di una cultura a senso unico dei tribunali civili italiani a favore della ex moglie ed in danno dell'ex marito.
In sostanza, in base a tale sentenza la casa familiare in comproprieta' e' soggetta alle normali regole sulla comunione, a cui si dovrà fare riferimento sia per l'utilizzo che per la divisione".
La Suprema Corte ha rilevato che nessun articolo di legge prevede l'automatica assegnazione della casa ad uno dei due coniugi.
L'associazione Figli Negati ha anche annunciato di voler elaborare una proposta di legge per regolare il matrimonio breve e senza figli (cd: minimatrimonio).
"Ad oggi - spiega l'associazione - dopo pochi mesi di matrimonio, la ex moglie puo' ancora pretendere e ottenere un mantenimento per un lunghissimo periodo di tempo. Nella nuova proposta di legge le separazioni di coniugi senza figli, sposati per un periodo inferiore ai 10 anni, avranno un nuovo e piu' equo regime di mantenimento (marito verso ex moglie che non lavora) pari al periodo di durata del matrimonio".

 


 

 

Cassazione: residente dimentica di esporre il ticket sull'auto? Va multato

La Corte di Cassazione (Sent. 8488/2007) ha stabilito che commette infrazione il residente che dimentica di esporre il ticket (attestante lo stato di residenza) sulla propria auto. I Giudici del Palazzaccio hanno infatti precisato che "la semplice residenza in zona soggetta a parcheggio a pagamento non abilita a usufruire senz'altro dell'esenzione, ma richiede un provvedimento comunale che rilasci l'apposito documento". Aggiunge poi la Corte che "se può essere condivisa la natura dell'atto con cui il comune concede ai residenti il parcheggio gratuito, pure, perché il beneficio operi è necessario che la attività ricognitiva sia compiuta, in quanto la stessa è volta a verificare la sussistenza di alcune condizioni, peraltro non sempre coincidenti tra comune e comune, necessarie perché il beneficio stesso possa essere riconosciuto" e che "anche la mancata esibizione del ticket costituisce infrazione, come del resto la mancata esibizione dell'apposito documento rilasciato dal comune ai residenti, cosa questa atta a dimostrare come l'attività amministrativa relativa, anche se ricognitiva, ha dei connotati che la rendono indispensabile ai fini del godimento dell'esenzione".

 

 

 

 

 

Cassazione: giro di vite contro chi abusa delle corsie di emergenza

D'ora in avanti prima di impegnare una corsia di emergenza si dovrà avere un valido e "giustificato motivo". E' quanto afferma la Corte di Cassazione (Sent. 7357/2007) che ha respinto il ricorso di un automobilista multato proprio per aver circolato in una corsia di emergenza.
A sua discolpa, l'automobilista aveva dedotto di essersi trovato inbottigliato nel traffico e di aver scelto la corsia di emergenza per "motivi di salute" essendo affetto da una ipoacusia neurosensoriale bilaterale documentata da certificazione medica e temendo possibile pregiudizio per la sua persona.
I giudici della Corte hanno rilevato che l'onere di provare una "esimente reale o putativa", è a carico dell'autore dell'infrazione "non essendo sufficiente una mera asserzione sfornita di qualsiasi sussidio, e l'allegazione da parte dell'imputato dell'erronea supposizione della sussistenza dello stato di necessita' deve basarsi, non gia' su un mero criterio soggettivo, riferito al solo stato d'animo dell'agente, bensi' su dati di fatto concreti, i quali siano tali da giustificare l'erroneo convincimento in capo all'imputato di trovarsi in tale stato".
La Cassazione ha ritenuto che nella fattispecie "non ricorresse alcuna necessita' di salvare se' o altri dal pericolo attuale e immediato di un danno grave alla persona".
 


Cassazione:viola il C.d.S. chi guida un ciclomotore con esposta una fotocopia in luogo del contrassegno originale

"L'utente non ha la facoltà di circolare alla guida di un ciclomotore applicando al veicolo la copia fotostatica del suo contrassegno". E' quanto ha osservato di recente la Corte di Cassazione (Sent. 4387/07) precisando che "la disposizione dell'art. 97 del Codice della Strada mira a garantire il valore del contrassegno di identificazione del veicolo, al fine di scongiurare possibili manipolazioni dei dati ivi riportati e, ad un tempo, consentire agli addetti alla circolazione l'immediato riscontro dei dati di identificazione del veicolo".